Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: adamantina    02/05/2012    7 recensioni
“Non devi mai” disse, la voce inaspettatamente roca, “mai pensare di valere meno di chiunque altro. Sei un Nephilim, sei uno Shadowhunter, sei il mio parabatai, e sei la persona più coraggiosa che io conosca...”
Storia partecipante al contest "Dai appuntamento ad una ragazza che legge" di HystericalFirework
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Carstairs, Theresa Gray, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autrice: adamantina

Titolo: Di gloria, morte e un bacio

Fandom: Shadowhunters-Le origini (The Infernal Devices)

Personaggi: Will Herondale, Jem Carstairs, Tessa Gray

Genere: Romantico, Drammatico

Rating: Verde

Avvertimenti: One-shot, Slash

Introduzione: “Non devi mai” disse, la voce inaspettatamente roca, “mai pensare di valere meno di chiunque altro. Sei un Nephilim, sei uno Shadowhunter, sei il mio parabatai, e sei la persona più coraggiosa che io conosca...”

Note dell'autrice: La citazione iniziale e quella finale sono riprese dal testo di Rosemarie Urquico e vengono citate indirettamente anche all'interno della storia. È anche presente una citazione dell'Iliade di Omero.

Non ci sono spoiler da Clockwork Prince.

La storia partecipa al contest “Dai appuntamento ad una ragazza che legge” di HystericalFirework.

 

 

DI GLORIA, MORTE E UN BACIO

 

 

Falle sapere che tu comprendi che le parole sono amore. Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la realtà ma che per Dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile al suo libro preferito.
Se lo fa, non sarà mai colpa tua.”

 

Il passo di Will rallentò sensibilmente quando il giovane Shadowhunter raggiunse la biblioteca.

Aveva in mente di uscire, magari girare a vuoto per Londra in cerca di qualche Nascosto sfaccendato con cui ingaggiare una rissa senza motivo; ma venne attirato da qualcosa che aveva visto con la coda dell'occhio attraverso la porta aperta.

Diede un'occhiata fugace all'interno.

Tessa era seduta compostamente su una delle scomode sedie in legno, la sua postura adatta, come sempre, ad una giovane donna perbene. Anche da quella postazione, però, Will poteva vedere la tensione del suo collo e la presa ferrea delle dita affusolate sul libro, segno che stava probabilmente leggendo qualcosa di molto appassionante.

Accanto a lei, Jem era seduto altrettanto dignitosamente, lo sguardo concentrato sulle parole vergate sulle pagine leggermente ingiallite di qualche tomo dall'aria antica.

Will nascose un sorriso.

Si fece avanti a passi felpati, notando che nessuno dei due si era minimamente accorto di lui: erano entrambi troppo assorti nelle loro letture. Si accostò ad uno scaffale, non troppo distante da loro, e afferrò un libro a caso, solo per salvaguardare le apparenze in caso qualcuno lo vedesse. In realtà, il suo sguardo indugiava senza ritegno su uno dei due assidui lettori in particolare, beandosi della sola vista. Guardare la persona che amava -perchè, per quanto non lo avrebbe mai pronunciato ad alta voce, sapeva che era di amore che si trattava- persa in quel modo in un libro non poteva non farlo sorridere.

Poi, uno dei due alzò lo sguardo. Will si affrettò a nascondere il suo nel tomo impolverato che teneva in mano, fingendo di essere assorto nella lettura. Non salutò Tessa mentre usciva, il cuore che gli batteva un po' più forte in petto per il timore di essere stato scoperto a fissare qualcuno che non avrebbe dovuto guardare, o almeno non in quel modo.

Quando la ragazza si richiuse la porta alle spalle, Jem alzò gli occhi su di lui.

“Cosa fai lì in piedi?” gli chiese.

Will si strinse nelle spalle, raggiungendolo e accomodandosi nella sedia lasciata vuota da Tessa.

“Nulla. Vi guardavo.”

“Devi proprio essere annoiato.”

“Abbastanza. Cosa leggi?”

