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Autore: Morgana_D    01/05/2012    8 recensioni
Inizio col dire che questa è una storia scritta da me e un'altra utente che qui su EFP si chiama One, ma che per comodità chiameremo Steff.
Continuo con il dire che questo è un cross-over tra Percy Jackson e Harry Potter.
Quindi, prendete tutte le coppie di Harry Potter e di Percy Jackson, scoppiatele e fate un bel minestrone dei personaggi. La nostra raccolta si basa su questo: creare storie romantiche tra personaggi di Percy e di Harry. Niente slash, mi dispiace..
Per favore, lasciateci una recensione, di immortales! :D
Un saluto,
Mel&Steff.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Corre, Percy, tenendo la mano sinistra sul braccio destro. Cerca di fermare il sangue che esce abbondante dalla ferita infertagli dal mostro di turno, ma non ha molto successo, per il momento. Stringe i denti mentre una fitta di dolore gli toglie il fiato per un istante e prega: suo padre, Zeus, Apollo, chiunque gli venga in mente. Persino Ares.
Allontanarsi, scappare. Non può combattere in quelle condizioni e lo sa. Eppure continua a tenere Vortice sguainata davanti a sé, un’illusione di sicurezza.
Trovare un rifugio, fermarsi. Non ce la fa più e quegli alberi sembrano tutti uguali, come se non fosse avanzato di un passo; la monotonia del paesaggio lo schernisce, gli insinua nella mente l’idea che non troverà mai l’uscita da quel dannato bosco in cui si è infilato. E anche trovandola, dove può andare ridotto in quel modo?
Se solo gli alberi la smettessero di ruotare...
Non fa in tempo a pensarlo, Percy, che inciampa in una radice appuntita e finisce a terra. Rotola trattenendo dei gemiti di dolore e una parte della sua mente si chiede quanto sia ferito e rimpiange di aver perso lo zaino con l’ambrosia. Forse sta davvero morendo dissanguato lì, in missione, così lontano da New York, dall’America. In una foresta inglese. Da solo.
Lotta per tenere gli occhi aperti, ma la vista peggiora sempre più; l’ultima cosa che intravede è la figura di una ragazza dai capelli gonfi. Dice qualcosa, ma lui non capisce.
-Aiutami- biascica, incurante di chi sia la ragazza. Poi sviene.
 
Hermione stava andando a trovare Grop, come promesso ad Hagrid. Era sola, perché Harry e Ron avevano gli allenamenti di Quidditch con il Grifondoro. Così, seppur nervosa, si era inoltrata nella Foresta Proibita; non era tranquilla e teneva la mano sulla bacchetta, dentro la borsa.
Calma, Hermione. Non c’è nulla. Ma mentre lo pensa sa che non è vero. Lì dentro, dai Centauri agli Unicorni, c’è di tutto.
Hermione è nervosa e sa che la mente può ingannare. Per questo finge di non sentire i passi veloci che si avvicinano a lei e cammina più spedita.
Li stai immaginando, solo immaginando. Eppure sembra davvero che qualcuno stia rotolando tra le foglie secche, e le pare di sentire dei lamenti.
Alla fine non resiste più e torna sui suoi passi, dove le è sembrato di sentire qualcuno.
In effetti, qualcuno c’è. E non sembra un Centauro, decisamente.
-Aiutami- mormora il ragazzo dai capelli neri, a fatica. Hermione trattiene il respiro mentre gli occhi verdi di lui si chiudono, il volto contratto in una smorfia di dolore.
 
Percy apre gli occhi lentamente e li richiude, accecato da qualcosa. Per un po’ non capisce dove si trova, né cosa ci faccia lì, ovunque “lì” sia. Gli occorre qualche momento per ricordare, poi gli torna tutto in mente. L’Inghilterra, i Centauri, il mostro, la fuga.
Davanti a sé vede due ginocchia; gira lentamente il capo e si accorge della figura china su di lui, sente il tocco leggero di due mani delicate che percorrono il suo braccio destro. E’ una ragazza, quella che ha intravisto prima di perdere i sensi. Adesso riesce a distinguere gli occhi color cioccolato concentrati su... qualcosa, i capelli castani un po’ cespugliosi, l’espressione seria. Lei non si è accorta che lui è sveglio, presa com’è da quello che sta facendo: picchietta la pelle di Percy con un bastoncino la cui punta è illuminata, tutt’attorno alla ferita. Percy vede le labbra rosa di lei muoversi, ma non capisce cosa sta dicendo. Parole strane, mai sentite...
 
