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Autore: Severa Crouch    30/04/2012    4 recensioni
Questa storia si è classificata prima al contest "Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole", indetto da Ismene Non sappiamo che fine abbiano fatto Tobias Piton ed Eileen Prince, genitori di Severus Piton. Non sappiamo se siano morti di morte naturale o a causa della guerra, presumibilmente la prima guerra magica. Se Lord Voldemort avesse chiesto a Severus Piton di liberarsi del suo passato Babbano, così come tempo fa lui si era liberato di Tom Riddle senior, come potrebbero essere andate le cose? Un racconto su un amore malato, da parte di una donna che ha sempre messo gli altri avanti a sé. O almeno io la immagino così, pensando a come è diventato suo figlio.
Dalla storia: "Si sedette sul bordo del letto, accarezzando il volto esanime di Tobias: nonostante tutto, lo amava ancora.
Eileen si guardò il braccio, che portava i segni dell'ultimo maltrattamento. Il suo corpo era stato straziato più volte dall'uomo che amava e, infondo all'anima, sentiva di meritare tutto quel dolore"
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eileen Prince, Severus Piton
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Questa storia si è classificata prima al contest "Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole" indetto da Ismene. 
Le consegne del contest erano quelle di scegliere un personaggio, un prompt, un incipit ed una frase da inserire nel testo. Trovate tutto nello specchietto allegato. La storia doveva essere di  genere introspettivo.



Nickname: Shallo (forum) Severa_Sha (Efp)
TitoloNon abbastanza Babbana
Genere: Introspettivo/Triste/What if?
Raiting: Arancione
Avvertimenti: One-Shot
Personaggio: Eileen Prince (incredibile non c'è nell'elenco di EFP!)
Personaggi secondari: Severus Piton
Prompt: Bacchetta
FraseLa vita è come un racconto; importa non tanto la lunghezza, quanto il suo valore. - (Seneca) 
IncipitInevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino dell’amore non corrisposto - (Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera)

Introduzione: Non sappiamo che fine abbiano fatto Tobias Piton ed Eileen Prince, genitori di Severus Piton. Non sappiamo se siano morti di morte naturale o a causa della guerra, presumibilmente la prima guerra magica.
Se Lord Voldemort avesse chiesto a Severus Piton di liberarsi del suo passato Babbano, così come tempo fa lui si era liberato di Tom Riddle senior, come potrebbero essere andate le cose?
Un racconto su un amore malato, da parte di una donna che ha sempre messo gli altri avanti a sé. O almeno  io la immagino così, pensando a come è diventato suo figlio.  
 
Note Dell’autore: per questa storia ho immaginato un amore malato, in cui sono imprigionate molto spesso le donne vittime di maltrattamenti familiari. 
Le continue vessazioni ricevute finiscono per minare l'autostima e la donna arriva a sminuirsi da sola. Tuttavia, per molte donne è l'istinto materno a tirarle fuori dal baratro in cui sono precipitate. 
In questo caso, ho immaginato Eileen come una donna molto fragile che preferisce la morte, lasciando la vita con un ultimo gesto d'amore: cerca di preservare l'anima del figlio da futuri rimpianti e dalla consapevolezza di aver ucciso i propri genitori. 
Si parte dall'euforia per la fine dei tormenti di Tobias, dalla gioia per l'uso della magia, per poi il voler tornare da lui, perché negli ultimi anni lui definiva l'identità della donna. Senza di lui, Eileen è libera, ma al tempo stesso si sente persa. E' un meccanismo perverso e malato, che trova nella morte la composizione del conflitto.
Ho cambiato il pronome “gli” in “le” nell'incipit per adattarlo ad Eileen, che è il soggetto della frase. Inoltre, ho messo come rating arancione perché la tematica trattata, il suicidio, non mi sembra adatta ad un rating più basso.
 
