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Autore: TheTsundere_Miharu    02/05/2012    1 recensioni
Hiroto si portò una mano alla bocca, spalancando gli occhi. Perché dalla sua gola era uscita una domanda del genere, così all’improvviso?_{ Hiroto/Endou }
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mark/Mamoru, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Spazio dell'autrice: Alluora. La mia terza fic in questa categoria, wow (e la seconda HiroEn). °3° In realtà, questa è stata scritta mooolto tempo prima delle altre due, ma l'ho lasciata marcire. x° In effetti fa un po' schifo. Btw, spero l'apprezzerete. Passo e chiudo. CIAO.



_Confessione.



«Endou-kun, ti ricordi del nostro primo incontro?»

«Oh?»

Hiroto si portò una mano alla bocca, spalancando gli occhi. Perché dalla sua gola era uscita una domanda del genere, così all’improvviso? Non aveva pensato prima di dare forma a quel pensiero, e si diede dell’idiota, mentalmente. Doveva riparare in qualche modo a quel suo passo falso.

«S-scusa, non dovevo parlarne. In fondo, beh, ti ho ingannato quella volta, e...»

«Non preoccuparti, ormai è acqua passata!»

In un certo senso, si aspettava una risposta del genere dall’altro.
Mamoru sorrise come al suo solito –che fortuna poter ammirare quella meraviglia ogni giorno – mentre gli passava un asciugamano.
L’allenamento di quel giorno era stato davvero duro, chissà come facevano ancora a reggersi in piedi e addirittura a parlare.

«Sul serio...?»

Una domanda sciocca, essendo rivolta all’altro, ma che gli uscì naturale, insieme a un sorriso appena accennato ma sincero. Si premette l’asciugamano sul viso, cercando di rimuovere un minimo di quelle gocce di sudore.

«Certo! E... in realtà, non ti ho mai detto una cosa.»

Hiroto si bloccò per un attimo, sgranando gli occhi, per quelle parole improvvise. Il grande sorriso di Endou era scomparso, lasciando spazio a un’ espressione seria, quasi a disagio.
Anche l’atmosfera si era fatta improvvisamente strana, quasi tesa.

«Cosa, capitano?»

Balbettò, forse. Poi, il silenzio.
L’ansia lo stava divorando, in un attimo era scaturita dentro di lui, bruciandogli l’animo. Lasciò perdere ciò che stava facendo, per guardare l’altro dritto negli occhi, mentre aspettava una risposta.
Il moro, sospirando, inclinò leggermente la testa di lato, ridacchiando appena, forse per smorzare la tensione. Deglutì a vuoto, chiuse gli occhi e poi li riaprì, cercando quasi… coraggio. Sì, il coraggio che aveva sempre avuto ma che, in quel momento, sembrava averlo abbandonato.
Era quella la cosa più sorprendente di quella bizzarra situazione.

«Forse tu avrai pensato che ti avessi odiato, ma... non è stato così. Io sapevo che tu... non potevi essere malvagio, ecco. E volevo aiutarti. Mi chiedevo perché tu fossi con gli alieni.»

Il rosso rimase visibilmente stupito, non si aspettava di certo delle affermazioni del genere.

Cosa… significavano quelle parole? Distolse per un attimo lo sguardo, ancora confuso.

«Cosa ti faceva pensare che io fossi buono?»

Fu l’unica cosa che gli venne in mente, l’unica domanda sensata che chiunque avrebbe potuto fare in una situazione del genere.
Endou teneva la testa piegata e rivolta verso di lui, certo, ma i suoi occhi erano puntati verso il basso, e fissavano i suoi pollici che nervosamente si incrociavano, quasi a battagliare fra di loro. Un – quasi completamente – impercettibile rossore gli macchiò le guance. Hiroto, nonostante tutto, lo notò subito.
Un ulteriore, breve silenzio seguì quella domanda, ma sembrò infinito. Per entrambi.

«Quando ti ho incontrato per la prima volta, la prima cosa che ho notato sono stati... i tuoi occhi gentili. Hai gli occhi di una persona capace di amare intensamente. E infatti… non mi sbagliavo.»

