Teenage rebellion

DECLAIMER: questa storia è scritta senza fini di lucro, ma solo a scopo ricreativo.

Ecco qui il primo chappy.

Vi avverto: ce ne saranno pochi, si e no cinque quindi... portate pazienza!

In anzi tutto volevo ringraziare Iaele Satin per aver recensito lo scorso capitolo e anche quelle fantastiche persone che hanno ricordato\seguito e preferito questa storia.

GRAZIE

Ecco qui il risveglio di Bella... ma fatemi sapere cosa ne pensate che tanto lasciare due paroline è gratis!*Faccia da vendita promozionale*

*I lettori se ne vanno*

Baci

Puffa

Awakening

Uno strano ronzio nelle orecchie, ed una voce sussurrata furono la prima cosa che udii, quando ore dopo mi svegliai... o meglio, ripresi conoscenza.

-Ti prego... perdonami... resisti... vedrai che ce la farai...- L'angelo.

Quello stesso angelo che mi aveva salvata dall'uomo.

Ero in paradiso?

-Isabella...- mormorò sempre quella voce vellutata.

-Sei sveglia? Riesci a sentirmi? Se sì, ti prego, stringi la mia mano...- Perchè l'angelo era angosciato? Non eravamo in paradiso?

E poi... non volevo che quella meravigliosa voce fosse triste. Era una cosa che non riuscivo a sopportare.

Raccimolai tutte le mia forze e, piano, strinsi la sua mano tiepida... accorgendomi per la prima volta di averla sempre avuta tra le mie.

-Sei sveglia...- mormorò l'angelo, sollevato.

Poi sentii come se tutte l'energia fluisse, come se fino ad allora avessi ascoltato una radio mal sintonizzata che, di colpo, si era aggiustata.

Come se, finalmente, avessero premuto il tasto play.

Un mare di suoni mi avvolsero e mi stordirono... sentivo lo scroscio di una cascata, il rumore di auto sull'asfalto, con i loro motori rumorosi il chiacchiericcio degli uccelli sugli alberi ed il suo respiro. Il respiro dell'angelo.

Sentii la necessità di aprire gli occhi e la assecondai.

Aprii lentamente le palpebre, ma subito le socchiusi per effetto della luce...

Quanto tempo ero rimasta al buio?

Mi guardai attorno, ed i miei occhi incontrarono quelli rosso cremisi dell'angelo.

Il mio salvatore aveva capelli bronzei, pelle candida ed era... stupendo, anche se quegli occhi incutevano un po' di timore.

Gli sorrisi.

-Mi hai salvata...- mormorai... ma la mia voce era più dolce, sensuale e vellutata di quella normale.

Cosa mi era successo?

Lui rise amaramente -Oh... fidati, io non ti ho salvata. Io ti ho condannata... è un'altra cosa- Lo guardai confusa ed un po' frastornata.

-Condannata?- Come poteva avermi condannata se mi aveva salvata da quell'uomo?

-Sei un vampiro, Isabella. E sono stato io a trasformarti.- Mi guardò tormentato.

Scoppiai a ridere ma mi fermai subito al suono della mia risata.

-Lo so... ci dovrai fare l'abitudine- Mormorò con voce colpevole.

-Se è uno scherzo allora basta... non è divertente.-

-Magari lo fosse. Oh...mi dispiace...- Sussurrò lui.

Scossi la testa.

-Non può essere, lo sai vero? Sai che i vampiri non esistono.- Lo dissi in tono ovvio.

Non ero una bambina, non credevo più ai mostri delle favole.

Lui mi osservò un attimo annuendo.

-Avrei dovuto immaginarlo- Poi corse via a velocità... pazzesca.

Dopo neanche tre secondi eccolo che ritornava con uno specchio al seguito.

-E questo a cosa serve?- chiesi, confusa.

-Be... in teoria lo specchio serve a specchiarsi.- Disse lui accennando un sorriso.

-Ma ti sembra momento di guardarsi allo specchio?!- chiesi shoccata.

Diceva veramente?

Lui, spazientito, mi mise sotto gli occhi l'oggetto e... wow.

Ero io?

Mossi lentamente la testa e, sorprendendomi, anche la donna stupenda riflessa lo fece.

-Non può essere...- sussurrai, toccandomi gli occhi.

Erano come quelli dell'angelo.

-Te l'ho detto... sei una vampira.- Disse Edward, la cui espressione si incupì di nuovo.

- Ok... supponendo che tu stia dicendo la verità.... cosa faremmo, noi... ehm... vampiri?-

Lui sorrise mesto ed iniziò a spiegare.

Al termine del discorso lo stavo guardando a bocca aperta.

Era tutto vero?

-Lo so che ti sembrerà tutto incredibile ma... credici, ok?

A proposito... tu, in teoria, dovresti avere sete- Mi guardò un attimo, confuso, poi però i suoi occhi sfuggirono ai miei.

Non ci badai, troppo occupata dall' insopportabile bruciore della mia gola.

-Ugh-

Lui sorrise, comprensivo, sempre evitando il mio sguardo.

-E' stata colpa tua... tutta colpa tua che me lo hai ricordato.- borbottai.

Il suo sorriso si allargò fino a diventare una risata.

Lo guardai ammaliata: quanto era bello!

Poi però mi rimproverai mentalmente: come facevo a pensare una cosa del genere di una persona che da poco avevo conosciuto?

-Allora... pronta signorina per la sua prima caccia?- Sembrava che la battuta di poco prima lo avesse rallegrato.

-Certo!-

-Ehm... senti, tu preferisci animali o... ehm.. umani?-

Avevo preso quella decisione già mentre ascoltavo il suo discorso, perciò risposi con fermezza.

-Animali.-

Lui annuì.

-Ottima scelta... vorrei tanto avere il coraggio di farla anche io-

Mi prese per mano, in un gesto per lui estremamente naturale, contrariamente alla mentalità dell'epoca, che a me però fece emozionare tantissimo, e mi condusse fuori dalla camera.

Attraversammo un lungo corridoio, adorno di quadri e vecchi cimeli che, insieme, trasmettevano familiarità e calore.

Un attimo prima di aprire la porta, però, lui disse con noncuranza, come se si trattasse di un dettaglio irrilevante:

-Comunque... sono Edward Masen-

-Isabella Swan, sei obbligato a chiamarmi Bella- Lui annuì, sorridendo, mentre io rafforzavo la presa sulla sua mano.

Perchè sì, in effetti, il nome era un dettaglio trascurabile.