 
Non abbastanza Babbana
 
 
Inevitabile: l’odore delle mandorle amare le ricordava sempre il destino dell’amore non  corrisposto. La casa era in disordine, come sempre. Per terra, vicino il letto, una fiala era senza il tappo e quel che residuava del contenuto era per terra. 
Finalmente il silenzio regnava in quella casa. 
Eileen decise di fare qualcosa di straordinario: aprì l'armadio e tirò via l'enorme scatola di legno che teneva sul fondo, coperta dagli stracci che aveva recuperato e che sperava di utilizzare per farne dei vestiti. 
Aprire la scatola era un gesto altamente eversivo, ma adesso che era tutto finito non c'erano più regole a cui obbedire: adesso regnava l'anarchia della solitudine. 
Il coperchio in legno di abete si schiuse ed il passato emerse in tutto il suo splendore. Eileen rivide i suoi libri - quelli che non aveva dato a suo figlio - le foto della Gazzetta del Profeta - testimoni delle sue vittorie a Gobbiglie - e sul fondo, coperta da appunti, foto, ricordelle e lettere, giaceva la scatola più preziosa, e per questo nascosta.
Eileen soffiò via la polvere, il logo di Olivander tornò a brillare, illuminato dalla fioca luce delle candele che illuminavano la stanza. 
Le mani tremavano per l'emozione, Eileen sollevò la stoffa che impreziosiva la scatola e vide infine la sua bacchetta magica. Aveva rinunciato alla magia per un amore malato. 
Quando disperava di poter sopravvivere, arrivò Severus ad illuminarle le giornate e a rendere così difficile la fuga, che allora iniziava già a progettare. 
Agitò la bacchetta e l'armadio tornò ordinato, come non lo era mai stato in tanti anni di vita Babbana. 
Eileen si era impossessata nuovamente della sua identità di strega. La magia presente in lei, finalmente, tornava a scorrere, fuoriusciva dalla bacchetta ed anche un banale incantesimo domestico era un sollievo dopo tanti anni.
Si voltò verso il letto sfatto su cui giaceva il corpo immobile di Tobias. 
Lui era stato la causa di tanti dolori e la fonte di molte gioie. 
In un attimo la vita le scorse d'avanti gli occhi e ricordò la sua infanzia, l'adolescenza tra le mura di Hogwarts, i Tornei di Gobbiglie e le passeggiate nei boschi. 
Durante una di quelle passeggiate incontrò Tobias.
Fu colpita dalla tristezza dei suoi occhi, dalla timidezza, che nascondeva un carattere chiuso, e dall'arguzia dei suoi pensieri. Lui le parlava di poeti e scrittori Babbani, apriva un nuovo mondo davanti ai suoi occhi e lei ne era così affascinata. 
Erano giovani e la vita era tutta innanzi a loro. 
Finché non si sposarono ed i problemi economici, la disoccupazione, la routine e l'alcolismo presero il sopravvento su un amore che non aveva avuto tempo di metter radici. Lei per amore aveva rinunciato al suo mondo, accettando di stare a casa e prendersi cura dell'uomo che amava. Purtroppo, non si era rivelata all'altezza delle aspettative. 
Non era abbastanza brava a cucinare, non sapeva prendersi cura di suo marito e, quando nacque Severus, anche come madre lasciava a desiderare. 
La sua colpa era di non essere mai abbastanza Babbana.
Si sedette sul bordo del letto, accarezzando il volto esanime di Tobias: nonostante tutto, lo amava ancora. 
Eileen si guardò il braccio, che portava i segni dell'ultimo maltrattamento. Il suo corpo era stato straziato più volte dall'uomo che amava e, infondo all'anima, sentiva di meritare tutto quel dolore. 
Certo, non era colpa sua se lo Statuto di Segretezza imponeva di mentire sulla propria condizione di strega con i Babbani; tuttavia, sentiva il peso della menzogna: si era innamorata di un uomo mentendogli sulla sua condizione, promettendo una vita che non era in grado di offrire. 
Eileen non sapeva niente di cucina Babbana, non sapeva organizzare le feste e intrattenere rapporti sociali. Non era  abbastanza forte da portare il peso della menzogna, di nascondere al mondo intero la sua condizione. 
Quando nacque Severus e Tobias scoprì la realtà, ne fu deluso, comprensibilmente. Si sentì tradito. D'improvviso la donna che aveva sposato gli sembrava un'estranea, anche se Eileen era la stessa donna innamorata di sempre. 
Eileen aveva sperato durante i mesi della gravidanza che suo figlio fosse un Magonò, privo di poteri magici, così che suo marito sarebbe stato contento di avere un figlio normale. Invece, Severus si rivelò un mago eccezionale, condannandosi al disprezzo paterno.
Eileen, con una carezza, chiuse gli occhi del marito, ancora aperti in un'espressione di sorpresa per l'effetto del cianuro. Aveva voluto fare le cose per bene: se non era stata abbastanza Babbana come moglie, avrebbe dato al marito una morte sufficientemente Babbana nei modi. 
Era stato estremamente difficile determinarsi a commettere quell'azione. Tobias era sempre stato la fonte dei suoi problemi e del tormento che la agitava, ma questa volta non si trattava di lei. Lei lo amava e gli sarebbe rimasta accanto per sempre. 
Nonostante le botte e gli insulti, il suo cuore gli apparteneva. 
Questa volta c'era una ragione più importante della sua stessa vita e dei suoi sentimenti. Più importante anche dell'amore che la legava a Tobias.
 
