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Autore: _loveHoran97_    30/04/2012    5 recensioni
Una delle prime cose che vidi era un’edicola con in vetrina un giornale di gossip.
Il titolo era a caratteri cubitali: “Tradimento da parte della giovane star canadese, sarà la fine della coppia ‘Jelena’?”.
Tolsi lo sguardo torturandomi il labbro inferiore con i denti e continuai per la mia strada.
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“Qualcosa non va?” gli chiesi premurosa.
“Dovrebbe?” mi chiese con una voce decisamente troppo neutra. Era OVVIO che c’era qualcosa che non andava.
“Guarda che faccia che hai, sembra che hai visto un fantasma! Non voglio farmi i fatti tuoi, però non mi piace vederti così… C’è qualcosa che posso fare per te?” gli poggiai una mano sulla spalla.
Davvero non mi volevo intromettere troppo, ma per me è terribile vedere una persona così. Sono troppo altruista, questo dice chi mi conosce.
“Mi porteresti un cappuccino per favore?” mi chiese cambiando leggermente la sua espressione in una più tranquilla.
“Ci metto un attimo” gli dissi ritraendo la mano che subito lui prese per poi sussurrarmi un “Grazie”.
Mi congedai con un mezzo sorriso e le guancie che in un nano secondo erano andate a fuoco.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa One Shot è dedicata a Marta.
Non è un gran che ma voglio che tu sappia che le 3.143 parole
contenenti in questo testo sono dedicate a te.
Grazie di tutto, ti voglio bene.
Stuck In The Moment

 

Justin
Era passata una settimana ormai. Nessun messaggio, nessuna chiamata.
L’unica cosa che riuscivo a vedere nella memoria del mio cellulare erano le mie chiamate riattaccate e i miei messaggi privi di risposta da parte sua.
Questa volta l’avevo proprio combinata grossa. Idiota.
Ero rinchiuso in quella stanza d’albergo torturandomi con il pensiero della cazzata che avevo fatto.
Non ne potevo più, dovevo distrarmi e non pensarci. Le cose si sarebbero sistemate, dovevo solo lasciare che il suo umore cambiasse.
Reagisci Justin, reagisci! Mi alzai dal letto e andai in bagno, mi lavai la faccia e uscii.
L’uscita dell’albergo era piena di fans, la ragione per cui dovevo andare avanti nonostante tutto ciò che mi stava capitando. Era il loro amore a darmi la forza di cui avevo bisogno.
Feci qualche foto e qualche autografo e imboccai la via non molto popolata che portava al centro di quel paesino disperso in Florida.
Quella mattina di metà maggio era molto umida, doveva aver finito di piovere da poco.
Un timido sole si faceva spazio tra grigiastre nuvole che si sarebbero dileguate di lì a poco.
Il centro abitato era praticamente deserto, forse perché in quel weekend molti erano andati fuori città.
Dopo un’abbondante quarto d’ora di camminata arrivai in centro.
Una delle prime cose che vidi era un’edicola con in vetrina un giornale di gossip.
Il titolo era a caratteri cubitali: “Tradimento da parte della giovane star canadese, sarà la fine della coppia ‘Jelena’?”.
Tolsi lo sguardo torturandomi il labbro inferiore con i denti e continuai per la mia strada.
Erano le 9:00 e i negozi avrebbero aperto alle 9:30 quindi cercai un bar per fare colazione.
Camminai per un altro paio di minuti e ne trovai uno, piccolo ma ideale.


