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Autore: Nefele    23/11/2006    6 recensioni
Avete mai badato al sole? Leggete e commentate, questa è la mia prima fic^_^
Genere: Romantico, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il bacio dell’immortale

L’ultimo sole

 

Un nuovo sole appariva dietro i colli antichi di Roma. Il sole a cui nessuno fa caso, quel sole che pochi, troppo pochi non danno per scontato.

 

Una donna, giovane, poco più che ventenne cammina con passo sicuro alla luce dell’astro accogliendo sulla  pelle chiara il tepore che esso emana un tepore che la scalda illuminando i suoi lineamenti da bambola. Quel sole bacia le  gote di lei che  arrossano appena il  volto bello come quello delle Madonne dipinte da Raffaello, i lunghi capelli neri, lisci e luminosi volano dietro le sue spalle come nastri di seta, gli occhi violetti osservano tutto con ansiosa bramosia,come se volessero catturare l’essenza stessa di ogni cosa, come si di ogni cosa volessero carpirne l’anima. Molti tra i passanti si voltano a guardarla, soprattutto gli uomini, stregati da quella bellezza quasi divina.

Deianira non pare accorgersi di loro troppo presa dal camminare e dall’assorbire tutto quello che di bello vede intorno a sé. Stasera ci sono i provini a teatro, assolutamente deve esserci. E’ la sua prima regia da “famosa”… sa che la gente si aspetta qualcosa da lei, da quella giovane che non pochi critici hanno definito La Musa del teatro contemporaneo.

 

Non si cura degli sguardi che corrono sulle lunghe gambe fasciate da stretti jeans, e sulla scollatura generosa del  pullover violetto che lascia intravedere l’attaccatura del seno ben formato. La lunga giacca di pelle nera vola all’indietro come i capelli e la sciarpa bianca di morbida seta.

Finalmente arriva al teatro, entrata principale. Di lato già si scorge la lunga fila degli artisti che aspettano di essere da lei esaminati. Getta loro un fugace sguardo, uno sguardo da gatta. La bocca si storce in una leggera smorfia, ad un primo sguardo non le pare di aver veduto nessuno di interessante, le solite facce comuni… chissà se vi sarà tra quei volti qualcuno in grado di stupirla. “staremo a vedere” pensa tra sé prima di andare ad accomodarsi in platea.

 

Qualcosa di inaspettato la attende però al tavolo dove dovrà sedere insieme ai suoi collaboratori per scegliere chi lavorerà con lei: infatti seduto sulla spalliera si una delle poltrone di velluto rosso scorge un uomo, non lo ha mai visto ma sa benissimo chi è,  Françoise Debilly un famoso critico francese, popolare anche nell’ambiente teatrale italiano.

 

Il suo cuore ha un tonfo.

 

Mai prima di allora le era capitato di sentire una cosa del genere, gli uomini non erano mai stati per lei più che un semplice divertimento, più che il semplice sfizio di una sera. Quella volta però sentì subito come una forza superiore attrarla verso quell’uomo bello come mai prima ne aveva visti. La chioma leggermente brizzolata, dall’aspetto meravigliosamente e accuratamente spettinato, faceva da cornice al volto dai lineamenti regolari nei quali spiccavano grandi occhi azzurri come zaffiri e labbra sensuali che si inarcarono in un gradevole sorriso non appena la vide entrare.

 

Ma Deianira non ricambiò il sorriso, anzi, sentendo il volto divenire incandescente, si voltò verso la sua assistente e le chiese sottovoce “Cosa ci fa LUI qui?”. Dallo sguardo di Irene, la sua assistente e migliore amica comprese che “LUI” si era spostato proprio alle sue spalle. Con le sopracciglia ancora inarcate in un gesto di rabbia si voltò di scatto. Françoise sorrideva….Deianira era stata stregata da quegli zaffiri azzurri.

 

Il cuore sembra uscirmi dal petto, e non sono le scale che sto salendo di corsa…

 

Lui mi tira dietro di sé, in fretta come se temesse che quello che ci circonda potesse svanire da un momento all’altro.

La sua mano è liscia e fresca, la osservo, stretta alla mia come una morsa, dolce... ma pure sempre una morsa.