La porta si aprì, una figura alta e scura entrò in casa. 
Eileen si voltò: “Severus? Ti aspettavo”. 
Severus capì immediatamente cosa era successo. Sua madre era un libro aperto per lui, che aveva imparato a decifrare tutte le sfumature del dolore, perché era il medesimo che lui provava. 
“Lo hai ucciso?”, chiese esitante alla madre. 
“Non potevo permettere che fossi tu a farlo. La tua anima non può macchiarsi in modo così irrimediabile”, disse Eileen, che dal letto guardava il figlio in piedi, innanzi la porta della stanza.
“Tu sai cosa devo fare?”, chiese Severus smarrito, che contava sull'effetto sorpresa e si era convinto che i suoi genitori non avrebbero mai scoperto a chi sarebbe appartenuta la mano che gli avrebbe tolto la vita. 
Era stato il Signore Oscuro in persona a chiederlo: così come lui da giovane aveva provveduto ad eliminare Tom Riddle, così Severus avrebbe dovuto eliminare i suoi legami con il mondo Babbano.
“Una madre certe cose le sa”, rispose tranquillamente Eileen, che continuava ad accarezzare il volto del marito, con dolcezza. Come durante i primi tempi del matrimonio, quando si incantava nel vederlo dormire al suo fianco, quando la sua vita era ancora un sogno. Prima che avvenisse il risveglio, così doloroso.
“Non hai paura?”, chiese lui. Severus aveva le lacrime agli occhi, sapeva che se non avesse agito il Signore Oscuro avrebbe ucciso anche lui per la sua debolezza. 
“Vedi, Severus, la vita è come un racconto; importa non tanto la sua lunghezza, quanto il suo valore. Io ho amato tuo padre quanto ho amato te, la mia vita è stata piena ed intensa e sono felice di poter raggiungere l'uomo che amo. Forse, finalmente avremo un po' di serenità”, disse la madre sorridendo. 
Eileen non era mai stata tanto serena e consapevole del suo destino. La vita sembrava già qualcosa che non le appartenesse, anche se non era ancora morta.
“Mamma, io non posso...” ansimò Severus, la forza dei suoi vent'anni si sgretolava come un castello di sabbia ed emergeva il bambino triste di un tempo.
Eileen si alzò e strinse le mani fredde e tremanti di quel figlio cresciuto senza amore. 
Tutto l'amore di Eileen era stato assorbito da Tobias e quando il marito le vomitava addosso il disprezzo, lei sentiva di non poter dare nulla a suo figlio, non si sentiva all'altezza di amare. 
Accarezzò il volto di Severus, con la serenità di chi ha fatto una scelta irrevocabile, sorrise e gli disse: “Non ce ne sarà bisogno, Severus. Sii forte”. 
Diede un bacio di addio al suo adorato bambino e tornò dall'uomo che aveva guidato la sua intera esistenza, di nuovo voltava le spalle al figlio per l'uomo che amava, ma questa volta lo avrebbe fatto per il bene di Severus.
Severus scostò gli occhi, uscì dalla stanza per non dover sopportare quella visione che non aveva l'adrenalina di un omicidio ma solo il dolore di un addio e lo strazio dei suicidi. 
Si appoggiò alla parete dietro la camera da letto, con gli occhi colmi di lacrime che non riuscivano a scorrere, perché per una vita intera si era abituato a non versarne. 
Il suo cuore si fermò nel momento in cui sentì il vetro della fiala cadere per terra. 
Eileen aveva scelto una morte Babbana, la stessa di Tobias, sperando di potersi riunire all'uomo che amava oltre la morte, sperando che l'amore per il figlio bastasse a giustificarla. Dopo tutto, anche Tobias amava Severus, ma questo suo figlio non lo avrebbe mai saputo.
   
 
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