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Autore: MouMollelingua    30/04/2012    3 recensioni
Eccomi qui, più agguerrita che mai!
Sono un'amante delle Percabeth, ma, in questa storia, dimenticatevi di Annabeth.
Cioè, farà parte del racconto, inutile negarlo.
Al Campo Mezzosangue arriva una nuova Semidea.
Al primo impatto, Percy e la nuova arrivata non vanno molto daccordo, ma Annabeth s'intromette ed è gelosa!
La nuova Mezzosangue entra involontariamente nel Labirinto di Dedalo, Percy l'andrà a salvare?
Nascerà un amore tra i due?
*
Sentii Grover ripetere: "Figlia delle crepe, figlia delle crepe, figlia delle crepe..." ma non ci venne in mente nulla.
Scendemmo al piano di sotto, e Chirone ci aspettava, con tre zainetti, pieni di roba da vestire, mangiare...
Mi infilai il ciondolo di Costanza in tasca.
Accanto al centauro, lo raggiunse il Signor D., che beveva un bicchiere di vino rossissimo.
"Bene, Peter Jhonson, a mai più!" esclamò, finendo il bicchiere.
Io, Annabeth e Grover alzammo gli occhi al cielo, raggiunsimo il Pugno di Zeus ed entrammo nel Labirinto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12. RIUNIONE DI FAMIGLIA?

Mi svegliai più rilassato del solito: quella notte non avevo sognato nulla di strano.
Mi lavai e raggiunsi il campo per gli allenamenti.
Qualche figlio di Apollo mi stracciò in tiro con l'arco, parlandomi con le loro rime noiose.
"Torna al tuo parco, non sei capace in tiro con l'arco!" esclamò uno dai capelli ricci e biondi.
"Sì, okay, grazie" borbottai, sperando di togliermelo dai piedi.
"Se vuoi ancora duellare, fai attenzione a non imbrogliare!"
"Va bene..."
"E se dovessi morire, ti mando dei fiori e delle cartoline..."
"IN NOME DEGLI DEI! Ho capito, grazie"

Costanza mi raggiunse poco dopo, correndomi incontro con espressione seria.
"Ciao. Annabeth non è ancora arrivata?" chiese.
Mi guardai attorno.
"A quanto pare no, ma di solito lei arriva prima di te" le risposi.
"Dobbiamo parlare" dichiarò, prendendomi malamente per il polso, trascinandomi dietro i bagni del campo.
Ripensai per un attimo a tutte le cose sbagliate che avevo fatto fino in quel momento, ma non trovai nulla di grave.
L'odore nauseabondo che aleggiava sui gabinetti non era uno dei migliori.
"Spero che farai in fretta" dissi, tappandomi il naso.
"Putroppo no" sibilò "Noi non dovremmo stare insieme, io non dovrei essere qui, noi non dovremmo esistere" l'espressione era pensosa e molto, filosofica.
"Sul fatto che non dovessimo essere nati sono d'accordo..."
"Percy, per una buona volta, potresti parlare di cose serie e non guardare il lato sarcastico della situazione?" domandò, spazientita.
"Okay, okay. Chiariamo una cosa: se non vuoi stare con me, fai pure... Se questo è ciò che vuoi, accetterò" era strano che delle parole del genere mi uscissero dalla bocca.
"No, io non dicevo questo..."
"E allora cosa?!" sbraitai.
Alle volte era proprio complicata Costanza, ogni tanto aveva una mente così contorta.
"Dovremmo frequentarci segretamente, nessun Dio e nessun Mezzosangue deve sapere che noi stiamo insieme" rispose.
"Quindi, noi due ora siamo una coppia e tu vuoi stare insieme a me?"
"Se continui a fare il deficiente con queste domande altrettanto deficienti giuro che ti fulmino"
"Ma tu sei figlia di Ade" la provocai; a quel nome, si sentì un tuono.
Lei alzò gli occhi al cielo.
Era evidente che la stavo irritando.
"Troverò un modo per fulminarti lo stesso" la sentii borbottare qualcosa del tipo: "Chi-me-l'ha-fatto-fare-a-innamorarmi-di-questo-squinternato?"
"Costanza, sono solo, confuso" ammisi, in tono pressocchè triste.
"Mi dispiace per Annabeth" affermò, abbassando lo sguardo.
"Anche a me" risposi.
"Vai da lei, è la cosa migliore" mi consigliò.
"E tutto quel discorso che mi hai fatto ieri? Non è servito a niente!" ribattei.
"Già. Scusa, sono io che ho bisogno di tempo, per pensare" disse.
"Cosa? Io allora? Sono in ostaggio, non posso fare niente con te che Annabeth mi disintegra, e se faccio qualcosa con Annabeth, te ti offendi" esclamai, la mia pazienza era al limite.
"Attento a come parli, Jackson. Non ho mai detto questo" mi puntò l'indice sul petto, e se con un'occhiata si può uccidere, Costanza quasi ci riuscì "Vado da Nico" con queste tre parole, mi abbandonò.
Sbuffai e andai a cercare Annabeth.

Mi recai dalla mia migliore amica e parlammo del più e del meno, ridendo scherzando...
Quando uscì dalla sua capanna, Costanza e Nico erano in riva al lago, a lanciare sassi sulla superficie dell'acqua.
Quando Nico mi vide, disse qualcosa all'orecchio di Costanza, si alzò e con passo svelto, si direse verso di me.
"Percy, amico, ehm, lei non vuole vederti" disse.
"Ah, nemmeno io"
"Chi è che non vuoi vedere, Percy?" Annabeth era dietro di me.
"Costanza" rispose Nico.
"Avete litigato?" domandò, il viso rosso per l'imbarazzo.
"Si sono mollati" rispose semplicemente il figlio di Ade.
"Cosa? Percy... credevo che..." una lacrima scese dagli occhi grigi della mia amica.
"Non siamo mai stati insieme" risposi freddo.

-

Qualche settimana dopo, per fortuna, io e Costanza fecimo pace.
Io ero fidanzato con Annabeth - Costanza era una cotta passeggera - e la figlia di Ade aveva trovato un nuovo amico, un certo figlio di Afrodite - per niente stupido - e giravano voci che Clarisse gli abbia beccati sotto il Pino di Thalia a baciarsi.
Alla fine tutto era stato sistemato, quello era solo un periodo buio della nostra grande amicizia.

Tutto è bene, quel che finisce bene!
Odio i lieto fine D:
Ringrazio TUTTI coloro che hanno letto, recenito, messo tra le seguite, ricordate e/o preferite questa storia! Davvero, senza di voi non avrei scritto questa schifezza ;D
Ps: il capitolo l'ho scritto un po' di fretta, spero che comunque vi piaccia.
   
 
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