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Autore: sweet_hyra_97    30/04/2012    1 recensioni
-Questa storia ha partecipato al contest "la voce dell'amore" indetto da Martuzza97 sul forum di Efp classificandosi ottava-
Così mi alzo e vado via: sento te che mi implori di restare, ma non ci riesco, non riesco a crederti di nuovo...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname autrice sul forum: Saruccia97_LTD

Nickname autrice su Efp: sweet_hyra_97

Titolo storia: Un’altra vita senza te

Rating: Verde

Genere: Triste, Sentimentale, Malinconico

Avvertimenti: Flash-fic

Introduzione: Così mi alzo e vado via: sento te che mi implori di restare, ma non ci riesco, non riesco a crederti di nuovo.

N.d.A.: la canzone utilizzata in questa storia è “per tutta la vita” di Noemi.

 

Il sole splende alto nel cielo, e io sto in questo bar sola. Al parco qui davanti c’è tanta gente felice: bambini che corrono e si rincorrono, fidanzati che si scambiano coccole…

Ecco, fidanzati… Oggi è passato un anno da quando ci siamo lasciati, e pensarci ancora mi fa davvero male.

-Vuole qualcosa, signorina?-

Non mi ero accorta dell’arrivo della cameriera. -Si. Un cappuccino e un cornetto, grazie.-

-Ok, torno subito.-

Appena la cameriera va via, sposto lo sguardo fuori dalla finestra di nuovo.

-Per tutta la vita
Andare avanti
Cercare i tuoi occhi
Negli occhi degl'altri
Far finta di niente
Far finta che oggi
Sia un giorno normale
Un anno che passa
Un anno in salita
Che senso di vuoto
Che brutta ferita
Delusa da te, da me,
Da quello che non ti ho dato…-

In tv stanno trasmettendo una canzone: canticchio a bassa voce. Sembra fatta apposta per questo momento.

La cameriera torna con quello che avevo ordinato: faccio colazione in fretta ed esco.

Già che ci sono mi fermo al parco per alcuni minuti: cerco una panchina vuota, così posso stare in santa pace; l’unica panchina vuota si trova sotto un albero, all’ombra.

Quindi mi avvio verso la panchina. Mi siedo con lo sguardo puntato per terra.

Cerco di non pensarti, ma il tuo viso non va via dalla mia testa: mi ha fatto male conoscerti, perché ho solo sofferto.

Anche se ho lo sguardo basso, riesco a notare qualcuno che si avvicina, ma spero con tutto il cuore che non sia qualcuno che cerca me.

-Ciao…-

Ecco. Lo immaginavo. Sei tornato… per farmi soffrire di nuovo.

Alzo lo sguardo, senza dire una parola.

-Silenziosa oggi, eh?- fai sorridendo.

-Non mi va di parlare…- rispondo.

Ti siedi accanto a me, senza che io ti dia il permesso, e cominci a parlare.

-Sai… In questi giorni ti ho pensata molto… Avevo voglia di vederti.-

Io ti guardo ma continuo a non parlare.

-Ricordi il giorno in cui me ne sono andato?- io annuisco.

Vorrei proprio dimenticarlo, ma è difficile.

-Non avrei mai voluto…-

Mi prendi per il mento e alzi il mio viso, facendo si che i nostri occhi si incrocino.

-Perché ti amavo ancora… E ti amo tutt’ora.-

Detto questo avvicini il tuo viso al mio, e le nostre labbra si uniscono in un bacio.

Dopo pochi secondi mi allontano, e ti guardo negli occhi:

-Peccato che io non ti ami più…- dico con un sorriso amaro sulla bocca –Mi hai fatto soffrire troppo…-

Così mi alzo e vado via: sento te che mi implori di restare, ma non ci riesco, non riesco a crederti di nuovo.

Volto pagina e comincio un’altra vita senza te.