Kate
Il locale era vuoto.
Erano le 9:00 ed io ero dietro al bancone cercando di trovare un rimedio alla noia.
Decisi che ormai era ora che Sam, la mia migliore amica, si svegliasse.
Succedeva ogni fine settimana così: io la chiamavo al cellulare, lei si svegliava e finché si preparava per uscire mi chiamava e chiacchieravamo.
Digitai il suo numero e lasciai che suonasse per qualche minuto.
Quando riattaccai sentii la porta aprirsi. Ne entrò un ragazzo biondo. Indossava una maglia a maniche corte che risaltavano i suoi pettorali leggermente scolpiti e dei jeans scuri a vita bassa.
Appena mi vide mi sorrise… e che sorriso.
Lo vidi accomodarsi ad un tavolo in un angolino. Andai verso di lui con il libretto del menù tra le mani.
“Buongiorno. Questo è il listino” dissi porgendoglielo “quando ha scelto cosa ordinare mi chiami pure” continuai con tono cortese.
“Dammi pure del tu” mi disse sorridendomi. “D’accordo”.
Continuava a guardarmi e sorridere, come se aspettasse che aggiungessi qualcosa.
Accennai ad una risata “C’è qualcosa che non va?” gli chiesi.
“Non devi chiedermi niente? Insomma, ora il locale è vuoto. Potresti approfittarne!” mi disse non cancellando il sorriso dalle labbra.
Si alzò e mi abbracciò. Ne restai pietrificata. Non avevo mai visto quel ragazzo in vita mia e prima si mette a dire cose senza senso e poi mi abbraccia? Strano.
Mi scostai dalle sue braccia “Scusa ma non capisco… Insomma…” mi misi a ridere “sei strano sai? Abbracci tutte così? Senza motivo? Neanche fossi famoso!” risi ancora, più per la sua faccia stupita e divertita allo stesso tempo.
“Scusa credevo… Aaaah, lascia stare” disse divertito e risedendosi.
Non capivo che aveva quel ragazzo.
So solo che quando mi ha abbracciato ho provato brividi e… piacere.
*Days like this I want to drive away, pack my bags and watch your shadow fade…*
“Ti dò fastidio se metto in vivavoce?” chiesi all’unico cliente presente nel locale.
Il ragazzo scrollò le spalle e poggiò la schiena allo schienale della sedia con il listino in mano, intento a leggerlo.
Misi in vivavoce e la voce assonnata di Sam mi urlò contro: “Mi stavo per baciare con Justin, proprio in quel momento mi dovevi svegliare?!”.
Sul mio viso si dipinse una faccia confusa, e pure sul viso del ragazzo che nell’udire quelle parole si era girato verso il cellulare appoggiato sul bancone e poi verso di me.
“Con chi scusa?”. La risposta mi arrivò con un tono scocciato: “Justin, Justin Drew Bieber. Ricordi? Ieri ti ho anche fatto sentire una sua canzone!”.
In effetti il giorno prima non aveva fatto altro che parlarmi di ‘sto tipo, di quanto fosse bello e di come fosse il suo idolo.
Quel ragazzo ha davvero un grande talento, la sua voce mi aveva subito colpita.
E’ un dispiacere vedere persone che si limitano ad apprezzarlo per il suo aspetto esteriore: un talento del genere non si trova ovunque.
Che fosse un Dio greco caduto dall’Olimpo come lo descriveva Sam, io non lo potevo confermare non avendolo mai visto.
Vidi il ragazzo seduto al tavolo ridacchiare sotto i baffi. Ma quello i fatti suoi no?
“Era ora che ritornassi alla vita reale. Ora vai a lavarti che mi scoccio qui, senza di te…”
“Ok, Ok… Vado a lavarmi i denti, stai in linea” la sentii accendere la tv su MTV Music.
Stavano riproducendo ‘Drive By’, la canzone era verso la fine della sua riproduzione.
A quel punto vidi il ragazzo chiudere il listino del menù.
Feci per avvicinarmi con il blocchetto e penna in mano per prendere l’ordinazione ma vidi il biondo prendere dalla tasca il cellulare, spostare sullo schermo touch il suo dito per poi portare l’apparecchio al suo orecchio.
Aspetterò, mi dissi. Intanto la canzone era cambiata, dalle note non definite che si sentivano dal cellulare riconobbi ‘Give Your Heart A Break’.
Passarono pochi secondi e sentii sospirare dal tavolo nell’angolo.
Lasciò scivolare la sua testa all’indietro e ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni.
I suoi occhi erano fissi sul soffitto e aveva una strana impressione sul volto. Subito provai pena per lui.
Mi avvicinai e appena mi vide fece finta che nulla fosse successo e si girò dalla mia parte.
I suoi occhi parlavano, sicuramente era turbato per qualcosa. Mi abbassai leggermente in modo da avere la mia testa alla stessa altezza della sua.
“Qualcosa non va?” gli chiesi premurosa.
“Dovrebbe?” mi chiese con una voce decisamente troppo neutra. Era OVVIO che c’era qualcosa che non andava.
“Guarda che faccia che hai, sembra che hai visto un fantasma! Non voglio farmi i fatti tuoi, però non mi piace vederti così… C’è qualcosa che posso fare per te?” gli poggiai una mano sulla spalla.
Davvero non mi volevo intromettere troppo, ma per me è terribile vedere una persona così. Sono troppo altruista, questo dice chi mi conosce.
“Mi porteresti un cappuccino per favore?” mi chiese cambiando leggermente la sua espressione in una più tranquilla.
“Ci metto un attimo” gli dissi ritraendo la mano che subito lui prese per poi sussurrarmi un “Grazie”.
Mi congedai con un mezzo sorriso e le guancie che in un nano secondo erano andate a fuoco.
La verità è che sono molto sensibile e mi sorprendo per ogni minimo gesto che mi viene fatto.
“Kate ci sei?” portai il cellulare vicino alla macchinetta del caffè e cominciai a preparare il cappuccino.
“Certo che ci sono”
“Beh ti dicevo che ho sognato Justin no?” sbuffai.
Non volevo essere cattiva ma dei suoi sogni perversi non mi importava molto.
“Embè?” le chiesi azionando la macchinetta del caffè.
Il liquido cominciò a fuoriuscire e il magnifico profumo di caffè mi inebriò le narici. Io adoro il caffè, soprattutto il suo odore.
“Embè è stata una notte stupenda, finché tu non mi hai svegliata!”
“Mi dispiace Sam, non sapevo ti stessi facendo mentalmente con quello che tu chiami ‘tuo idolo’” “Kate!” risi.
Intanto il cappuccino era pronto, sistemai la bustina di zucchero e il cucchiaino sul piattino su cui era poggiata la tazza e misi il telefono in tasca.
Mi incamminai verso il tavolo e poggiando l’ordinazione dal telefono sentii il suono delle classiche campanelle natalizie.
“Ma è maggio! Chi arriva, Babbo Natale?” chiesi a Sam confusa.
Insomma le canzoni natalizie alle porte dell’estate proprio non si potevano sentire!
La sentii strillare “ODDIO KATE ODDIO E’ JUSTIN! Ti prego accenditi la tv e vai a vedere quanto è bello!”.
Ci mancava solo quella.
Mi congedai dal cliente con un sorriso che ricambiò e andai ad accendere il televisore appeso al lato opposto, prendendo prima un bicchiere d’acqua.
Avevo la gola secca, sapevo cosa stava succedendo. Era lui a mettermi in soggezione.


