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Autore: sapphire     01/05/2012    5 recensioni
One-Shot scritta per la serie Always!
E' la continuazione de " di mobili e di rose" che vi avevo promesso!
Tratto dal capitolo:
Esposito non fece in tempo a ribattere che il cellulare di Lanie prese a squillare.
Rispose seccata: - Parish … sì … cosa è successo? - i suoi occhi strabuzzarono e i due colleghi rimasero con il fiato sospeso - Castle parla più lentamente che non capisco! Quale sangue? Oddio … - il cellulare di Lanie cadde sulla scrivania in un tonfo sordo e fissò avanti a sé, spaesata.
-cosa è successo? -
- Kate … Kate è … all’ospedale -
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Javier Esposito, Kevin Ryan, Lanie Parish | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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ok  
Ho appena visto il promo della 4x23 e la mia faccia è più o meno questa: O.O
Beh, mi distraggo postando la seconda parte della one-shot.
Come sempre grazie degli splendidi commenti ! Vi adoro!
Buona lettura !!

Serie Always
 

E’ tutta colpa tua!
 
 
Lanie guardò con disapprovazione il suo fidanzato intento a metter in piedi l’ennesima scommessa di quella mattina con il suo fedele amico Ryan .
Mai che li trovo a lavorare, si limitò a borbottare avvicinandosi con cautela, pronta per dar loro i ragguagli del caso.
<< non vorrei disturbarvi, ma ho i referti autoptici >>
<< chica, sarei venuto io a prenderli! >> esclamò Esposito con un sorriso mozzafiato in volto.
Lanie storse il naso << ah si? Se aspetto te arriverà prima la fine del mondo ! >>
<< eh eh ! Esposito, non si fanno aspettare le signore >> lo rimproverò scherzosamente Ryan ridendo ricevendo perciò una “cartellata” sullo stomaco .
<< grazie Lanie … forse finalmente faremo passi avanti con l’indagine >>
<< secondo me l’indagine farà prima a farli da sola >> ribatté con un cipiglio di divertimento nel tono poco amichevole.
<< ehi abbiamo mandato una pattuglia ad arrestare Salinger! Siamo stati bravi >>
Esposito mise su la sua espressione da cucciolo più conturbante possibile e l’attirò a se baciandola con trasporto. Lanie non oppose resistenza, circuita ancora una volta da quell’uomo terribilmente sexy che amava da oramai due anni.
<< mh … perdonato … ma ti voglio a casa per cena >>
<< eludo la Gates e sarò tutto tuo >>
<< ehm … scusate … io sarei ancora qui! >> sbottò Ryan schifato , voltando il capo dall’altro lato. Esposito non fece in tempo a ribattere che il cellulare di Lanie prese a squillare.
Rispose seccata: << Parish … sì … cosa è successo? >> i suoi occhi strabuzzarono e i due colleghi rimasero con il fiato sospeso << Castle parla più lentamente che non capisco! Quale sangue?  Oddio … >> il cellulare di Lanie cadde sulla scrivania  in un tonfo sordo e fissò avanti a sé, spaesata.
<< cosa è successo? >>
<< Kate … Kate  è … all’ospedale >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Io ti uccido!! >> un grido isterico si levò dal corridoio di un reparto del General Hospital di New York. 
<< Devi essere così drastica? >>
<< Drastica? Ho il diritto di essere drastica non credi? >>
<< ma … ma  io … >> Castle si appiattì contro il muro mentre dottori e infermiere sfrecciavano davanti a lui, con premura, senza fargli capire come stesse Beckett.
<< ho avvisato tutti!! >>
<< E sai quanto importa in questo momento!! Dio! E pensare che era una semplice indagine!! >> gridò dopo un respiro smorzato. Stava male, malissimo e quasi non riusciva più a respirare.
<< Kate, non è il caso che adesso lasci perdere l’indagine e … >> e urlò di nuovo proprio quando lui si riavvicinò al suo letto.
<< È tutta colpa tua!! >>
<< Mi dispiace >>
<< Ti dispiace? ! Mi hai messo tu in questo casino !! E’ solo colpa tua Castle !! >>
<< Lo so … scusa … potrai mai perdonarmi ? >> Kate Beckett fulminò con lo sguardo uno scrittore atterrito , ringhiando, afferrandolo per il colletto della camicia , portando il suo viso minaccioso a pochi millimetri dal suo viso .
<< Se esco viva di qui , giuro, che ti sparo! >> e  urlò di nuovo.
 
 
 
 
Richard Castle si sentiva in colpa. Gli era successo molte volte di provare quella sensazione di responsabilità nei suoi confronti, ma mai come quel giorno.
 Le stringeva dolcemente una mano, accarezzandone il dorso. La guardava dormire chiedendosi perché non si era preso almeno metà del suo dolore. Beh, anche lui aveva avuto la sua parte: un braccio fasciato con un livido a forma cinquina che gli tinteggiavano il polso di viola  ne era la prova, ma d’altro canto era solo un piccolo prezzo.
Gli avrebbe sparato? Mh forse no … forse .
Desiderava che avesse un risveglio fantastico così chiamò l’infermiera di turno, la quale sopportava  i suoi deliri da ore e ore, la quale si presentò con aria scocciata guardandolo di sottecchi.
<< … potrebbe farmi un immenso favore  ? >> l’infermiera, paffuta, lo fissò sconcertata e sbuffò.
<<  le assicuro, signor Castle, che è normale. Si riprenderà presto … >> recitò di nuovo come un mantra .
<< oh lo so … me l’ha assicurato già dieci volte nell’ultima mezzora >>  sorrise sardonico << intendevo un altro tipo di favore, se non le spiace >> e l’infermiera ciondolando sparì poco dopo con gli ultimi desideri di quello scrittore che aveva scoperto essere molto, molto insistente.
 