 

Il mio stomaco pare essersi messo sottosopra, come non accadeva da tempo, dal tempo del mio primo amore, quando ogni emozione era nuova come se fossimo all’inizio del mondo…

 

Si è fermato, si è fermato davanti ad un portone massiccio. La sua mano si scioglie ora dalla mia per andare a frugare nella giacca di taglio impeccabile, che pare essere stata  disegnata proprio per lui. Tira fuori delle chiavi e con un piccolo click il grande portone si apre, lui si volta…di nuovo quel sorriso bello e imperscrutabile. Con un gesto, senza parole, mi invita ad entrare.

 

La sua casa è bella, bella e strana…mi ricorda qualcosa, qualcosa che ho visto in un libro… ma non so che.

 

Faccio appena qualche passo, sul parquet tirato a lucido, con un nuovo gesto perfetto mi inviti a lasciarti la giacca che poi elegantemente appoggi sull’attaccapanni.

 

Mi sento strana e non so perché…

Ormai dovrei esserci abituata a questi giochi, a queste avventure che ti lasciano addosso solo il profumo di qualcuno che poi svanirà con una passata d’acqua corrente e non sarà più che un semplice ricordo tra tanti. L’ho fatto tante volte, ma oggi è diverso, non so perché ma è diverso, sento che oggi cambierà qualcosa.

 

Sono rimasta imbambolata nell’ingresso come una sciocca, finalmente parli, mi inviti ad entrare nel salotto, strano pure quello, tanto pieno di cose da farmi sentire di troppo. Ma tu, tra quegli oggetti sei perfetto, è come se fossero un prolungamento di te. Mi parli ancora una volta e poi ancora, la tua voce è calda e bellissima…

 

Mi odio perché provo questo per lui, mi sento traditrice verso me stessa, ma questa voce è ormai segregata in un angolo remoto della mia coscienza.

 

“Sei così bella Deianira, così bella che vorrei che la tua bellezza potesse essere preservata per sempre, così come il talento che questa bellezza tanto abbagliante cela come un tesoro dentro di sé”

 

 Cosa significano queste parole?

Mi accarezza i capelli mentre le bisbiglia nel mio orecchio, un brivido mio malgrado corre dietro la schiena.

Non rispondo.

 Lo bacio.

Lui ricambia, con una dolcezza ed una passione che le lacrime prendono  a scorrermi sulle guance bagnando la pelle di lui.

 Oggi è una notte strana, in qualche assurdo modo sento che la mia vita cambierà dopo oggi.

 

 

E’ una notte di mezza estate come tante. In un palazzo d’epoca nel centro di Roma, una città come tante. Una luce gialla, calda che esce da una grande finestra  illumina la parete del palazzo di fronte, sporco di smog.  Dentro la finestra una camera da letto nel cui centro troneggia un grande baldacchino, un letto come tanti, ma non per Deianira, non quella notte.

 

Su quel letto dorme una giovane di bellezza non comune , un uomo,  di certo più vecchio di lei, altrettanto bello la osserva, sdraiato accanto a quel corpo sinuoso, accarezzandone con un dito il profilo. Anche lui è bello, ma di una bellezza diversa, torbida, insana, troppo bello.

 

Lei si sveglia e sorride, Anche lui le sorride di rimando e la bacia. Poi le sussurra “ Ti amo mia musa non voglio che la morte ti porti con sé”

 

 

La sensazione che questa sia una notte strana mi avvinghia di nuovo lo stomaco a quelle sue parole. Sento un calore dolce e terribile pervadermi le viscere…sarà questo che la gente chiama amore?

 Le parole, quasi senza che io davvero lo voglia prendono la fuga dalle mie labbra “ti amo” rispondo a quell’uomo dagli occhi di zaffiro, belli e freddi come le pietre a cui tanto somigliano, poco più di uno sconosciuto, come sempre, anche se stavolta è diverso.

 

“Ti amo” ripete di nuovo, ma quelle parole hanno uno strano suono, lontano. Poi mi domanda, tra i baci “tu?”. Lo guardo negli occhi in cui affondo perdendo quel poco di volontà cosciente che ancora mi rimaneva, non dico nulla, solo annuisco stringendolo a me.

