NICKNAME: PiccolaStellSenzaMeta

PERSONAGGI: Ninfadora Tonks, Sirius Black (indirettamente)

AVVERTIMENTI: One-shot, What if?

GENERE: Introspettivo, Dark

RATING: Giallo

INTRODUZIONE: Si era appena risvegliata, era ancora seduta a terra con la mente ancora un po’ annebbiata quando improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione. La neve in un punto poco più lontano da lei era diventata rossa, rossa sangue…

NDA: Ciao, allora io avevo scelto come personaggio Ninfadora Tonks, come oggetto avevo la neve e il cadavere e ho anche aggiunto l’arma. Ho scelto inoltre la prima citazione.

La mia storia si ambienta più o meno nel quinto libro.

Molti personaggi moriranno e la morte di uno sarà diversa da quella che ha descritto J.K. Rowling. Spero ti piaccia.

 

 

Sono diventata un’assassina…

 

Ninfadora Tonks era seduta sul grande prato ora coperto da una coltre di neve candida.

Probabilmente si era appena svegliata perché fino a pochi minuti prima giaceva a terra, svenuta.

-Ma cosa?!- urlò non appena le sue palpebre si aprirono.

La neve poco lontano da lei era diventata rossa. Qualcosa aveva tinto la coltre bianca e quel qualcosa sembrava sangue.

Tonks guardava inorridita quella chiazza, la fissò per diversi secondo fino a quando i suoi occhi non furono attratti da qualcos’altro.

Non riusciva a assumere una posizione eretta, le sue gambe erano troppo deboli. Gattonò fino a quella macchia che era molto più estesa di quanto sembrasse. Partiva dal grande albero di quercia fino a terminare in prossimità di un  cespuglio di more per una lunghezza complessiva di almeno due metri.

Proprio al limitare di quel rosso giaceva qualcosa. Tonks si avvicinò per guardare meglio, era un cadavere, un corpo era a terra e sembrava senza vita.

Alla quella vista Tonks sussultò emettendo diversi gemiti di paura e dolore, si mise in piedi senza alcun problema, come se la pesantezza che aveva alle gambe fosse svanita.

Attraversò la neve rossa fino a chinarsi sul cadavere. 

-Sirius, Sirius- gridò ripetutamente.

Quel corpo apparteneva proprio a Sirius Black.

Tonks cercò, invano, di risvegliarlo ma ormai era morto, morto in una pozza di sangue.

Era incredula, cosa avevano fatto a Sirius? Al cugino di sua madre che lei chiamava zio. Chi aveva ridotto quell’uomo che lei adorava in quello stato?

Pianse, versò lacrime per minuti che le parvero ore.

Ormai si era rassegnata, doveva tornare al Quartier Generale per dare la notizia agli altri ma qualcosa attirò la sua attenzione ancora una volta.

Legato alla cintura di cuoi c’era un coltello dalla lama affilata completamente sporco di sangue.

“Poi fu percorsa da un brivido, da capo a piedi, poi da un altro, come una bestia sull'altare del sacrificio.” 

Un’atroce sospetto le perforò la mente e poi un profondo rimorso le colpì il cuore.

Era stata di nuovo lei? Aveva ucciso Sirius? Evidentemente si, quel coltello era la prova.

Il suo pianto non era cessato, anzi, l’intensità delle gocce bagnate che le solcavano il viso era aumentata.

Da quando Bellatrix Lestrange le aveva lanciato la maledizione Imperius era diventata un’assassina.

Aveva ormai compiuto più di quattro omicidi: Malocchio, Severus, Remus, Molly e ora anche Sirius.

Non si ricordava cosa fosse successo, solamente che aveva seguito Sirius fino a quel parco.

Si era accasciata su Sirius e, piangendo, chiedeva perdono.

Non riusciva a perdonarsi per ciò che aveva fatto.

Non poteva più sopportare quella situazione, non poteva uccidere ancora qualcuno solo perché Voldemort lo voleva. Doveva reagire anche se ora non poteva sfogarsi con nessuno, tutti i suoi amici erano morti o meglio, lei li aveva uccisi.

 

Doveva reagire e ora era più convinta che mai.







Ecco il giudizio