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Autore: Asmodeus    03/05/2012    3 recensioni
Kendra, un violino e Ariana.
I loro ultimi momenti insieme.
E un amore per la propria figlia che impedisce di proteggersi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer: i personaggi sono proprietà di J.K. Rowling e questo racconto non ha scopi di lucro.

 

Toctoc! *bussano alla porta. Si socchiude leggermente e fa capolino Asmodeus* Ehm, si può? °\\\\\°

*si schiarisce la gola* ehm....ebbene sì, sono tornato. Quatto quatto, zitto zitto, dopo altri 4 mesi di silenzio torno a farmi vivo. Lo so, dovrei decidermi a buttare dalla finestra i libri di fisica e mate e lanciarmi nelle fanfic, invece che lasciare marcire le idee al chiuso e all'umido del mio cervellino ç_ç Tutta colpa della mia prof di mate, quando si deciderà a darmi respiro per poter tornare da voi? ç_ç Mi sento spento a non scrivere, soprattutto con tante idee nella testa, e con oggi voglio rimediare.

Rimediare per modo di dire, poi: ho appena riesumato questa fanfiction dagli sperduti meandri del portatile, e ho scoperto che risale addirittura ad un anno fa esatto O_O L'avevo scritta come partecipante al contest :"Perchè Vecchio è Meglio! u.u [Vecchia Generazione]" e poi dimenticata tutta sola soletta :( e solo oggi l'ho sentita lamentarsi, la piccolina, aveva bisogno d'attenzione e ora la faccio contenta pubblicandola!

Non so, stranamente credevo di averla pubblicata tempo fa, ero certo di questo, e da quando stamattina mi sono accorto di averla invece semplcemente ignorata mi chiedo come ciò sia possibile, visto che ci tenevo tanto a questo racconto. Kendra mi ha sempre affascinato, dal primo momento in cui ho sentito parlare di lei, e questo è un omaggio alla sua figura. E niente, la smetto di sparare costronerie allucinanti senza senso, e vi lascio a Mrs Silente e al suo violino melanconico. Buona lettura!

PS: come sempre una recensioncina o un commentino semplice semplice sono assai graditi :)

 

 

_Asmodeus_




 

UN VIOLINO NEL BUIO




 

Il suono di un violino solitario riempiva l’aria.


Kendra pizzicava le corde dello strumento fluida, in movimenti armonici e tranquilli, e mille note malinconiche fluttuavano per la stanza, vorticando dentro il suo animo ed al di fuori di esso, per la sua pace e per far conoscere al mondo il suo canto. A mezza bocca accennava il motivo di un canto di altri tempi, senza mai concedergli la libertà completa data dalle parole.
La porta della stanza si aprì lentamente e silenziosa, ed un ciuffo di capelli bruni fece capolino dietro di essa, assieme a due enormi occhioni azzurri e assonnati.
La donna s’accorse della presenza di Ariana, ma non si mosse, lasciando  che fosse lei ad avvicinarsi, rassicurata dalla nuova melodia, sempre malinconica ma intessuta con fili di felicità: felicità perduta, certo, ma il ricordo poteva ancora portare gioia.
La bambina uscì dal suo nascondiglio, avvicinandosi cauta alla madre, timorosa i spezzare  quella musica e con essa l’incanto del momento.

 


Kendra aveva sentito spesso dire da amici babbanofili che tra i non maghi alcuni ritenessero la musica una sorta di magia, capace di incantare l’animo e risvegliare emozioni nascoste al cuore, stimolare i sensi e creare miracoli di bellezza con le varie armonie. Pure nel Mondo Magico si riconoscevano le qualità straordinarie della musica, o almeno tra i pochi veri suonatori appassionati, ma solamente una stretta cerchia di essi era capace di creare veri e propri incantesimi semplicemente col canto o con uno strumento musicale. Lei era una di questi virtuosi bardi magici, sconosciuti ai più ma in grado di realizzare incanti anche molto potenti con il semplice utilizzo delle melodie sonore. Dopotutto, anche in alcune scuole magiche, Hogwarts compresa, vi erano alcuni professori, molto spesso proprio di Incantesimi, che improvvisavano piccoli cori di studenti dotati, ritenendo che, ottenuta la padronanza delle melodie, anche il canto aiutasse la magia: se l’intonazione sbagliata di una formula poteva distorcere l’effetto di un incantesimo, in qualche modo anche la musica influiva sulle opere magiche.
Kendra aveva scoperto le proprie abilità canore fin da piccola, e grazie ai genitori era riuscita a perfezionare la propria tecnica fino a diventare una vera esperta nell’utilizzo magico della musica, benché pochissime persone conoscessero le sue potenzialità: nel suo cuore umile non c’era spazio per un utilizzo finalistico di quella che considerava l’Arte per eccellenza.
Ma nonostante non volesse usare il suo dono, esso si manifestava ogni volta che suonava anche davanti al più misero pubblico, come in quel momento stava inconsciamente facendo con sua figlia, attirandola a sé con le note del violino.