Hermione si lascia cadere in ginocchio accanto al ragazzo, nota la ferita che solca una delle braccia e la scia di sangue che si è lasciato dietro nella sua corsa disperata. Vorrebbe cedere al panico, ma non sarebbe d’aiuto a nessuno. Quindi, cerca di stare calma.
Respirando affannosamente, sposta con delicatezza la mano del ragazzo a terra, così da vedere meglio la ferita. Arrotola la manica corta fino alla spalla. Deve ricacciare indietro un conato, ma estrae la bacchetta con mani tremanti e comincia a mormorare tutti gli incantesimi di guarigione che conosce. E ne conosce tanti, Hermione. Dopo qualche minuto il sangue smette di scorrere fuori dalla ferita, la pelle inizia a risanarsi.
-Epismendo- continua a ripetere lei, quasi una cantilena. E’ l’incantesimo migliore che ricorda.
-Reinnerva-. Teme di essere arrivata tardi. Se ha già perso troppo sangue?
-Reinnerva-. Ancora. Ancora.
-Reinnerva-. Svegliati.
E finalmente, Lui si sveglia.
 
Percy tossisce e gli occhi della ragazza si spostano subito sul suo volto, allarmati. Dopo un attimo, il ragazzo li vede riempirsi di sollievo e chiudersi, dopodiché la sconosciuta respira a fondo. Percy ne approfitta per ringraziare gli dei e, muovendo il braccio, si accorge che gli fa molto meno male di prima. Com’è possibile? Che quella ragazza sia una dea dall’aspetto mortale? No, non lo intimidisce, è spaventata forse più di lui; e poi perché mai una dea dovrebbe aiutarlo? Non è esattamente “amato” sull’Olimpo.
Mentre pensa questo, lei riapre gli occhi, e lui si perde in quel dolce castano che lo esamina attentamente. Tutto quel pensare gli ha fatto venire mal di testa, ma può ancora notare che è carina l’espressione preoccupata che ha mentre si siede sui talloni.
-Come va il braccio?- chiede la ragazza, poi sbatte le palpebre e si corregge. -Chi sei? Sei uno studente?-
Studente? si chiede Percy, poi nota la gonna, la camicia, la cravatta, i libri; deve trovarsi vicino a una scuola. Forse dentro una scuola.
La prossima volta che Chirone fa il vago su una missione, lo strangolo, si ripromette. Fa cenno di no e vede la confusione farsi strada nel volto di lei.
 
Basta quel “no” a confondere Hermione, anche se in fondo se lo aspettava. Ma allora chi è quel misterioso ragazzo? Dovrà fargli un po’ di domande, ma dopo. Prima deve assicurarsi che stia bene.
Visto che lui non risponde, torna ad afferrargli il braccio e a voltarlo con delicatezza: sì, va molto meglio. La ferita non è scomparsa, ma non dovrebbe essere più in pericolo. Hermione rimpiange di non avere del Dittamo, quello sì che non avrebbe lasciato nemmeno il graffio. Comunque sia, adesso può parlargli senza preoccuparsi che le muoia davanti. Incrocia le braccia e lo guarda seria.
-Come sei arrivato qui? Cosa ti è successo? Chi sei? Come...-
Lui alza una mano per interromperla e accenna un sorriso, mettendosi lentamente a sedere.
-Ehi, calma. Dammi un attimo, sono quasi morto- commenta. Lei tace, aspettando che si metta seduto a gambe incrociate. Vede che posa di nuovo la mano sulla ferita, come quando l’ha trovato, e sospira tendendo la mano.
-Da’ qua-
Non aspettando risposta, afferra il suo braccio e lo avvicina a sé, mentre con la mano che stringe ancora la bacchetta sussurra: -Ferula-
Dalla punta scaturiscono delle bende, che si avvolgono intorno al braccio di lui, mentre Hermione lo guarda dritto negli occhi e lo lascia andare. Non si è fermata a pensare che potrebbe essere un Babbano, e che ha appena fatto una cosa illegale. Deve fare tutto quello che può per aiutarlo, e nemmeno lei sa il perché.
 
