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Autore: Jailer    30/04/2012    4 recensioni
Non è imbarazzo: è solo silenzio.
Non hanno mai avuto bisogno di colmare spazi vuoti, loro due: forse è amore, quello.

Storia di un momento di silenzio, di un campo di grano e cambiamenti imminenti. Su cose che potrebbero non cambiare mai.
[Yoh/Anna]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Kyoyama, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amante di Re

 

Non si lascia sfiorare che per un attimo –poi quasi fugge. Il tocco di Yoh è una carezza lieve e sussurrata a pelle: c’è tanto di lui anche nei piccoli gesti; è inconfondibile, l’Asakura.

Un campo di grano –lo perde nei suoi capelli, poi storna lo sguardo ed è il cielo sopra la testa. Ha scelto quel posto per allenarsi, Anna, non gli ha dato spiegazioni. Contro le gambe le spighe pizzicano con una sensazione un po’ fastidiosa ma che cova in sé una dolcezza strana, che non si spiega e che non vuol essere spiegata. Il profumo è buono.

-È bello qui.-

La risposta è un silenzio disteso: Anna ha anima di tigre, ma ci sono momenti in cui quasi reggerebbe il paragone con lui, mansueto come una quercia -forte; sorride poco, quando lo fa è bella, pensa Yoh, semplicemente bella.
In quel giorno, curiosamente, sembra più propensa ad assaporare un silenzio dalla rara placidità - non sferzato dal suo solo fiatone, quando non ha più nemmeno anima per parlare. Se hai fiato per lamentarti, lo hai anche per continuare, fa ridere a pensarci.

È bello qui, lo è davvero. Eppure Yoh lo sa: è l’ultimo vero attimo di una calma tanto profonda da scuotere. Le finali del torneo ricominceranno e allora il mutamento più profondo sarà una condizione necessaria, l’unico imperativo che potrebbe condurre alla vittoria –se la vittoria vorranno, e loro la vogliono. Cresceranno e non sarà più come prima.
Verranno svezzati come vitelli da loro stessi e dall’orrore: di sangue ne verrà versato, e tanto. Il sangue cambia sempre.
Potrebbe essere anche il loro: Yoh ha fiducia e ne dubita, ma già ha imparato a diffidare dalla presunzione di una costante.

Buon senso è anche non sperare troppo, quello è da stupidi, diceva il buon vecchio Yohmei, scuotendo la testa con il vigore che le persone anziane nello scongiurare l’affidamento del mondo alla nuova generazione. Yoh Asakura è un ingenuo ma non uno sciocco, ha assorbito le parole del nonno e le tiene sempre a mente per i momenti di dubbio.

L’esperienza–non sua, ma sempre esperienza è, infondo- un giorno potrebbe anche salvarlo. Pensa, forse persino spera.

Anna guarda verso un punto impreciso, guarda una nuvola più bassa delle altre, ne cerca la forma ma non la dice; è una donna, ma il riflesso di bambina negli occhi suoi è profondo.

-Non ci alleniamo?-
Non è che ne abbia voglia, per carità, ma vuole capire Anna e quella luce strana che ha negli occhi.
-L’allenamento è finito, goditi l’ultimo, e unico- lo sottolinea, è buffa quando fa così-giorno di riposo, domani devi essere in forze.-
-Sei tranquillo, Yoh?-
-Tu sei agitata, Anna?-
-E perché mai?-
-Potrebbe vincere Hao.-
-Potresti vincere tu.-

Yoh sorride e guarda in alto, Anna si contiene in una smorfia indifferente –eppure lo si vede, lo si vede, quel sorriso che le inarca l’angolo della bocca verso l’alto, quello che tenta di sigillare mordendosi le labbra.

Poi, il loro non è imbarazzo: è solo silenzio.
Non hanno mai avuto bisogno di colmare spazi vuoti, loro due: forse è amore, quello.
Un amore diverso, perché non necessita del contatto ma della sola presenza; un amore maturo, perché Anna non si preoccupa più di annoiare Yoh, con il mutismo sostenuto che le è così congeniale. Potrebbe essere semplicemente un amore vero, perché è così: è come quello dei vecchi, che si tengono le ossa e le vite attaccate insieme e lo fanno con una dolcezza, che quasi non capisci -pensando che, anche dopo aver visto per una vita il mondo così disastrato e amaro, abbiano ancora il coraggio di amare.

-Ci credi davvero? Della nostra vittoria, dico.-
-Se non ci credi tu, io non ci credo.-
-E se io ci credo?-
-Potrei farlo anche io.-
-Grazie, Anna.-

Forse un sorriso glielo potrebbe regalare, questa volta. Però poi rischierebbe di viziarlo troppo, e si sa che gli uomini si rammolliscono con poco.
Pensa ad Hao, che l’aveva guardata e gli era piaciuta. La vorrebbe amante di un Re, lui che già sa di vincere –è scritto.

-Anna?-
-Mh?-
-Se davvero non lo vincessi io, lo Shaman Fight?
Se lo vincesse Hao?-
-Fa’ silenzio, Yoh.-
E sorride.

Anna non sarà amante di Re, ma donna di principe.
Perché è anche amore, il loro, nel silenzio di un campo di grano.
-Grazie, Anna.-

---

Che cos’è? .-.
Niente, è il tendine del ginocchio infiammato che, costringendomi a stare immobile senza correre (senza correre, hic!), mi uccide di dolore e di noia e mi fa venire idee balzane in testa.
Per svariati motivi, tra cui il fatto di essermi persa e per strada il volume 10 e aver dovuto aspettare sei mesi per averlo e poter andare avanti (no, non vado avanti nemmeno di un millimetro se non leggo TUTTI i volumi in ordine), sono al quattordicesimo volume, per cui i fatti narrati si rifanno a quello che so fino a quel volume. Più qualche informazione pescata per internet perché mi piace auto-spoilerarmi i finali –nel caso si SK ci sono rimasta un po’ di merda, ma va be’.
Il finale non mi piace, per cui accetto critiche a vagonate, anche tra le più crudeli e sadiche e narcisistiche e tante altre cose cattive, se a qualcuno andrà di cagarmi.
Veloce e indolore (quasi), per non minare troppo il fandom.
A voi, miei quattro lettori
chesisonogiàdefilatidaunpezzo.

 

   
 
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