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Autore: Nero_Inchiostro    29/04/2012    2 recensioni
[...] “Mi farai impazzire …” Il suo era un sussurro, un lamento prima di un singhiozzo, un gemito leggero prima di una lacrima. “Sto impazzendo”, continuò. “L’amore non è pazzia.” Il ragazzo si era seduto accanto a lei, sulla panchina che da fredda diventava accogliente...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"You're my obsession 
My fetish,my religion 
My confusion,my confession 
The one I want tonight..."

 

 

La ragazza si sedette su una panchina fredda e sola ad aspettare. Quel luogo le ricordava la sua infanzia; tutti i pomeriggi passati per mano a correre sul

prato, cadere, sporcarsi e poi rialzarsi. Con quell’inconfondibile profumo di libertà infantile sui vestiti. Avrebbe dato tutto per tornare indietro.

 

“Ehi …” Alzò lo sguardo e incontrò un paio di occhi azzurri screziati di verde.

“Ehi, che ci fai qui?” gli chiese.

“Sono sempre stato qui …”

La ragazza si tenne la testa con le mani, si massaggiò le tempie e gli urlò di andarsene ma dalla sua bocca non uscì nessun suono. La mente urlava il suo

odio, il rancore, il disprezzo, in silenzio. Il cuore urlava, con tutto il rumore possibile, il suo amore.

La ragazza guardò quei capelli neri ondeggiare, quelle ciocche muoversi a ogni respiro. La ragazza guardava il suo petto alzarsi e abbassarsi a ogni suo

battito. Guardava le sue ciglia scure che si alzavano quando apriva gli occhi e l’espressione corrucciata in quel suo volto giovane e illuminato dalla flebile luce

di un lampione a due lampade, di cui una era spenta. Guardava quelle sue labbra socchiuse che segnavano un sorriso mesto, pieno d’incertezza ed

esitazione, labbra di un colore roseo mentre quelle della ragazza erano spente, troppo a lungo rimaste senza bacio, senza essere sfiorate da quegli occhi,

senza essere accarezzate da quelle dita. La ragazza guardava la sua figura stagliarsi controluce al tramonto, in tutta la sua altezza, in tutta la sua disperazione,

con quelle mani chiuse a pugno e la testa bassa per osservarla.

La ragazza ebbe un brivido. Chiuse gli occhi, non appena li riaprì il ragazzo era sparito.

“Mi farai impazzire …” Il suo era un sussurro, un lamento prima di un singhiozzo, un gemito leggero prima di una lacrima. “Sto impazzendo”, continuò.

“L’amore non è pazzia.” Il ragazzo si era seduto accanto a lei, sulla panchina che da fredda diventava accogliente.

“La soglia tra l’amore e la pazzia è una linea flebile e sottile, credimi”, lei rispose, poi si voltò. Lui cercò sulla pietra ruvida e trovò la sua mano, morbida e

calda. E lei la strinse e lui la tenne fra le sue dita come la cosa più preziosa del mondo.

“Sto impazzendo anch’io, sai?”, la ragazza lo osservò curiosa. “Mi manchi già da morire piccola …”

 

Fu una lacrima a scatenare il temporale e quell’abbraccio a ripararla dai fulmini e dal cielo in tempesta. Sullo sfondo di un turbine di gocce si stagliavano lui e

lei, uniti tanto da non capire dove finiva l’uno e cominciava l’altra. E poi il freddo. La ragazza si asciugò le lacrime con tutta la forza che aveva, graffiandosi

la pelle, rigandosi le guancie. E si teneva strette le braccia per non lasciare andare via il ricordo della sua pelle, del contatto.

 

“Dove stavolta?”

“Al parco …” Sospirò. Prese un fazzoletto e si asciugò il rivolo di sangue provocato da un graffio sul mento.

“La prossima volta ti fermerò prima, non sopporto vederti soffrire così.”

“No, ti prego.” La donna di fronte a lei sospirò.

“Non puoi continuare così.”

“Lo amo.” La donna sospirò ulteriormente.

“Tu non capisci”, la ragazza si alzò e iniziò a camminare per la stanza, odiando tutto ciò che vedeva, “so che

sono solo allucinazioni, so benissimo di soffrire di allucinazioni, ma è tutto così … reale. Dio, lui continua a

ripetermi quella frase che mi disse dieci minuti prima di morire, quando sapeva che nessuno l’avrebbe salvato

più, quando sapeva di doversene andare. E mi tortura tutto questo …” S’inginocchiò sul pavimento. Strinse gli

occhi ma le lacrime uscirono lo stesso. Prese le pastiglie ma il giorno dopo Marco le si presentò lo stesso. Lei lo

amò, lui scomparve, lei impazzì, l’amore rise. 

   
 
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