WISH I HAD AN ANGEL cap. 1 - Why we die?
Salve a
tutti! Sono Alastor Bowen, grande fanatico di LOTR, c'è chi già mi conosce per
altre ff e chi mi incontra per la prima volta in questo 'esperimento'. Lo
chiamo esperimento perchè è la mia prima long fic. Non so quindi come possa
essere venuta. Spero solo bene.Buona lettura.
Perchè andare contro morte certa?
Vedevo sangue ovunque,
La mia mente distorta da quel barlume di luce gridava...
Cosa stava succedendo?
Chi era quella persona che piangeva accanto ad un cadavere?
E chi era quell'uomo morto?
Sei tu...
Dunque io sono morto?
Si
E... dove andrò ora?
Possedevi un oggetto 'incriminante' al momento della tua
morte... quindi penso proprio che finirai... sì, purgatorio...
L'aria si fece per un attimo purissima,
Era quella la pura felicità?
Ora si trovava in una enorme pianura, coperta di marcia erba e rari soffi di vivo vento.
E questo?
E' il purgatorio... raggiungi il tuo scopo e avrai il
paradiso come 'premio'... ma affrettati, non hai tutta la 'vita'...
oh...
... perchè non ridi?
Dovrei?
Ho fatto un battuta... "non hai tutta la 'vita'
"...
Oh! Scusa... è che sai, non mi aspettavo di morire in quel
modo...
Già, in effetti anche io non mi sarei mai aspettato una
cosa del genere da te...
Ehi! Sono morto ma ci sento!
D'accordo d'accordo scusa ti lascio alla ricerca della tua
salvezza...
E scomparve.
Il manto nero scomparve.
La clessidra e la falce scomparvero.
Il teschio e le ossa scomparvero.
Ma quel mondo rimaneva lì, e lui non sapeva cosa fare.
Samwise Gamgee non sapeva proprio cosa fare.
Sam si
svegliò.
Era
solo un sogno fortunatamente.
Il suo
letto era completamente distrutto, doveva essersi mosso parecchio durante il
suo sonno.
Notava
delle figure a fianco a se.
Poteva
riconoscerle tutte: Legolas, Gandalf, Gimli, Pipino, Merry, Aragorn, ma mancava
qualcuno, ne aveva l'assoluta certezza.
Realizzò
chi pochi minuti dopo.
"Dov'è
il padron Frodo?" chiese non appena si rese conto della sua assenza.
L'aria
si fece cupa, e tutti non poterono fare a meno che abbassare lo sguardo.
"Lui...
è morto..." disse Gandalf qualche minuto dopo.
Sam
rimase impietrito, non sapeva veramente cosa fare.
Non
pianse, ma sentiva che doveva.
Non rise, e sentiva che non doveva.
Rimase
immobile, con un espressione a metà tra la solita e quella d'incredulità.
Una
foglia spirò da una finestra.
E
toccò la bianca pelle dell'hobbit.
Il
quale si sentì toccare di nuovo dalle mani ruvide dell'amico oramai scomparso.
"Noi...
volevamo chiederti Sam.." cominciò a dire Gimli.
Ma lo
fermò Legolas.
Aveva
notato la mano dell'hobbit sulla foglia, e non si sa come lo aveva compreso.
"Lasciamolo
solo..."
Se ne
andarono tutti.
Sam
tentava di ricordare, non riusciva a capire come fosse potuto accadere.
Nella
sua memoria riusciva a vedere solo lacrime, morte e fiamme.
Nella
sua tasca qualcosa sbriluccicò.
Era
l'Anello.
Lo
rigirò fra le mani, lo ammirò, ne vide quasi riflesso il volto di Frodo.
Ma non
osò indossarlo, sapeva che quello non era giusto.
Come è potuto accadere?
Come sono potuto morire?
Non potevano uccidere Sam?
Maledizione...
Era una landa desolata, calda, rocciosa.
Vuota.
Isolata.
Lui era isolato.
E ora dove sono?
L'Abisso...