Justin
Quella ragazza era stranamente incantevole.
Mi aveva colpito tutto di lei: la sua espressione confusa e allo stesso tempo divertita nel capire il mio comportamento, la sua aria scocciata nel parlare con l’amica, la sua disponibilità, i suoi occhi così scuri e penetranti, il suo sorriso rassicurante, il suo tocco così delicato e il suo modo di arrossire assolutamente adorabile.
Un fulmine a ciel sereno, che mi aveva colpito in pieno.
Da ciò che ho potuto appurare, lei non sapeva chi sono. Chissà come reagirà tra 3… (stava prendendo in mano il telecomando), 2… (accende la tv), 1… (va sul canale giusto).
Una scena esilarante.
La ragazza, Kate mi pare d’aver capito, appena vide la mia immagine alla televisione sputò l’acqua che stava bevendo sul pavimento strabuzzando gli occhi per poi tossire e tornare a guardare lo schermo, l’amica dall’altra parte del telefono le chiedeva cosa stesse succedendo e se stesse bene per poi insinuare che la sua reazione fosse dovuta al fatto che il mio bell’aspetto l’aveva in qualche modo impressionata.
Io? Io me la stavo ridendo sotto i baffi.
Per più di una volta nel quarto d’ora in cui ero in quel locale i miei problemi si erano dissolsi per qualche istante, e chi poteva compiere questa magia? Lei.
“N-no Sam, non è successo niente…” disse studiando meglio ciò il video musicale di ‘Mistletoe’ che stavano ancora trasmettendo.
“Allora? Che ti dicevo? Non è una meraviglia?” le chiese ancora l’amica al telefono.
Vidi il viso di Kate arrossire leggermente “Non male” disse sorridendo.
Non capii. Era un sorriso così enigmatico, peggio di quello dipinto da Leonardo Da Vinci sul volto della Monna Lisa.
“Aaaah lo sapevo!”disse l’amica con voce squillante “Ti giuro, farei di tutto per incontrarlo, DI TUTTO!”.
Ecco. Ora, com’era giusto che fosse, avrei dovuto promettere di incontrarla sotto richiesta implorante di Kate. 
Io amo i miei fans, ma ci sono momenti come questo in cui voglio solo isolarmi dal mondo.
Mai, e ripeto MAI mi sarei aspettato che la ragazza-cameriera liquidasse velocemente la sua amica con visibile dispiacere dipinto sul suo volto e si affrettasse a chiudere il locale.
“Non credo tu sia dell’umore per ricevere troppe visite” mi disse oscurando l’ultimo vetro.
Non ci potevo credere. Quella ragazza aveva ‘goduto’ della mia presenza da soli 20 minuti e già era riuscita a leggermi dentro.
Le rivolsi un sorriso di gratitudine per poi finire il mio cappuccino.
Lei era al bancone, giocherellava con una cannuccia colorata.
Mi alzai portando con me il piattino con sopra poggiata la tazzina e il cucchiaino e andai a pagare il conto.
“Oh grazie, ma non ti dovevi disturbare” mi disse portando tutto in cucina.
“Figurati, grazie a te per… tutto” le sorrisi imbarazzato.
Ma che sto facendo? Io, Justin Bieber, che mi faccio intimidire da una ragazza?
E’ anche vero che lei non è una semplice ragazza, lei è la ragazza. 
“Comunque piacere, Kate” mi disse sorridente e porgendomi la mano destra.
“Justin Bieber” le risposi stringendola.
Sentii una morsa allo stomaco nel vedere la sua espressione da felice a preoccupata.
Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Il fato che fossi famoso l’aveva messa a disagio? Se quest’ultima ipotesi fosse vera, non avrei voluto crederci. Io VOLEVO conoscere Kate.
“Per prima… Scusa l’accoglienza. Sicuramente ti aspettavi di meglio ma non sapevo fossi un personaggio dello spettacolo. Oddio che figura” disse scompigliandosi i capelli con una mano e abbassando lo sguardo.
“No Kate, non scusarti. Non mi aspettavo nulla, in fondo sono un ragazzo come tutti gli altri, no?” il suo sorriso sembrò più rassicurato.
“Allora, quanto è il conto?” le chiesi poi.
“Oh no. Questa colazione te la offro. E non rifiutare, insisterei”
“Visto che non posso rifiutare, è ok. Ma permettimi di ripagarti portandoti in un bel posto domani pomeriggio. Sempre se ti va e se non hai altri impegni” le vidi gli occhi illuminarsi e il suo sorriso allargarsi visibilmente.
“Si, mi farebbe piacere” mi rispose semplicemente. 
Presi un tovagliolino ben inserito in una scatolina sul balcone e con la penna che portavo sempre nella tasca dei pantaloni scrissi ‘Per Sam’ facendo sotto il mio autografo.
Glie lo porsi. “Mi amerà per tutta la vita” mi disse divertita. La sua risata mi riscaldava il cuore.
Ne presi un altro e ci scrissi il mio numero di cellulare.
“Chiamami stasera così ci mettiamo d’accordo per domani, ti va?” le chiesi prima di avviarmi verso la porta.
“Certo. Vuoi uscire dal retro?”
“Renderebbe le cose più facili” mi accompagnò al retro e aprì la porticina che dava su un piccolo parcheggio con a destra l’uscita.
Mi girai per l’ultima volta verso Kate “Grazie ancora” le dissi.
“E di cosa?” mi chiese curiosa.
Di essere entrata nel mio mondo


