We ride together.

Sfuocati, penetranti e allo stesso tempo accecanti. Dei fievoli raggi di sole si infiltravano insistenti tra le tapparelle della finestra, giungendo fino al grande futon giapponese, apparentemente ancora occupato dai due corpi caldi. Le coperte un po’ sfatte, in parte per il caldo e in parte per il sonno, non particolarmente tranquillo di entrambi, si erano agglomerate in fondo al letto, formando un tenero salsicciotto bianco. Nonostante la stagione estiva, fuori da quel piccolo rifugio, chiamatosi anche casa, si presentava un cielo velato da una sottile nuvola grigia, che prima o poi, si sarebbe riversata sulla città. Purtroppo, essendo un pianeta quasi completamente diverso dalla terra, almeno dal punto di vista climatico, le giornate estive, ogni tanto, si presentavano fredde, quasi come quelle autunnali. Il 30 luglio, infatti, sembrava essere una di quelle.