02/05/2012
4 recensioni
“Questa OS è dedicata a mia cugina,
che a gran voce me ne aveva chiesta una
con Zayn Malik.”
-I tuoi occhi mi parlano-
Scesi le scale di fretta, quasi a volermi godere il nostro ultimo momento. Aprii la porta, senza darti tempo nemmeno di suonare il campanello, e sfoderai uno dei miei miglior sorrisi. Mi ricordo tutto di quel giorno di primavera. Avevi il tuo vestito migliore, ed eri bella come al solito.
La prima volta che ti vidi pensai che forse, l’universo, mi stesse prendendo in giro; ed invece no, tu eri vera, viva, respiravi.
Non so bene come si possa diventare migliori amici, ma tu dicevi che io ero il tuo, più precisamente il tuo angelo custode. Quanto mi piaceva quando mi chiamavi così.
-Sheireen- sorrisi, ancora, come un ebete sa fare
-Zayn- sorridesti anche tu.
Ci accomodammo sul divano di pelle nera, ed iniziammo a parlare. Le tue parole: quanto sapevano dire. Mi ci sarei potuto perdere nei tuoi discorsi, tutte le notti sotto le stelle, talmente vicini da poter sentire l’odore della tua pelle. Quante volte avevo rubato la tua sciarpa preferita per poterla stringere a me e inalare la tua essenza, ed altrettante volte ti avevo mentito, dicendoti che te la eri dimenticata a casa mia. Ti facevo passare per una sbadata, ma era per una giusta causa.
Mi balenò un’ idea in mente: ti presi di peso e ti feci sdraiare accanto a me, stringendo il tuo esile corpo contro il mio, come a volerlo proteggere, come a volerlo rendere mio.
-Lo sai che oggi partirò, vero?- sussurrò lei, con le lacrime agli occhi.
Cosa si poteva dire in quei casi, quando l’amore della tua vita ti viene strappato per essere… soffocato?
Sì, il mio amore sarebbe stato soffocato –Lo so- sussurrai io, mentre la mia anima dava di matto ed urlava, sbraitava l’amore per lei e l’odio per quella opprimente situazione.
“La baciai. Forse è questo che si provava a toccare le sue labbra, come mangiare un pezzo di paradiso. Le sue labbra soffici, toccarono le mie. Con quel bacio lei sarebbe rimasta con me, per sempre, ma non fu così.”
Riaprii gli occhi e tu non c’eri. Mi ero addormentato, lasciando al vento i nostri ultimi attimi di ricordi. Te ne eri andata, facendoti portare via dal lavoro di tuo padre. Era necessario andare lì: tutte cazzate. Io avevo bisogno di te, qui.
Ma l’amara verità è che io non riuscii mai a dirti quanto ti amavo, seppur in segreto. Quanto volte avrei voluto urlare al mondo: “i tuoi occhi mi parlano”. Quante volte avrei voluto dirti la verità.
La realtà mi travolse in pieno, lo ammetto. Soprattutto quando mi ritrovarono dissanguato nella vasca da bagno, sommerso dall’acqua.
“ Gli psicologi dicono che gli uomini scelgono sempre metodi di omicidio in cui il dopo non importa, mentre le donne si preoccuperebbero di scegliere un omicidio che non sporchi il luogo del delitto.”
L’acqua mista al mio sangue, il mio corpo inerme che implorava aiuto, una lametta appoggiata al bordo del sanitario. Al mio funerale c’erano tutti, anche i miei genitori e le mie sorelle, ma non mi seppellirono, no. Decisero di cremarmi, per potermi liberare, per ritornare a far parte della natura.
Ora sono nel vento, e cara mia Sheireen ti seguirò sempre. Ora possiamo stare insieme per sempre. Ora potrò essere il tuo angelo custode, per sempre.
A.A: Angolo Autrice:
Premetto che non ho ricontrollato questa storia,
poiché le lacrime offuscavano la mia vista, e quindi
me lo impedivano. Lo so, sono troppo emotiva.
Ora che avete letto, che ne dite di recensire?
xoxo, Fra.