In effetti, quella era una confessione abbastanza imbarazzante, e detta con parole inadatte e confuse.
Per di più, Endou non era abituato a parlare dei suoi sentimenti… in termini “non-calcistici”, ecco.
Gli risultava tutto terribilmente difficile. Inoltre, era la prima volta in vita sua che parlava in quel modo a qualcun altro.

«D-davvero?»

La sua voce aveva tremato nel pronunciare quella parola, lo sapeva bene.
Hiroto era riuscito a comprendere – o almeno sperava – ciò che il suo capitano stava cercando di dirgli, anche se era difficile da credere.
Era immobilizzato. Sentiva la testa vuota, ma piena di pensieri che entravano e uscivano facendogliela esplodere. Una contraddizione, una strana sensazione che gli percorreva tutto il corpo.
Forse era perché tutto sembrava così inaspettato, o semplicemente non credeva che qualcuno avrebbe potuto dirgli qualcosa del genere. Non a lui.
Occhi gentili? Davvero li aveva? Non riusciva a capacitarsene. Forse l’altro aveva sbagliato persona. Non… avrebbe davvero potuto dirgli qualcosa del genere.
Stava… tremando.

«Già.»

La più semplice e coincisa delle risposte, pronunciate da quella persona che…

«Se devo dire la verità, io all'inizio pensavo tu fossi... buffo. Ti allenavi come un pazzo.»

Non ebbe il tempo di finire quel suo pensiero. Di nuovo delle parole gli scapparono dalle labbra.
Endou aveva finalmente alzato per bene lo sguardo, e lo stava fissando, incuriosito, ma non offeso – almeno apparentemente – da quella sua affermazione.

«Ma poi... mi sono innamorato dei tuoi occhi.»

Aveva già detto questa frase, quando erano ancora “nemici”, ma quella volta l’aveva fatto impulsivamente.
In quel momento, al contrario, lo pensava davvero.
Sospirò, un po’ a disagio.
Stava dicendo davvero quelle cose ad alta voce. Alla persona a cui aveva sempre voluto dirle.
E pensare che avrebbe voluto celarle ancora per un bel po’ di tempo.
Per qualche strano motivo, si sentiva in dovere di vuotare a sua volta il sacco, come il compagno aveva appena fatto. Si vergognava, ma probabilmente non lo aveva fatto trasparire. Era bravo a nascondere le sue vere emozioni.
Chiuse gli occhi, sorridendo pacatamente. Ormai quel discorso l’aveva cominciato, e non poteva permettersi di lasciarlo a metà.

«Col tempo, però, ho capito che di belli non hai solo quelli. Ho incominciato ad apprezzare il tuo sorriso, la tua risata, la tua espressione innocente e il tuo cuore così puro. Mi piacciono davvero queste cose. E se devo dirla tutta, più ti conosco, e più mi sembri un sole. Un sole splendente.»

Da quanto tempo aveva desiderato dirgli quelle cose? Si sentiva liberato.
Sereno.
Dopo aver lasciato la Genesis, la sua parte sincera era venuta alla luce.
Sicuramente, fino a qualche tempo prima, non sarebbe riuscito a dire nulla del genere a nessuno.
O meglio, non era mai riuscito a provare un amore al di fuori di quello per il padre e per i suoi “fratelli”.
Almeno finché non lo aveva incontrato.

«N-non pensavo mi considerassi così speciale...»

L’ennesimo battito veloce.
Hiroto sentiva uno strano imbarazzo macchiargli le gote di rosso. Eppure lui era così sicuro di ciò che provava, così sicuro di ciò che stava dicendo. Ma quella sensazione non voleva lasciarlo stare, e premeva su di lui, smorzandogli malamente il fiato.
Si avvicinò, arrivandogli a una distanza davvero insignificante. Avrebbe anche potuto… baciarlo.

«Endou-kun?»

Probabilmente tutta quella costellazione infinita di emozioni era stata provocata dall’espressione così innocente, bellissima che l’altro gli aveva appena mostrato.

«Sì?»

Sorrise.

«Ti amo.»
  
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