Probabilmente, la cosa migliore da fare per Percy sarebbe stata alzarsi, ringraziare e andare via. Così non avrebbe dovuto dare spiegazioni a quella ragazza dagli occhi grandi, che guardava dritto nei suoi come se volesse leggergli l’anima. La lascia fare, confuso, quando gli prende il braccio, ma non trattiene un’esclamazione di sgomento all’apparire dal nulla di alcune bende, che gli si avvolgono da sole intorno al braccio. Da sole! Inizia a pensare di stare avendo un’allucinazione e che nessuno l’abbia trovato.
-Cosa?- chiede, respirando affannosamente. E se quella ragazza fosse una specie di strega, come Circe, e lui fosse solo caduto dalla padella nella brace?
Ti sta curando, sciocco. Perché lo farebbe?
Beh, la prima caratteristica dei mostri è che sembrano innocui finché non ti uccidono (escluso il Minotauro e qualche altro). Per questo Percy, senza alzarsi, indietreggia e si tocca la tasca, dove, come previsto, è riapparsa Vortice sotto forma di penna. Per essere pronto a combattere.
Lei però non sembra affatto un mostro, e l’istinto gli dice che può fidarsi. Così ricambia lo sguardo.
-Sembra che abbiamo entrambi dei segreti-
Lei non risponde, così Percy capisce che tocca a lui la prima mossa e tende la mano.
-Grazie, mi hai davvero salvato la vita. Io sono Percy-
Lei la osserva alcuni secondi, quasi soppesandola, poi la stringe.
-Prego. Il mio nome è Hermione. Posso sapere cosa ci fai qui, Percy?-
Hermione. Che nome strano. Percy scuote la testa. D’altronde io mi chiamo Perseo.
Cosa le racconto? La guarda per decidere se può fidarsi, ma la decisione è già presa. Annuisce.
-Sì, te lo devo. Ma anche tu mi racconterai qualcosa- dice, indicando il bastoncino di legno.
Lei tace e si prepara ad ascoltare.
 
Hermione non riesce a credere a quello che sente. Era... beh, Luna Lovegood sarebbe andata d’accordo con quel tipo, quel Percy. Entrambi blateravano di cose inesistenti.
Lui, ad esempio, le stava raccontando una storia assurda: gli dei greci esisterebbero, e avrebbero anche dei figli, e, guarda che caso, lui sarebbe figlio di Poseidone, il dio del mare, uno degli dei principali. Hermione rimane in un silenzio carico di scetticismo mentre lui continua parlando di un “Campo Mezzosangue” (la parola la fa trasalire) dove questi “semidei” si addestrerebbero; lui, pertanto, sarebbe arrivato lì dall’America per una “missione” assegnatagli dall’“addestratore” dei semidei...
-Ne hai per molto?- lo interrompe irritata. E’ chiaro, non vuole dirle la verità, ma perché? Che sia una sorta di spia, al servizio di Voldemort? Eppure le sembra strano che il Signore Oscuro mandi un ragazzino, così poco esperto da farsi quasi ammazzare, senza bacchetta per giunta. No, quello non può essere un mago. Allora chi è davvero?
-E’ la verità!- sbotta Percy -Ascolta, io non so come dimostrartelo, però non ti ho mentito. Lo giuro- le dice con voce ferma e sguardo penetrante. La guarda con quegli occhi verdi, così intensamente che sembra volerla trafiggere, e lei annega in quel colore così simile al mare che, per un attimo, fa sì che gli creda. Poi torna in sé e si dice che certe cose non esistono.
Però... da bambina non avrebbe detto lo stesso se una ragazza fosse venuta a dirle che era una strega? No, forse no. I bambini non hanno bisogno di prove, dimostrazioni, certezze: credono e basta. Sanno fidarsi.
Ed Hermione non voleva essere razionale, fredda, logica anche quella volta. Qualcosa in lui le ispirava fiducia, sincerità, e la riportava a quand’era bambina.
Così Hermione annuisce, e crede.
Adesso tocca a lei raccontare.
 
