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Autore: Gloriens    30/04/2012    0 recensioni
"IO NON VOGLIO TRASCORRERE LA MIA ESTATE IN QUEL FOTTUTO PAESE"
dissi,sbattendo la porta.
Ma mi sono appena resa conto,che se avessi saputo di incontrare lui, qui ci avrei voluto passare la vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La radio della macchina di mia madre non tace per niente,e nonostante abbia le cuffie la voce odiosa della giornalista mi entra in testa. Spengo la radio,ma mia madre la riaccende. La fulmino con lo sguardo,intenta a farle capire che doveva essere così. Era troppo che mi stava facendo allontanare dalla mia vita a Londra,dove avevo i miei amici,la mia vita,i miei amori e tutti i miei ricordi,belli e brutti. E' vero,a Londra avevo perso mio padre,morto in un incidente mentre mi accompagnava a quelle fottute gare di danza. Se non ci fossi andata,so bene che non sarebbe successo nulla, ma viziata com'ero, aveva ceduto ai miei stupidi capricci per accontentarmi. Erano passati otto anni,otto fottuti anni che quell' uomo non era con me,ad abbracciarmi,a starmi vicina,a differenza di mia madre,che il mestiere di mamma non lo sapeva fare per niente. Sono tutto ciò che una ragazza non deve essere. Ribelle,scontrosa,maleducata. Non sono ciò che mia madre,la regina delle snob tutta "Chanel Gucci and Dior" vorrebbe che sia. "Hollie,siamo arrivate" mi urla,non ha ancora capito che ho le cuffie? "HOLLIE!!!!" continua a strillare. La sento,scocciata mi tolgo le cuffie e la guardo con occhi stanchi. "che cazzo vuoi ora?" le chiedo,sbadigliando. Non mi dice nulla,ormai è abituata ai miei modi di fare, infondo ho quindici anni,posso permettermi qualche parolaccia di troppo,no? "Siamo arrivate,comunque". Giro la faccia,ancora incredula alle sue parole. Una piccola casa bianca si affaccia davanti ai miei occhi,con il suo piccolo e incolto giardino e una casella delle poste rovinata dalla pioggia. Ok Hollie,stai calma. Mia mamma scende qualche scatola dalla sua macchina,e me ne passa una,contenente alcuni libri, visto che avendola presa dal lato sbagliato,l'ho rovesciata in terra. La donna affianco a me mi guarda,e con un sorriso dolce,mi abbraccia. "Piccola,so che è difficile per te abbandonare tutto per tre lunghi mesi, ma ti prometto che torneremo a Londra,okay?" piangevo. Non piangevo da circa due anni ormai, da quando sono diventata ciò che sono ora. Non me la sento di stare tre mesi lontana da tutto,non ho il coraggio,qua non ho amici. La casa sembra abbastanza accogliente,come sempre. E' la casa dei miei nonni che ora non ci sono più,ed è passata in proprietà di mia madre che la utilizza come villa delle vacanze. Villa....bello schifo. Sembra una di quelle case americane che si vedono in TV,e non è l' unica villa fatta in questo modo,qui a Holmes Chapel. Porto la mia roba nella mia stanza,quando mi accorgo che c'è ancora il baule dove contenevo le mie cose quando il papà c'era ancora. Lo apro,scostando un po' della polvere che c'è sopra,quando sento una lacrima bagnarmi il viso. Sono ancora chiuse nel loro sacchetto di pizzo, con il loro rivestimento di raso rosa e quei due nastri che le legavano strette alle mie gambe. Le mie scarpe da danza,le mie compagne di vita,le cose che amo e amavo più di quanto amavo me stessa. Sono un 36, dovrebbero starmi ancora. Tolgo le mie all star dai piedi, infilandoli delicatamente in quelle raffinate scarpette rosa,alzandomi in piedi e cominciando ad accennare qualche passo, quando mi accorgo che la forza delle mie gambe,abituata a stare su uno Skateboard, ormai non reggono più quella passione. Cado per terra come una stupida ancora illusa di ricordare qualche piccolo passo,quando mia madre entra in camera con uno scatolone di vestiti e il mio skateboard in mano...cosa??!? IL MIO SKATEBOARD NELLE SUE MANI? Mi tolgo velocemente le scarpe e corro a portarglielo via. L' ultima volta che ha trasportato uno skate di mia proprietà,vi aveva poggiato sopra una gamba del pianoforte,spezzandolo in due. "Dammi qua" le strappo via l' oggetto dalle mani,insieme alla scatola dei miei vestiti. Vestiti abbastanza semplici direi. Non sono come lei, non sputtano i miei pochi soldi in roba di marca ma mi accontento anche di uscire con un sacco della spazzatura addosso. Ora la casa è sistemata e mia madre mi chiama per cenare,non ho fame, il che significa che non scendo neanche se mi paga cento mila sterline. Mi infilo una maglietta e un paio di shorts,prendo lo skate e me lo trascino giù per le scale. "Posso andare a Skateare?" le chiedo con fare antipatico,come solo io riesco a fare. "Sono le nove di sera Hol, non ti sembra tardi?" mi chiede, mangiando un pezzo di pane. "No,ciao". Fuori è tutto abbastanza tranquillo,e il mio umore è a terra. Non c'è nulla di meglio di qualche giro sullo skate.
  
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