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Autore: TempestBlackCobain    29/04/2012    1 recensioni
“dai è tanto dolce…” aveva commentato qualche giorno prima un suo compagno a suon di risatine e lui con non chalance,con un’occhiataccia che avrebbe impietrito anche un morto,si era limitato a schioccare una risposta secca “…si,quanto stupida!”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AMABILE E FRAGILE

 
Pelle diafana la sua,talmente bianca da sembrare porcellana antica.
Il viso era delicato,pallido con quei lineamenti così dolci che non si addicevano ad un ragazzo,ma che su di lui sembravano perfetti.
I suoi meravigliosi occhi cerulei scrutavano ogni minimo movimento attorno alla sua figura aristocratica. I capelli scuri leggermente impomatati ondeggiavano ad ogni gesto.
La divisa era sempre stirata,neanche la minima piega osava presentarsi sui pantaloni scuri,ne tanto meno sul maglione grigiastro sotto al quale spuntavano la cravatta e il colletto della camicia,unico indumento chiaro che osava indossare; se una grinza faceva capolino su un indumento,generalmente il maglione,era solito sistemarselo con fare svelto,tirandoselo e sfregandoselo velocemente;alla fine,pienamente soddisfatto,sul suo volto compariva un ghigno e questa ormai era diventata un’abitudine,quasi un rito che si ripeteva ogni giorno o quasi. Ad ogni modo,il giovane era ambito da molte ragazze,forse per il suo fare misterioso o semplicemente per quegli occhi glaciali che ti gelavano il sangue e che potevano penetrarti fino a leggerti i più profondi segreti dell’anima.
Era prefetto da due anni e da perfetto sedicenne,ormai aveva stimoli ben più grandi di quello che si aspettavano tutti.
Stava camminando nel corridoio principale per poi imboccare uno di quelli secondari che portavano alle varie aule;la sala comune era sei corridoi più in là e per questo la galleria in cui era si stava riempiendo di gente chiassosa,intenta ad affrettarsi per prendere i posti migliori alle tavolate; ma a lui non interessava,lui voleva riuscire a stare in pace,tranquillo con i suoi pensieri,con le sue riflessioni.
“Tom!”
Una voce echeggiò in lontananza e quel suono gli sembrò quasi ovattato,come se le pareti avessero assorbito i decibel in più.
Si voltò abbastanza lentamente da poter riordinare le idee nella testa e si trovò Mirtilla a pochi passi da lui;ultimamente quella sanguisuga gli stava sempre appiccicata,come se lui non avesse nient’altro da fare che correre dietro le ragazze. Ormai non ne poteva più,ma doveva essere gentile,altrimenti lo avrebbero evitato tutti e questo per la riuscita del suo piano non andava bene.
‘dai è tanto dolce…’ aveva commentato qualche giorno prima un suo compagno a suon di risatine e lui con non chalance,con un’occhiataccia che avrebbe impietrito anche un morto,si era limitato a schioccare una risposta secca ‘…si,quanto stupida!’
“dimmi Mirtilla…” nella sua voce si poteva sentire la seccatura che le recava quella ragazza così tremendamente odiosa
“dove stai andando?sono tutti in sala comune,dai vieni…” così dicendo,afferrò Tom per un braccio e cercando di trascinarlo gli ripeté le solite cose,le solite illusioni,le solite sciocchezze da ragazzina innamorata.
Tom con un colpo secco si liberò dalla presa e con un “ho da fare” deciso si allontanò austero e innervosito e girando l’angolo sparì alla vista della giovane donna.
Qualche tempo dopo,senza il minimo rumore,Tom si stava addentrando in un cunicolo in pietra,quello della camera dei segreti,visibilmente eccitato come non mai;per la prima volta sul suo volto c’era un’espressione di vera felicità e il ghigno storto sembrava essere scomparso o apparentemente,almeno.
“Quando credi di essere al sicuro,quando pensi di essere sotto ad una campana di vetro,questa si tramuta in un’illusione,perché non si sarà mai protetti del tutto…basta un’incrinatura per distruggere tutte le certezze che ti cullavano.”
Per Tom queste erano tutte idiozie,non credeva a nulla,non si fidava di nessuno e da Silente si era sentito tradito molte volte.
Ora aveva il suo mondo,il suo rifugio segreto,ormai il male lo aveva inabissato,ormai era in fondo ad un mare nero da qui non avrebbe potuto mai più uscire,mai più avrebbe potuto risalire in superficie per raccogliere l’ossigeno necessario a respirare,necessario alla sopravvivenza,necessario a richiudere le ferite del suo miserabile cuore.
Lui lo sapeva bene “un giorno o l’altro diventerò cenere” diceva sempre,parole inflessibili,pronunciate stupidamente a quelle persone che gli altri osavano chiamare amici ma che lui incondizionatamente amava chiamare vittime. Nessuno avrebbe capito ciò che voleva diventare. Lui era Tom Marvolo Riddle,un nome che ogni volta gli si bloccava in gola,un nome che nessuno avrebbe osato mai più pronunciare,un nome che non voleva sentire uscire dalle labbra delle proprie vittime,perché lui era Lord Voldemort;lo era diventato a sedici anni,forse lo era sempre stato e lo aveva sempre saputo in cuor suo che il bene non faceva parte delle sue ambizioni,il bene non gli si addiceva per niente.
A sedici anni si è spiriti liberi.
Tom no.
A sedici anni si corre dietro alle ragazze.
Tom no.
A sedici anni non si progetta un futuro da mago oscuro,ne tanto meno si desidera uccidere vite innocenti per il gusto di farlo.
Tom invece si.
Ma Tom non era più il giovane ambizioso di un tempo.
Anche se voleva di più del mondo magico.
Voleva qualcosa che lo aiutasse a raggiungere la felicità.
Tom voleva solo essere Tom.
No,non Tom,ma Voldemort.
Perché Lord Voldemort,era il suo passato,è il suo presente e sarà il suo futuro.
Ne perirà di tutto questo.
E lui,di tutto questo,non si preoccupa.
Ma lui era così e sarà sempre così.
Sarà ricordato sempre come quel ragazzo pieno di spirito che è stato avvolto nelle tenebre e che ne è uscito con la morte.
Lo amavano quando aveva sedici anni,lo ameranno quando sarà nella tomba.
Ha distrutto anime innocenti.
Ha voluto essere amato anche solo per un istante.
Ha voluto essere amabile.
No,non amabile,ma semplicemente fragile.
Talmente fragile da essere vittima dell’autodistruzione.
Si,terribilmente fragile da sentirsi inferiore.
Così fragile da fare del male.
Ormai è morto per mano di un ragazzino.
Ma a dire il vero è morto all’età di sedici anni.
Perché non si può vivere a lungo con il male nel cuore.
E nelle memorie di alcuni non c’è un ghigno,ma uno splendido sorriso.
E piangere non serve a nulla,ora.
 
 

 Ho visto il sole fermarsi
sul filo del mio orizzonte
con un sorriso.
Non gli ho creduto.
Troppe volte m’ha ingannato…
troppe volte l’ho visto morire…
troppe volte ho pianto solo…
troppe volte…

Fine.

 
 
 
 
Note finali:
non mi soddisfa molto,è molto incasinata,ma volevo fosse cruda,priva di sentimenti,talmente brusca
da far trasparire la solitudine che sentiva attorno a lui,perchè Tom non ha veri amici o persone a lui care.
Quindi scusate,ma spero che il mio intento sia andato a buon fine!
Grazie a chiunque la leggerà!
  
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