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Autore: Sidro_94    02/05/2012    0 recensioni
Un uomo rema sul mare, solo con la sua disperazione ed un passato che non gli appartiene più.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tunf
Tunf
Tunf
Tunf
 
Il remo affonda nell’acqua, sollevando gocce perlacee. Il mare si muove calmo e ritmico. Il sudore cola lungo la sua schiena. Il sole brucia la pelle e la carne.. Le nuvole sono effimere illusioni nella distesa celeste. Le piaghe delle mani continuano a riaprirsi ed il sangue che ne esce si mischia al sudore sul fondo della barca. Ma il soffio della vita continua potente ad animargli le membra. Il soffio di un’anima che non è più sua da ormai troppo tempo. Il corpo muscoloso e giovane è rovinato dalle bruciatore del sole. I capelli e la barba ricadono grigi in ciocche disordinate e ciò che più spaventa sono gli occhi: vuoti e vacui, sono gli occhi di chi ha visto tutto e che tutto ha perso. Qualche branco di pesce accompagna il suo viaggio verso la desolazione, e fulgidi gabbiani intonano le loro strida. Nient’altro esiste che il remare, il ritmo infernale.
Una risata sarcastica risuona nell’infinito. L’uomo alza la testa, il volto mutato in una maschera di terrore. Si guarda intorno scuotendo la testa vigorosamente. Pian piano torna la tranquillità. Forse solo un gioco della mente, ma le nubi nere comparse ad ovest non sono una fantasia. Portano una realtà di tempesta che presto sarà la sua.
 
I venti soffiano furiosi, mentre enormi cavalloni tentano di sbatterlo fuori dalla barca per divorarlo con le loro bocche di schiuma. Lui continua a remare, senza più una mente o un corpo e mentre la tempesta diventa uragano un’ombra antica si avvicina dalle profondità marine. Un colpo squarcia la scialuppa, il corpo cade nell’acqua e l’oblio lo avvolge.
 
Gli occhi si aprono timidamente, baciati da un caldo sole. Uno sguardo nel cielo terso con la schiena appoggiata sulla sabbia bagnata. Le onde ormai calme che gli lambiscono i piedi. Gli occhi si serrano violentemente mentre un singulto strozzato gli fa vibrare il corpo.
-Ancora non mi lasciano andare.- mormora flebilmente -Ancora prigioniero del fato-
Una piccola lacrima scava un solco nel sale che ricopre il viso.
-Senza di te…-
All’improvviso un’altra risata torbida lo fa scattare in piedi guardandosi intorno atterrito
Rabbia.
-Maledetto! Che tu sia maledetto!!-
E mentre la risata si spegne tra le onde lui si accascia a terra piangendo la sua disperazione.
  
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