“Amo
i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai.
Quelli persi, andati, spirati, fottuti.
Quelli con l’anima in fiamme.”
[C. Bukowsky]
Sia ringraziato il
cielo per la magia.
E per la Stanza delle Necessità.
Ogni venerdì sera la magica stanza indisegnabile, sicura
come una fortezza, si trasformava nella copia di un trasgressivo e
modaiolo bar
babbano –alcune volte rispecchiava addirittura un rave party,
dipendeva
dall’organizzatore di turno- in cui l’elite di
Hogwrast faceva la sua porca
serata.
La verità era che la ‘scuola di magia migliore del
mondo’
era indubbiamente cambiata: lontana dall’aspro sapore di
morte della guerra era
rinata dalle sue macerie. Le nuove generazioni, che avevano vissuto gli
orrori
delle battaglie solo nei racconti dei genitori, erano tornati a
comportarsi
come veri adolescenti normali con i drammi e le battaglie tipiche
dell’età.
La cultura babbana aveva bussato alla porta del mondo
magico, e i giovani avevano aperto prendendo le uniche cose che non
avrebbero
mai dovuto apprendere: i variopinti cocktail alcolici, la distruzione
della
droga, i club trasgressivi, la filosofia dello sballo. Ed era stato
allora, un
cinquina di anni fa, che era nata l’elite di Hogwrast ed
erano stati fondati i
‘venerdì delle Necessità’.
E quella serata non era da meno.
C’erano diversi modi per accedere all’elite di
Hogwrast;
facendo la gavetta –come i primini che servivano al bancone-
o distinguendosi
per bellezza e carisma –come David Zabini e Mimì
Jordan- ma in realtà si
entrava per lo più grazie alla fama riflessa, e
l’esempio più calzante era
sicuramente il clan Potter-Weasley.
Chiunque si ostinasse ancora a chiamarli ‘clan’
probabilmente non li conosceva abbastanza bene: certo, erano tutti
parenti, ma
in realtà non si potevano vedere. Ed era sufficiente gettare
loro un’occhiata
per capirlo.
Bastava guardare come Al Potter, che gravitava placidamente
intorno al suo migliore amico, ignorasse invece la bionda e alternativa
cugina -Dominique
Weasley- seduta sul tavolo di biliardo, gambe incrociate e piglio
aggressivo, a
meno di un metro da lui.
Per non parlare di Rose Weasley, che di notte abbandonava il
ruolo di prefetto tutto-regole-e-ordine per vestire i panni
dell’alticcia riccia
che vomitava sulle scarpe di un povero malaugurato e Jam Potter,
accompagnato
da due belle ragazze dall’ultimo anno, la ignorava con
estrema eleganza
passandole accanto.
D’altro canto Lily Potter era seduta sola, sul divanetto
all’angolo estremo della stanza, e osservava con sguardo
vacuo le sue compagne
di stanza e casa spettegolare tra di loro, ridendo. Hugo Weasley,
invece, stava
fumando placidamente una sigaretta in solitaria e, nonostante fosse
anche lui
senza campanello di gente attorno, non pensò nemmeno per un
secondo di andare a
fare compagnia alla cugina.
Clan Potter-Weasley un
cazzo.
Si ignoravano tutti.
Serate delle Necessità
un cazzo.
Era come il paese dei balocchi di Pinocchio: tutto fumo e
niente arrosto. Una stanza stipata di adolescenti che cercavano di
convincere
se stessi e gli altri che vivevano una vita appagante e piena di
soddisfazioni,
immersa nel lusso e nel divertimento.
Eppure tutti erano immersi nel torpore e nell’assuefazione
dei piaceri futili, vani e distruttivi; nel sesso, nella droga, nel
fumo e
nell’alcol; alla ricerca di sollievo dal dolore in cui
sprofondavano sempre di
più. Forse erano semplicemente viziati, forse erano vittime,
forse erano
sciocchi, forse erano fin troppo intelligenti, forse non erano in grado
di
combattere e forse non volevano
combattere.
Nella stanza delle Necessità, ogni venerdì sera,
si
assisteva al solito teatrino di anime che cercavano un via di fuga, che
annaspavano nella vita, alla ricerca di qualcosa in
più… la solita scena di
fortune tramutate in sfortune e sfortune trasformate in forza di
volontà, di
distruzione e rinascita, di solitudine e compagnia.
Ogni venerdì, nella stanza più sicura della
scuola di magia
migliore del mondo, si accendeva lo spettacolo di anime in fiamme che
erano
l’elite di Hogwrast.
Salve a tutti!
Ecco, in realtà questa storia avevo già iniziato
a
pubblicarla ma alla fine ho cambiato la struttura dei capitoli e dello
svolgimento
e allora ho deciso di ripubblicare il tutto.
Comunque
questo è un piccolo
prologo, piuttosto ‘staccato dal
resto’, giusto per dare un’introduzione ai
personaggi e alle caratteristiche
della storia.
Spero vi abbia incuriosito!
Mi raccomando: recensioni
positive e negative sono comunque bene accette dopo quattro anni
passati
lontano dal fandom di Harry Potter!
Baci,
Eikochan.