Note: Scritto per lo Sherlothon (http://sherlockfest-it.livejournal.com/tag/sherlothon) con prompt "Vestaglia color topo" per il team Canon.
Accusate dunque l'evento e la mia febbre per questa... cosa u.u
Da brava seguace di Watson metto i titoli come lui... un po' a caso u.u
Buona lettura!



Tiro la sciarpa fin sopra il naso, il freddo è pungente e respirare è quasi una tortura. Vorrei restare a casa, al calduccio, con una tazza di thé fumante tra le mani e invece sono qui, in giro per le vie di Londra da ore.
La giornata è scura, le nuvole sono fitte e promettono neve. Sospiro, se ci fosse stato un minimo di sole sarebbe stata meno dura e invece il freddo ti entra nelle ossa e ti fa perdere il controllo della mandibola e te ne accorgi solo quando senti i tuoi denti battere.
Impreco a bassa voce e le mie parole mi si condensano davanti agli occhi.
Perché? Perché doveva nascere proprio in una giornata di Gennaio? Dannato!
Avrò visto almeno una dozzina di negozi, ma non è facile cercare qualcosa quando non si ha la più pallida idea del “cosa” si cerchi.
Vorrei un regalo personale, qualcosa che possa usare, che gli ricordi di me ogni volta che lo usa, ma anche se non ci pensasse sarebbe lo stesso. Vorrei che gli possa far capire quanto sappia di lui.
Probabilmente voglio troppo.
Esco da un negozio e vedo un giornalaio, la sua foto in prima pagina come sempre oramai.
Rido, vedendolo nascondersi dietro quel cappello, dovrei regalargliene uno stock di vari colori. Questo sì che mi divertirebbe. Sorrido all’idea del vederlo scartare una serie di deerstalker rossi, verdi o marroncini. Vorrei vedere la sua faccia sorpresa, sconvolta e orripilata allo stesso tempo. Varrebbe mille inferni.
Scuoto la testa. Un’idea divertente ma completamente folle.
Potrei regalargli qualche sostanza chimica difficile da procurarsi, ma sarebbe così freddo come regalo.
Che disgrazia, il cervello mi si congela e i miei pensieri vanno persino verso il vestiario.
E se gli regalassi un altro teschio? Passerebbe i momenti di noia a farli parlare?
Fa troppo freddo, il mio cervello è un ghiacciolo e faccio ragionamenti assurdi.
Entro nel primo negozio che c’è sulla strada, non tanto per cercare quanto per godere del calore della stanza ed eccolo lì, il regalo perfetto.
Non so perché ma so con sicurezza che è il regalo perfetto.

«Grazie John, questo panno è perfetto per il mio violino!»
Lo vedo entusiasta, in effetti è un regalo perfetto, il suo amato violino risplende mentre passa il panno, finalmente sorridente dall’inizio della festa. Come al solito l’ha passata quasi completamente al computer, ignorando quasi qualsiasi tentativo di conversazione. Impegnato a finire una catalogazione, non ha mai smesso di tenerci d’occhio tutti, con quello sguardo capace di capire cosa hai fatto ieri prima di andare a letto.
Mi avvicino, porgendogli il pacchetto che ho stretto fino a questo momento.
Lo guarda, poi guarda me con uno sguardo un po’ interrogativo. Forse non si aspettava un pacco così semplice, eppure dato il contenuto ho pensato che un pacco semplice ma con un abbinamento di colori eleganti andasse bene.
Lo scarta e solleva una splendida vestaglia, grigia, color topo, raffinata eppure non eccessivamente elegante, un po’ lucida nelle bordature e nelle rifiniture. Sherlock si alza in piedi, tenendola con due mani e osservandola, poi sorprende tutti, infilandola e facendo un giro su se stesso.
Sorride. Mi sorride.
«La metterò quando tornerò a casa»
Sembra contento del regalo e infatti si avvicina e mi sorride e io mi incanto in quel calore che sento, che scioglie il gelo della mattina, cullandomi nell’illusione che sorrida per me.
«Grazie infinite, Molly»