Jem esitò, tamburellando le dita sulla pagina sottile.

“L'Iliade” rispose.

Will sospirò. Capiva. Gli era sempre bastato poco per capire Jem.

Anch’io così, se egual destino m’è preparato, giaccerà morto, ma adesso voglio aver nobil gloria” citò. La sua memoria letteraria non lo tradiva mai.

“Già” annuì Jem. “Gloria e morte eroica.”

“Ho sempre pensato che fossero sopravvalutate” commentò Will con calma. “Tanto vale morire di sifilide demoniaca. Il risultato è lo stesso, no?”

“No, non proprio. Cambia il ricordo che lasci di te. Un eroe, un vigliacco, un gentiluomo... un drogato.”

“Jem.” Will prese il libro dalle sue mani e lo chiuse con un gesto deciso. “Non è la morte a determinare com'è stata la vita di un uomo.”

Jem scosse la testa.

“Non c'è nulla di male, però, nel voler rendere la mia vita un po' più simile ad un libro di eroi.”

Will pensò di contraddirlo, ma decise di non farlo. I loro occhi si incontrarono, e Will capì cosa voleva davvero il suo parabatai, di cosa aveva bisogno.

“Vai a prepararti” gli ordinò. “Usciamo tra dieci minuti.”

“Cos'è, mi stai dando un appuntamento?” scherzò Jem.

“Qualcosa del genere. Andiamo a caccia di demoni.”

Lo sguardo di Jem si illuminò. Capitava raramente che Will lo invitasse, di solito era lui che doveva farsi avanti e insistere per accompagnarlo; Will preferiva che restasse all'Istituto, al sicuro e a riposo. Ma lui era uno Shadowhunter: era nato per uccidere i demoni, e farlo lo rendeva vivo, faceva di lui, se non un eroe, perlomeno un uomo.

Si alzò in piedi e rimise a posto la sedia. Aveva già fatto qualche passo verso l'uscita quando si voltò.

“Will?”

“Mmh?”

“Grazie” mormorò.

Will si alzò a sua volta e lo raggiunse. Il suo sguardo saettò d'istinto verso la porta, per controllare che fosse ben chiusa. Quindi mise una mano sul volto di Jem e lo guardò negli occhi.

“Non devi mai” disse, la voce inaspettatamente roca, “mai pensare di valere meno di chiunque altro. Sei un Nephilim, sei uno Shadowhunter, sei il mio parabatai, e sei la persona più coraggiosa che io conosca...”

“Will” lo interrupe Jem, leggermente allarmato.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, quindi Will appoggiò le labbra su quelle di Jem. Non lo fece con delicatezza, ma con forza, deciso, come per dimostrargli che non lo riteneva fragile; sapeva che era abbastanza forte da rispondere con altrettanta veemenza. E così fu.

Jem si aggrappò a Will mentre il bacio diventava sempre più intenso, carico di tutte le emozioni che provavano -ansia, rabbia, tenerezza, dolore, paura, amore.

La loro furia bruciò in fretta, e si trovarono ben presto senza fiato. Rimasero lì, tra gli scaffali impolverati, con le fronti appoggiate l'una contro l'altra, i respiri che lentamente ritrovavano il loro ritmo normale.

“Potrebbe entrare qualcuno” disse Jem alla fine, controvoglia, facendo un passo indietro.

Will osservò il suo volto, solitamente pallido, che in quel momento era arrossato, gli occhi argentati che brillavano, e sorrise. Non era la prima volta che lo vedeva in quello stato, e sapere di esserne lui -sempre lui- l'artefice lo rendeva stranamente, e forse stupidamente, orgoglioso.

“Ricordati che abbiamo un appuntamento, Carstairs” disse soltanto, tranquillamente.

Quindi si voltò e uscì dalla biblioteca, il suo cuore più leggero, sulle labbra ancora il sapore dolce del suo parabatai.

 

Le sorriderai apertamente e ti domanderai perché il tuo cuore ancora non si sia infiammato ed esploso nel petto...”

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: adamantina