 


La bambina era giunta a pochi centimetri da lei, ed aveva allungato la piccola manina a prendere un lembo della sua lunga tunica, strattonandolo leggermente per richiamare l’attenzione della madre. Kendra smise di suonare, accorgendosi di aver fatto uso inconsapevole del suo dono per l’ennesima volta, prendendo però atto ancora una volta che sua figlia sembrava l’unica persona capace di liberarsi dalle catene invisibili delle sue melodie spontanee.
Sorrise delicatamente ad Ariana e, posato il violino prezioso ed antico sulla vicina scrivania, prese in braccio la piccola, rimanendo come sempre, per un attimo, leggermente stordita per la sua leggerezza e la sua minutezza: l’incidente di qualche anno prima aveva fermato la sua crescita, e nonostante avesse ormai 12 anni, ne dimostrava molti meno.
Ariana allungò la manina divertita per accarezzare la guancia della madre, ed essa le scostò una ciocca di capelli bruni che le coprivano gli splendidi occhi così simili ai suoi.


Per qualche strana ragione, rimasero a fissarsi per un tempo indefinito, e Kendra notò un mutamento nella luce che illuminava le pupille della figlia: il lampo che le animava, mostrando la vitalità di quel corpicino, era differente dal normale.
La donna capì immediatamente cosa stava per succedere, dopotutto era sua figlia e la conosceva bene: tra pochi attimi, per ragioni inspiegabili, sarebbe stata colpita da uno dei suoi soliti attacchi di magia incontrollata.
Kendra posò la figlia a terra, mentre la bambina ora fissava un punto invisibile nell‘aria, scossa da tremori incontrollati, ed andò a recuperare il prezioso violino, iniziando una melodia tranquillizzante ed infondendo in ogni nota gioia e pace, per cercare di smorzare sul nascere lo scoppio magico di Ariana.
Aveva già provato altre volte questa tecnica, ed era riuscita in più casi a sostenere la magia della figlia, bloccando le sue crisi sul nascere.
Sembrava aver trovato anche lei il rimedio per il suo male, come aveva fatto fin da subito il suo secondogenito, Aberforth: mentre lui dal principio era riuscito ad instaurare un qualche legame con la sorella che la facesse calmare con la sua sola presenza e dolci parole, a lei c’era voluto più tempo, senza scoprirne mai i motivi, ma alla fine aveva ottenuto un certo controllo momentaneo sulla figlia.
Le note cominciarono ad inseguirsi rapide nell’aria, mentre Kendra vi intesseva la sua potente magia, ma questa volta sembravano non funzionare su Ariana, i cui occhi ora erano divenuti dorati.
La donna notò appena in tempo la sedia che le stava per precipitare addosso da dietro, riuscendo a spostarsi, evitando il proiettile incantato, senza smettere di suonare: a quanto pareva, doveva essere una crisi molto forte se fin da subito Ariana faceva levitare oggetti così grandi.


Pochi istanti dopo, senza altre avvisaglie, ogni oggetto nello studio seminterrato di Kendra cominciò a levitare e a scagliarsi velocemente contro le pareti, o a formare un vortice intorno alla propria precedente posizione; i libri della piccola libreria caddero al suolo prima di volare anch’essi per aria; persino il grande tavolo in mogano cominciò a muoversi, pur senza levitare, e nella tempesta che infuriava in quella stanza, con Ariana come occhio del ciclone, la donna capì che questa volta la sua musica non sarebbe servita a nulla.