 

………………

 

 

Cos’è? Cos’è questo dolore così bello? Questo dolore che si fonde inspiegabilmente al piacere.

 

Sento la bocca di Françoise sul mio collo, i suoi denti stretti sulla mia carne. Cosa sta facendo?

 

Sento che dovrei aver paura, ma quello che provo ora è solo un senso di struggente piacere.

 

Sento ogni forza, il mio sangue la mia anima confluire dal mio collo a lui, alla sua bocca e mi piace.

Sorrido

 

Sento di stare per morire, la vista si appanna, chiudo gli occhi… chi avrebbe mai pensato di morire in questo modo… però mi piace, forse è proprio quello che desideravo, forse mi piace perché è il mio destino.

 

Sono morta, lo sento…non ho più forze, ma sono felice perché sono morta a causa dell’unico amore che abbia mai davvero provato…

 

…………………

 

Ma…ma cosa succede? Il mio amore mi sta baciando,che senso ha?

Ora  sento una sostanza calda, densa, dolce e amara allo stesso tempo scendermi nella gola e di lì correre come un fiume in piena nel mio corpo.

Sono viva?

Sono viva.

 

Apro gli occhi, lui è lì che mi guarda pulendosi la bocca dal suo sangue che stilla in piccole gocce dal labbro ferito. Mi sorride, anche io gli sorrido, ma immediatamente una sensazione di immenso vuoto si impossessa di me.

 

Qualcosa di cui mai prima avevo avuto esperienza. Fame. Un infinita fame, non di cibo, ma di qualcosa che mi possa tenere ancora in vita. Fame di sangue. Mi sento impazzire…voglio del sangue.

 

Che mi succede? Sangue, voglio del sangue.

Guardo Françoise che mi sorride ancora, pare compiaciuto. “Che mi hai fatto?” riesco infine a gridare con una voce che a stento riconosco come mia tanto è simile ad un ruggito.

Mi sento spaventata a morte, ma ho fame, voglio sangue.

Spontaneamente mi porto una mano al petto, all’altezza del cuore, per placare l’affanno.

Non batte più.

 

Sono fuori di me. Vedo la scena come se non fossi più nel mio corpo, come se io non fossi più io.

 

Scatto in avanti verso Françoise, che ride amabilmente mentre bloccandomi mormora “Stai tranquilla”.

Allunga una mano e una bottiglia a cui prima non avevo fatto caso fluttuando si avvicina. La stappa e me la porge. Il mio corpo la beve tutta d’un fiato. Torno in me. La bottiglia era piena di sangue, che colando aveva macchiato la mia pelle chiara come un raggio di luna.

 

Una casa, come tante. Una stanza, come molte. Un letto elegante, disfatto, una fanciulla dalla pelle di seta, coperta soltanto dai lunghi capelli neri come una notte senza luna.

Un uomo è con lei, coperto da una vestaglia di seta color porpora, le parla di un antico mistero. Della maledizione che Dio ha scagliato contro Caino per aver assassinato suo fratello. Di quello che da ciò è nato. Dei Fratelli, delle stirpi di sangue, di quella nuova vita maledetta ma eterna. Della potenza del sangue sulla morte, di come la maledizione non sia poi tale. Tutto un nuovo modo si apre agli occhi di Deianira, un mondo che prima pensava appartenesse soltanto alla fantasia e alle superstizioni.

Un mondo che ora è il suo.

 

Fratelli? Stirpe di Caino?

Riderei, se solo non avessi appena bevuto in un sol sorso una bottiglia di sangue.

..Sapevo che oggi sarebbe accaduto qualcosa…

Un pensiero.

Sono maledetta, la mia anima è maledetta?

Non lo so…non lo voglio sapere, mi basta che Lui sia qui con me, che possa avere i suoi baci…per sempre.

Non importa se non potrò mai più vedere il sole, perché il mio sole ora sarà lui.

 

 

 

Una stanza di una casa come molte altre, una donna stringe a sé un uomo che le ha dato la morte per poi donarle la più dolce delle maledizioni. Una non vita tra i vivi.

 

 

Ma non importa, perché da stanotte lui sarà la mia aria, il mio respiro, il mio sole. Perché ho bevuto il suo sangue. Perché ora sono sua. Perché lo amo.

  
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