Erano
passati tre giorni, e finalmente Sam si era deciso ad alzarsi da letto e a
muoversi un po'.
Aveva
ricominciato a mangiare, a bere, a dormire.
Aveva
ricominciato a vivere.
"Siamo
stati fortunati che si sia ripreso..." diceva Elrond da una stanza
indeterminata di Gran Burrone.
"..
Già, ma non possiamo chiedergli troppe cose ora, dobbiamo aspettare il momento
giusto, attendere..." affermava Gandalf che si trovava anche lui nella
stanza.
"Sì..."
Sam
comunque camminava ancora da solo, e non voleva assolutamente trovarsi insieme
a qualcuno.
Viveva
l'intera situazione in un pieno dolore.
Stupido
Sam... pensava, Devi dormire un po',
non puoi preoccuparti che lui venga da te, perchè non sarà così... basta
volerlo ardentemente...
Vagava per l'Abisso.
Non sapeva esattamente dove doveva andare o cosa doveva fare.
D'altra parte, era completamente solo, e nessuno pareva poterlo aiutare.
Vi era un caldo terribile, l'aria era quasi nauseante anche da respirare,
I piedi erano mezzi bruciati a causa di quella che 'aveva scoperto' fosse carbone ardente.
Ma questa me la paghi lurido bastardo d'uno Smeagle...
Ancora
i raggi del sole invadevano quella stanza, quel letto, quel volto.
E Sam
si svegliò.
Aprì lentamente gli occhi, finalmente si era potuto riposare quel tanto che bastava.
Finalmente aveva sognato.
E non il padrone, bensì Rosy.
Ora che ci pensava un po' si vergognava, a pensare a quelle cose proprio in quel momento.
Sul comodino vi era ancora quella foglia autunnale.
E l'Anello.
Si strofinò gli occhi, per rendersi più lucido possibile ed incominciare a vivere forse con un minor peso sulle spalle.
Notò quindi qualcosa che non aveva mai notato prima d'ora.
Un cassettone di legno.
A vederlo poteva anche sembrare un semplicissimo cassettone di legno, ma Sam lo riconobbe subito, perche lo aveva visto già un'altra volta.
A casa di Bilbo.
Si alzò immediatamente, e giunse in un battibaleno nella zona prefissa.
Il cassettone era abbastanza impolverato e quasi del tutto consumato dal tempo.
Lo aprì con delicatezza.
Vi erano un sacco di scartoffie.
E poi Sam notò ciò che veramente gli interessava.
Era apparentemente un semplice libro.
Ma le apparenze ingannano, ed anche spesso.
Quello infatti non era altro che il diario di Frodo Baggings.
Un mucchio di ricordi giacevano lì dentro.
Sam aprì lentamente quel vecchio diario.
Soffiò sulla prima pagina, facendo volar via parecchie tonnellate di polvere.
E proprio la prima pagina sembrava più che un diario una confessione, un desiderio.
So
che tutti muoiono.
So
che non vivrò in eterno.
Ma
vorrei tanto poter essere ciò che desidero dopo morto, e perchè ciò accada mi
cimenterò in tutte le imprese richieste dal mio destino.
Perchè
io voglio diventare un Angelo...
Metto in coda alla ff le mie dediche.
La dedico ad una mia amica, Morgy, che nel sito è
BloodyMoon, che mi ha aiutato con l'ispirazione, grazie al suo essere deprimente-contagiosa
e grazie ad una canzone che mi ha fatto ascoltare tempo fa.
La dedico al mondo che mi sostiene, e a chiunque crede di
poter realizzare i propri sogni, e che non ci spera e basta, ma che lavora sodo
per poterli raggiungere.
Quelle sono le vere persone che faranno di questo mondo
qualcosa che verrà ricordato anche alla fine di tutto.
La vorrei dedicare anche ad un uomo, un attore per la
precisione, che con la sua bravura ha saputo ispirarmi la psiche del
personaggio di Sam, parlo di Sean Astin, e lo vorrei veramente ringraziare per
esser riuscito ad aiutarmi.
Al prossimo capitolo.