Quella era una crisi molto forte, troppo forte, come non aveva mai visto fino ad ora, ma non pensò nemmeno per un istante a chiamare suo figlio affinché risolvesse la situazione, come aveva fatto in precedenza in situazioni critiche, spaventata davvero per la sorte della figlia.
Questa volta era sicura che nemmeno Aberforth avrebbe potuto calmare Ariana e richiamarlo in quel frangente era molto pericoloso. Non poteva sapere cosa la figlia avrebbe potuto scatenare con la propria magia selvaggia ed incontrollabile.
Kendra continuò in ogni caso a suonare, accennando una sorta di danza ed iniziando pure a cantare, mentre tutto nella stanza volava per aria e cercava in ogni modo di colpirla, per far terminare la sua melodia, che ora sembrava difenderla da ogni cosa, facendole evitare ogni proiettile accuratamente: in qualche modo riusciva ancora a proteggersi, benché sentisse la forte magia della figlia premere con tutte le sue forze contro le sue protezioni magiche per abbatterle.


Frustrata per l’impossibilità di colpire il proprio obiettivo, la forza occulta che possedeva Ariana si scatenò in tutta la sua potenza, mentre la bambina lanciò un grido allucinante, ammutolendo suo madre e spezzandone l’incanto musicale protettivo.
Lampi di luce verde ed azzurra cominciarono a volare per la stanza, mentre Kendra cercava di evitarli al meglio delle proprie possibilità,proteggendosi con la magia non verbale in mancanza della propria bacchetta a portata di mano.
Ora finalmente capiva le preoccupazioni dei medimaghi del San Mungo, quando li avevano avvertiti di fare attenzione alle crisi di Ariana, perché potevano essere letali.
La forza sprigionata dalla bambina continuava ad imperversare, mentre Kendra non sapeva ormai più che fare per fermarne la furia distruttrice.


Il suo cervello, l’istinto di sopravvivenza che cercava di impadronirsi della razionalità della sua mente, le diceva di fuggire, ma il suo cuore la obbligava a restare accanto alla figlia: sapeva che stava soffrendo moltissimo, poiché ogni crisi dilaniava la sua anima e la privava di ogni forza, il suo corpicino incapace di sopportare tutta quella magia incontrollata senza subire gravi danni.


Continuò a girare intorno alla figlia schivando gli incantesimi mortali impazziti, e una lacrima scese dai suoi occhi pieni di dolore nel vedere Ariana soffrire in quella maniera.


Lei soffriva e non poteva essere aiutata.
Urlava, e nessuno sembrava riuscire a sentirla.

 


Continuò ad osservarla ed iniziò a sperare che tutto finisse al più presto, perché non avrebbe retto ancora molto a lungo, né lei né Ariana potevano mantenere i rispettivi incanti per troppo tempo.


Mentre continuava ad avanzare, non si rese conto che uno degli oggetti che continuava a volare per la stanza, un pesante libro, si stava dirigendo verso di lei: lo scontro fu inevitabile, e Kendra perse la concentrazione necessaria per proteggersi efficacemente.


Numerosi lampi blu si accanirono su di lei, come attirati dall’improvvisa sparizione di interdizioni magiche sulla donna, ed essa brillò per un attimo di una sfolgorante luce azzurrognola, prima di accasciarsi a terra.

Nell’ultimo attimo prima che il nulla si chiudesse sulla coscienza, pensò a sua figlia, ed una preghiera silenziosa s’innalzò verso il cielo: proteggila.

 


Poi, il buio.

 

 

 

_Asmodeus' Space_

 

Mmm, non credo ci sia molto da aggiungere a questa fanfic. Non ricordo il motivo preciso per cui avevo scelto Kendra e per cui proprio questo momento m'era saltato in mente. Il perchè del violino e del canto, poi, mi è diventato oscuro. Ma ogni volta che penso a Kendra, effettivamente non riesco a vederla in modo differente da questo, una specie di Tarja Turunen ante litteram che canta in gaelico accompagnata dal solo suono di un vecchio, prezioso violino. Non ho altro da dire, questo davvero vuole essere un semplice omaggio a questa strega straordinaria.

 

PS: probabilmente a nessuno interessa, ma per chi ne ha già sentito parlare, annuncio che la Grindeldore  a cui mi dedico da un anno a questa parte sta procedendo, a rilento ma procede. Se qualche buona anima volenterosa volesse donarmi parte del suo autocontrollo, in modo che io riesca a seguire una linearità temporale senza saltare qua e là in un arco di tempo lungo un secolo (la mia immaginazione è incapace di fermarsi su un Grindelwald 16enne, lo vuole per forza già nel 1945 a scontrarsi con un Silente che ancora non ha incontrato @.@), ebbene, tale donazione sarebbe immensamente gradita.

   
 
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