Ah, non vivo più,
non vivo più,
la tela ignota degli Dei,
la volontà è inutile,
non un solo giorno
ho combattuto per scontare
i canti all'oscuro!
Non vivo più,
e non c'è altro da dire,
la mano inevitabile degli Dei,
domandare è inutile,
non un solo giorno
ho pregato per scansare
i canti all'oscuro!
Non vivo più, Aracne,
non vivo dentro e non vivo fuori,
non c'è un domani e dirada lo ieri,
strappato dalla memoria come cotenna,
giorno dopo giorno dopo giorno,
e non ho pregato abbastanza,
non ho amato abbastanza, non
ho sofferto abbastanza.
Nulla basta, c'è il nulla,
e basta.
Basta, io non vivo più,
e non mi viene che doppiare
i canti all'oscuro, che
scemano e ricrescono,
impattano e sciabordano via,
esclamando e sospirando,
urlando e impallidendo
nella costante marea.