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Autore: underaheavycloud    01/05/2012    3 recensioni
Non c'è molto da raccontare sulla mia storia, a parte che vivo con i miei nonni e i miei fratelli in una fattoria a chilometri da Londra.
Ah, e poi odio i One Direction, anche se guarda caso mi trovo costretta a viverci insieme.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, eccomi qui con una nuova fan fiction.
spero vi piaccia, godetevi la lettura e lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate!



Vivo con mio nonno Bob, mia nonna Kat e i miei fratelli in una fattoria a parecchi chilometri da Londra.
A parecchi chilometri dalla civiltà, a dire il vero.
Mio fratello Josh, la mia sorellina Annie ed io siamo stati costretti a raggiungere i nonni qualche anno fa, dopo la morte dei nostri genitori, visto che sono gli unici parenti che ci rimangono.
E’ stata dura quando ci hanno annunciato la loro morte, ma ce la siamo cavata, o almeno, io l’ho fatto.
Ho diciotto anni e da quando ne ho dodici mi prendo cura di Josh, che ne ha quattordici, e successivamente ho dovuto occuparmi anche di Annie, quando ai miei è venuta la brillante idea di dare alla luce un altro essere vivente di cui non si sarebbero interessati. Lei ora ha solo quattro anni.
E’ stato uno shock per lei scoprire che la sua mamma ed il suo papà non c’erano più, ma io e Josh abbiamo fatto di tutto per consolarla.
E’ solo una bambina alla fine, e per quanto sia intelligente, non ha capito perfettamente il fatto che non torneranno davvero mai più.
Per quanto riguarda me, devo ammettere di sentirmi in colpa ogni tanto per non aver provato quel dolore al cuore, quella mancanza che ogni figlio dovrebbe avvertire nel momento in cui un genitore viene a mancare, ma non posso farci niente e mi consolo così.
I miei non sono mai stati i tipici genitori presenti, anzi. Tutta la mia vita l’ho passata insieme alle baby sitter che cercavano di dominare me e Josh, anche se con scarsa riuscita.
Loro erano uomini d’affari, ricchi e ambiziosi.
Nella vita di persone simili, quelle che vivono per il lavoro e i meriti, non c’è spazio per i figli, per questo i miei dopo averci creato, dopo averci inserito in questo mondo, ci hanno lasciato a noi stessi.
Non ci mancava niente, certo, ma si sa che l’amore e l’affetto non si possono comprare nemmeno con tutti i giocattoli del mondo.
Comunque, ce la siamo sempre cavata da soli e così continueremo a fare, anche se i nonni cercano in tutti i modi di farci capire che ci vogliono bene.
Anche io gliene voglio, è logico, solo che mi riesce difficile dimostrarlo, e mi imbarazza parecchio.
Annie e Josh mi chiamano cuore di pietra, ma con loro sono sempre gentile e sanno che darei la vita pur di vederli felici.
A parte il fatto che viviamo, appunto, in una fattoria che il mio bisnonno ha lasciato a nonno Bob, e che io lavoro praticamente tutto il giorno qui, Annie e Josh hanno la scuola.
Io no, non più. Ho terminato con un anno d’anticipo perché non ne potevo più; mi sono impegnata tantissimo per riuscirci e per fortuna ce l’ho fatta!
Ho sempre provato un odio smisurato per la scuola, trovo che sia una specie di anestetico per l’anima, un posto in cui non serve pensare, si deve solo fare da robot e ripetere tutto a macchinetta.
Ma io credo che la vera vita sia fuori.
Ho imparato così tanto dalla natura, dagli alberi che sembrano parlare per il vento che accarezza i rami o dai cerchi d’acqua che si creano tirando un sassolino nello stagno.
Queste sono le cose che non si imparano a scuola, e sono quelle cha lasciano qualcosa nel cuore, quel barlume di emozione che ti fa capire quanto tutto sia reale eppure perfetto.
Un po’ come la musica, alla fine.
Oh, la musica; credo di non aver ancora accennato che ha avuto anche essa un importante compito nella mia vita.
Essendo, i miei, dei tipi molto esigenti, mi hanno sempre costretta a prendere lezioni di piano, chitarra, violino e di canto, sin da quando avevo sei anni.
Come immaginate non si sono degnati di presentarsi nemmeno ad un saggio che ho fatto, ma questa è un’altra storia.
Quello che sto cercando di dire è che tutto questo studio della musica mi ha resa molto più sensibile, forse anche troppo (per questo cerco di sembrare dura con gli altri).
Non ricordo nemmeno un momento in cui mi sono lamentata per lo studio di tutto ciò, visto che mi piaceva talmente tanto che non volevo nemmeno smettere, a volte e la mia insegnante si fermava sempre una mezzora in più per farmi felice.
E’ incredibile il modo in cui il mio cuore batta a ritmo di ciò che suono, quasi che viva in simbiosi con le note musicali.
E’ per questo che ne ho bisogno, ne ho sempre avuto e sempre mi servirà.
Senza musica non avrei potuto arrivare ad essere ciò che sono.
 
 
Ora, vi starete chiedendo come i One Direction possano c’entrare con questa storia, e forse avrete pensato al fatto che sono i miei cantanti preferiti.
Sbagliato.
Io li detesto.
Certo, a farmi cambiare idea ci hanno pensato loro;
  
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