 
 
Quando Kate Beckett aprì gli occhi vide la luce del mattino che filtrava dalle finestre, ma non le diede fastidio.
Si sentiva stanca, distrutta, così tanto che faticava a ricordarsi dove fosse o cosa fosse successo.
<< Kate … >> sussurrò l’uomo accanto a lei e inevitabilmente sorrise. Aveva una voce preoccupata e poi si ricordò di avergli promesso una pallottola in fronte poche ore prima. Stava esagerando, ora era semplicemente felice che fosse lì e si sarebbe guardata bene dal prendere la sua pistola che, per altro,  non sapeva nemmeno dove fosse . Lui le stava stringendo una mano … chiuse le dita attorno alle sue e respirò profondamente cercando di lenire quella spossante stanchezza che la immobilizzava.
Poi l’odore classico di disinfettante le ricordò che quelle pareti rosa erano di un ospedale.
Kate richiuse gli occhi cercando poi di mettere a fuoco il suo viso .
<< ehi ciao … >> sussurrò con voce roca.
Castle le sorrise emozionato: << c’è qualcuno che vuole conoscerti … >> e di scatto riaprì gli occhi tirandosi a sedere con una velocità pazzesca: il dolore era sparito, la stanchezza no, ma fu facile ignorarla quando incontrò gli occhi azzurri e sorridenti dello scrittore . Perse un battito per quell’improvviso cambio di posizione, ma respirò profondamente ricordandosi in un attimo la motivazione della sua presenza in quella stanza. Si morse le labbra e per la prima volta vide la sua bambina che agitava i pugni tra le braccia di Castle, avvolta nella coperta rosa che Martha le aveva regalato prima che nascesse.
<< oddio … >> le lacrime furono involontarie quando una delle piccole mani si strinse attorno al suo dito << Johanna … >> sussurrò . Pianse e rise nello stesso tempo incapace di bilanciare amore e felicità che si sovrapponevano ad ogni battito di cuore.
Castle si sedette sul letto e gliela porse e lei si appoggiò sentendo quel peso caldo occuparle il petto. Era un calore di vita, ineguagliabile, era come abbracciare uno spicchio di sole, pensò.
Era bellissima, un miscuglio perfetto tra i due e, meravigliandosi, vide nei suoi occhi anche sua madre . Sorrise e le accarezzò una guancia persa in quelle emozioni nuove << è stata appena tolta dalle grinfie di tuo padre e da Alexis e … meglio se tralascio ciò che mia madre ha combinato >> sussurrò << è bellissima … >>  aggiunse con una voce zuccherosa e incantata << ti somiglia così tanto … >>
<< ma … ha il tuo stesso profilo >> disse tra i respiri rotti dall’emozione.
Castle ingoiò il groppo che gli stringeva la gola e tornò a parlare: << Alexis le ha già dato un soprannome … piccola J … dice che suona bene >>
<< è perfetto … lei è perfetta … >>
La piccola bimba si mosse, spalancò gli occhi verdi e guardò entrambi prima di richiuderli e stringere i pugni e addormentarsi così, un piccolo “ragnetto” tra le sue braccia.
Castle le accarezzò una guancia e chiuse gli occhi respirando il profumo di entrambe.
<< ti amo … >> sussurrò << vi amo … >> corresse con un sorriso.
<< grazie … >> mormorò lei spostando il peso della bambina su un braccio  per toccare il viso del suo scrittore << ora è tutto … perfetto >>
<< per sempre >> aggiunse posando le labbra sulle sue.
<< mi dispiace di aver urlato quelle cose … >>
<< mi meriterei di peggio … un po’ la colpa è anche mia >> mormorò con una smorfia.
<< affatto >> Kate posò la mano libera sulla sua guancia, rigata da una lacrima invisibile, e sorrise.
<< davvero … mi dispiace >> mormorò mordendosi le labbra appena notò il polso fasciato dello scrittore.
<< ehi, non è niente Kate … sono straordinariamente felice, non m’importa ...  >>
Sorrise e posò  lo sguardo sui ricami della copertina rosa dove la scritta “ Benvenuta Johanna Rose Castle” brillava d’argento.
L’attimo dopo sette persone esagitate entrarono come furie nella stanza e non ci fu più pace.
Per la prima volta Kate non si vergognò di piangere davanti agli altri.
Per la prima volta vide la speranza di una vita bellissima davanti a lei.
 
 
 
Se credete che sia finita qui vi sbagliate!
Mi diverto troppo a scrivere queste shot e dovrete sopportarmi ancora un bel po’! XD
Spero vi sia piaciuta … io me li sono immaginata così in un prossimo futuro , spero, non molto lontano!
Grazie di averla letta!
A presto!
 
 
 
   
 
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