Percy vede l’espressione di lei cambiare, dal totale scetticismo all’accettazione. Sorride e lei ricambia timidamente, raccontandogli la sua storia.
Streghe? Maghi? Magie? Bacchette magiche?
Era assurdo, ma ne aveva viste tante di cose “impossibili”. Si stringe nelle spalle e annuisce. Le crede. Non sa chi è, che intenzioni ha, e non gli importa. Sa che potrebbe mentirgli, ma sceglie di non porsi nemmeno il problema. Indica il braccio fasciato con l’indice della mano sinistra e alza un sopracciglio.
-Magia?- chiede. Lei annuisce, sollevata o stupita che lui abbia accettato subito le sue parole come verità. Poi si sistema una ciocca castana dietro l’orecchio e arrossisce lievemente.
-Che c’è?- chiede Percy, diventando anche lui paonazzo.
Hermione scuote la testa sorridendo.
-Niente... solo una strana sensazione-
Percy si sporge verso di lei, le braccia sulle ginocchia, che quasi toccano quelle della ragazza.
-Come se ti fidassi di me?- chiede. Lei annuisce abbassando gli occhi.
-Come fai a saperlo?-
-Perché anch’io mi fido di te- sussurra lui -Ed è strano, perché ti conosco appena, eppure...-
-Eppure sento che non mi tradiresti, e ti ho rivelato il mio segreto più grande...- continua Hermione, alzando lo sguardo e incontrando quello di Percy, vicinissimo al suo.
-E non me ne pento- conclude lui in un soffio.
 
Hermione non sa da cosa nasca quella fiducia, quel legame che sente di avere con il ragazzo seduto di fronte a lei. Sa solo che, appena l’ha visto, ha avuto l’istinto di aiutarlo: l’ha salvato, e questo li ha legati, senza che se ne accorgessero. Il suo cuore batte veloce, le guance diventano rosse mentre lui si avvicina. E' vicinissimo, non vede che il suo viso. Hermione chiude gli occhi.
Nessuno dei due sa cosa succederà dopo. Percy dovrà andarsene, proseguire la sua missione, e questo lei l’ha capito. Ma in quel momento non importa. Importa solo il respiro caldo di lui, e le sue labbra su quelle di lei.




Chiunque sia riuscito ad arrivare fin qui, bravo! Vince un peluche :D Ci siamo già presentate. Siamo Mel e Steff. Figlia di Dioniso e figlia di Demetra su una pagina di Percy Jackson. La pagina che ci ha fatto conoscere. La pagina per cui, ora, voi dovrete leggere le nostre sclerate mentali. 
Questa prima Hercy (tutti i nomi delle coppie sono stati inventati da Steff) è stata scritta da Steff :D 
La prossima coppia sarà scritta da Mel. 
Grazie in anticipo a chiunque decida di lasciarci una recensione :) Speriamo che la storia vi sia piaciuta e che ci seguirete :) 
Alcune precisazioni dell'autrice:
-P
er quanto riguarda Harry Potter, la ff è ambientata al quinto anno di Hermione; per quanto riguarda Percy Jackson, è ambientata dopo la caduta di Crono, ma come se la Percabeth non fosse mai esistita (non riesco nemmeno a pensare che lui tradirebbe Annabeth >.< ehm... scusate xD).
-Come detto più volte, Percy si trova in missione in Inghilterra. E prima che partiate con i “Ma lui non può volare!”, si può benissimo fare New York-Londra in nove comodissimi giorni di nave xD (è vero, mi sono documentata u.u); immaginate la missione che preferite, se proprio volete un’interpretazione era andato a parlare con i Centauri per conto di Chirone u.u
-Io AMO la Percabeth. Ho scritto questa solo perché amo anche Hermione (<3), e trovo che lei e Annabeth si assomiglino molto.
-Beh, spero vi sia piaciuta! Commentate? Pleeeease? Mi riempireste di gioia ** (ci riempireste di gioia) 

Un saluto a tutti Semidei, 
Mel&Steff. 

  
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