Kate
Stavo riaprendo il locale, ancora scossa.
Basta Kate, l’ha fatto solo per cortesia. Al diavolo la coscienza.
In quel momento lo sconosciuto di poco fa si era impossessato della mia mente.
Sarà stato per quel suo modo di fare e per la sua voce che è entrato così facilmente nei pensieri.
Sarà che forse qualcuno ha voglia di passare del tempo con me perché apprezza quella che veramente sono, ignorando idioti pettegolezzi in questo caso inesistenti per lui che non mi conosce.
Amo questa cosa.

Erano le 21.30.
Che faccio? Lo chiamo? E se lo disturbo? E se per lui non fosse il momento giusto? E se si fosse già dimenticato di me?
Troppi complessi mentali.
Ero nel mio letto con le gambe nude sotto il leggero lenzuolo e solo l’intimo e una canottiera addosso.
Avevo il mio cellulare nella mano destra e il bigliettino con il numero di Justin nella sinistra.
Che fare? Chiamarlo o non chiamarlo? Magari se gli mando un messaggio lo disturbo meno.
Oddio che situazione. Mi feci coraggio e digitai il massimo che mi riuscì in quel momento:

Sono Kate :) Stamattina mi avevi chiesto di rintracciarti questa sera per metterci d’accodo per domani, sempre che ti vada ancora. Non voglio esserti di peso o disturbo…

Ok… *click* Messaggio inviato.
Mi meravigliai di quanto velocemente la risposta:

Kate, che bello sentirti! :D Non fare questi giochetti, non ti libererai facilmente di me HAHA. Domani alla fine del turno ti vengo a prendere al bar :)

Sentii il cuore fare un paio di capriole, feci un respiro profondo:

Dove mi porterai di bello?

Nuovo messaggio da Justin:

Sorpresa :) Buonanotte Kate, a domani. Non vedo l’ora

Se vuoi che muoia, puoi pure dirmelo subito eh!