OTTAVA CLASSIFICATA

Grammatica e lessico: 8.5/10 di cui 3.5/5 ortografia, 3/3 punteggiatura e 1.8/2 lessico

Ecco gli errori che ho trovato:

-“Il sole splende alto nel cielo, e io sto qui in questo bar sola. Al parco qui […]”: c’è una ripetizione di ‘qui’.

-“Oggi fa un anno […]”. Credo che questa frase andrebbe leggermente rivista, è una forma troppo colloquiale e poco adatta alla situazione di cui parli.

-“-Vuole qualcosa, signorina?- non mi ero accorta dell’arrivo della cameriera”. Qui hai dimenticato di andare a capo (e inserire la lettera maiuscola).

-“Un cappuccino e an cornetto”: hai scritto ‘an’ invece di ‘un’.

-“Dopo pochi secondi mi allontano, e ti guardo negli occhi:

-Peccato che io non ti ami più…- dico con un sorriso amaro sulla bocca –Mi hai fatto soffrire troppo…-”: bene, in quest’espressione non avresti dovuto andare a capo.

Ho apprezzato il lessico semplice, adatto alla brevità della flash fic.

Stile: 8/10

La semplicità è ciò che caratterizza il tuo racconto. Personalmente, penso che alcune forme e modi di mettere ‘in piedi’ una frase andrebbero leggermente rivisti, non a causa di discordanza a livello grammaticale, ma ‘suonano male’, e per questo va a parare anche nello stile, che si occupa principalmente esattamente di questo.

Caratterizzazione dei personaggi: 8.3/10

La tua protagonista non ha un nome. È una donna abbandonata, una donna che ha smesso di credere nell’amore, un qualcuno che, adesso, vuole solo andare avanti, proseguire e dimenticare. Mi ha sorpresa comunque la sua scelta di rifiutare quest’uomo che tanto ha amato, solo perché l’ha fatta soffrire in maniera così spropositata. La sua delusione è palpabile: ho amato anche questo.

Tuttavia, l’ho sentita un po’ vuota, non mi ci sono propriamente affezionata, non perché sia anonima, ma perché alcuni suoi atteggiamenti mi sono risultati un po’ troppo ‘affrettati’. Avresti potuto approfondire  leggermente quel legame sciolto come neve al sole, ma fondamentalmente non ho niente da ridire.

Questo punteggio è quindi dovuto a ciò che hai fatto trasparire, che resta comunque considerevole dato il fatto che so quanto possa essere difficile trasmettere qualcosa di veramente unico attraverso un racconto.

Aderenza canzone/storia: 9.5/10

I versi della canzone che hai scelto accompagnano senza problemi la tua storia, sia a livello di trama che come ritmo, che risulta incalzante, certo, ma si mantiene sulla linea delle sensazioni  che deve suscitare quando necessario.

Procede quasi a ritmo con la musica, con la voce della cantante a fare da sfondo. In alcuni passaggi forse non era esattamente l’ideale, ma il punteggio resta comunque molto alto.

Gradimento personale: 8.5/10

Semplice ed essenziale.

È stata questa la prima cosa che ho pensato una volta terminata la tua storia, che mi è risultata per sé breve, certo, ma anche straordinariamente simbolica. Hai condensato in poche parole moltissime cose, risultando incisiva e coincisa, senza perdere in ogni caso la forza di ciò che vuoi esprimere.

Mi è piaciuta anche perché non è qualcosa di lungo e articolato. Non penso che avresti dovuto sviluppare di più la traccia: va bene anche così, con questi periodi scarni e a nudo, privo di fronzoli.

Lo stile ha avuto il suo valore anche nell’assegnare un punteggio a questo parametro, proprio perché alcune espressione ‘pesanti’  erano di più difficile lettura. Non so perché, mi ha colpita perfino il titolo, il che non mi capita quasi mai, figurati xD

Resta comunque un buon lavoro e chiudo qui.

 

Totale: 42.8/50


  
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