Buonanotte anche a te Justin :)

Mancavano 10 minuti alla fine del turno, e mi sentivo terribilmente agitata.
Quella notte avevo dormito poco e avevo avuto modo di pensare. C
onclusione? Stavo correndo troppo, come sempre.
Ma era inevitabile, ero fatta così e tutte le delusioni ricevute a causa di questo mio errore mi avevano reso una ragazza più forte.
Servii una coppia di ragazze occupate a spettegolare e lasciai che il tempo passasse in modo infinito.


Justin
Eccoci, eravamo arrivati.
Per tutto il viaggio Kate non aveva fatto altro che chiedermi dove stavamo andando.
Le presi la mano e la portai con me fin dentro all’enorme edificio.
“Allora, da dove vuoi iniziare?” le chiesi. “Oh, assolutamente dai delfini!”.
Era entusiasta, esaltava come una bambina davanti ad un nuovo giocattolo. Era così tenera!
Passammo il pomeriggio così, a passeggiare tra grandi vasche e ammirare le specie marine che vi si trovavano dentro.
In quel lasso di tempo conobbi molto di lei e mi sembrava una ragazza stupenda, in tutti i suoi aspetti.
Sensibile, gentile, simpatica e impacciata.
Stare con lei mi faceva stare bene, non dovevo fingere di essere un’altra persona per piacerle e il semplice ragazzo che era prima di diventare famoso era riemerso.
Sapevo dal primo momento che mi aveva incantato con i suoi occhi che lei poteva avere questo effetto su di me e vista la mia situazione poco comoda l’avevo invitata a passare del tempo.
Come fosse una medicina. La mia medicina preferita, che ti fa stare meglio senza dover provare il suo gusto amaro in bocca.
Ora mi stavo maledicendo. 
Si, maledicendo perché stavo passando una giornata fantastica in compagnia di una ragazza che non avrei più rivisto in vita mia e che stavo probabilmente illudendo.
Sono un mostro e stavo commettendo un errore, di nuovo.

Kate
Quel ragazzo mi piaceva sempre di più.
Nel tempo passato insieme potei appurare che era davvero in gamba e che nonostante la sua fama non si era montato la testa.
La mia mano nella sua mi provocava un’infinità di brividi inspiegabili ma la cosa più importante era che in quel pomeriggio con lui ero stata me stessa in tutto e il fatto che lui apprezzasse la vera me rafforzava i miei giudizi positivi a suo riguardo.
Nel passare del tempo il ragazzo depresso arrivato la mattina prima nel bar era parzialmente sparito.
Nei suoi occhi leggevo un’espressione nuova, più tranquilla e felice.
Che sia io a fargli questo effetto? Plausibile.
Se davvero fosse stato così, potevo ufficialmente reputarmi la ragazza più felice e fortunata del mondo.

Erano le 17 e noi eravamo al bar a riposare, quando un tizio in tv attirò la mia attenzione:

Mancano meno di 2 ore al concerto della bellissima Selena Gomez che si terrà proprio qui, in Florida!’ vidi l’espressione di Justin cambiare radicalmente e i pugni stringersi sul tavolino ‘Ma passiamo prima al gossip che in questi giorni la vede come protagonista. Sul web e giornali girano gli scatti di una settimana fa del presunto fidanzato Justin Bieber con una fan’ colpo al cuore ‘tutti ci chiediamo come l’abbia presa la giovane e come si sia giustificato Justin. Che sia la fine della famosa coppia ‘Jelena’ che tutti adorano?

Non avrei voluto, ma mi rabbuiai.
Mi avevano illusa di nuovo e io i ero cascata, di nuovo.
“Kate, io…” lo bloccai: “Che fai qui Justin?”. Mi guardò perplesso.
“Tieni a lei?” gli chiesi.
Lui annuì flebilmente per poi sussurrare un ‘è troppo tardi’.
“No Justin, non è tardi! Ora corri da lei, scusati, ripetile cosa provi per lei, cantale una canzone, fai il possibile insomma! Non è ancora troppo tardi Justin”.
Tutti gli occhi erano puntati su di noi, lui mi guardò serio per poi abbracciarmi velocemente sussurrandomi un ‘grazie’ e correre verso l’uscita.
Inevitabilmente una lacrima mi accarezzò una guancia.
La cameriera di turno, una ventenne mi posò una mano sulla spalla dicendomi: “Hai fatto la cosa giusta”.
“Lo so” dissi lasciandomi scappare un singhiozzo e un’altra lacrima.

Addio Justin.

  
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