ANCHE SE STA SERA
SIAMO QUI...
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero,
non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non
smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa
nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero
non è amore,
ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Poi c’è chi
scappa per amore, o chi scappa dall’amore. La famiglia è la patria del cuore.
Chi lo cerca o chi vuole evitare d’incontrarlo.
E a chi manca il coraggio per fare qualunque passo..
CAPITOLO I
“Avanti Hinata guardati intorno, è pieno
di ragazzi! Non puoi sbavare dietro a quello stupido di mio cugino!” urlò
Karin.
Hinata abbassò lo sguardo arrossendo notevolmente.
“Pronto? Terra chiama Hinata!” riprese la rossa, strattonando l’amica.
“E che non ci posso fare nulla Karin... mi piace da una vita ormai… Io lo…”.
“No, non dirlo!” urlò lei.
Karin si mise in piedi sul letto, imitando una danza tribale, dicendo a tempo
“Non dirlo, non dirlo, non dirlo!”.
Hinata fissò sconcertata la migliore amica, aspettando ardentemente l’arrivo di
Temari. Lei l’avrebbe salvata da quella pazza furia rossa.
“E se provassi a uscire con qualcuno di diverso? Non so Kiba, il tuo amico, lui
sembra simpatico!” disse Karin sedendosi pesantemente.
“No Karin, lui è il mio migliore amico e poi esce con Ino. E’ sempre la solita
storia, io non voglio qualcuno di diverso io.. Karin?” fece incerta la mora.
La ragazza con gli occhiali, era diventata seria, fissando la migliore amica
con aria truce.
“Non devi nominare il nome della regina delle oche. Non puoi parlare di cacche
che camminano così Hinata! Non davanti a me!”
Hinata annuì, deglutendo rumorosamente.
“M-mi d-dispiace..” balbettò, portandosi le mani davanti al petto.
“Fa niente, ti ho già perdonata! Tornando a noi: Hinata hai vent’anni,
diventerai una brillante psicologa, dimmi quanti uomini hai avuto nella tua
vita?”.
Hinata abbassò lo sguardo.
Perché Temari non arrivava?
“Nemmeno uno anzi si: hai baciato per sbaglio l’uomo insetto di Kafka!” disse
schifata la rossa.
“Non parlare di Shino in quel modo!” rispose la Hyuga.
“Va bene, va bene. Il punto è: mio cugino finché guarderà quella sottospecie di
essere geneticamente modificato dai capelli rosa, non si accorgerà di te!”.
Hinata abbassò gli occhi perlati sconsolati, forse Karin aveva ragione.
Qualcuno bussò alla porta e, Hinata fu felice di vedere quattro buffi codini
color sabbia comparire da dietro la porta.
Temari era sempre stata la sua ancora di salvezza, era la mamma di entrambe le
ragazze.
Hinata pensò a come, loro tre, erano diventate amiche.
Erano esattamente gli opposti, in tutto e per tutto.
Ma forse il bello era quello.
Hinata amava l’imperfezione delle sue migliori amiche. Amava gli sbagli di
entrambe. Amava il carattere così strano di Karin, ma che nascondeva una
tristezza infinita, una voglia grande di essere amata.
Amava il modo con cui Temari si buttava nelle situazioni, pensando sempre ai
suoi fratelli e all’unico ragazzo che mai avrebbe amato Shikamaru.
Sapeva che poteva imparare da loro, erano le persone che più ammirava al mondo.
Loro la accudivano come una bambina, le parlavano, le davano consigli, le
imparavano cos’era la vita.
Entrambe erano cresciute troppo presto, in modo diverso ma sapevano quanto
poteva essere amara e dura la vita.
Sapevano girare per la strada come delle pazze e lei, la povera e ingenua
Hinata, le seguiva a fatica, affascinata come aveva sempre fatto per tutta la
vita con le persone come loro.
Nel loro trio, ognuno aveva il suo ruolo.
Karin era quella che parlava sempre la casinista, quella con le idee radicali
che. Lei sapeva sempre cosa fare, in qualsiasi situazione, tranne in quelle
d’amore o davanti a Suigetsu.
Temari era la riflessiva, la forte, l’intelligente, quella che sapeva sempre
cosa dire e cosa fare.
Il ruolo del gruppo di Hinata era sempre quello di tacere e osservare.
Non che non interessasse quello che lei pensavo o dicesse. Non era considerata
noiosa o altro, ma non la importunavano più di tanto, conosce il suo carattere.
Ma è strano come la vita volge le cose a tuo favore. Non corso degli anni, era
diventata un’ottima osservatrice, proprio perché nessuno le chiedeva la sua
opinione. Sicché lei taceva e raccoglieva segreti.
“Quale sarebbe il problema?” chiese Temari, girando svogliatamente una rivista
di moda.
“Sto dicendo a Hinata di lasciar perdere mio cugino una volta per tutte!”.
Temari annuì convinta, poi fissò Hinata.
“In fondo ha ragione Karin, ma allo stesso tempo hai torto: Hinata non
lascerebbe mai perdere il buon baka, è troppo innamorata!” disse sorridendo.
Hinata rispose con un timido sorrise, ringraziando con uno sguardo Temari che
ancora una volta l’aveva salvata.
“Parliamo piuttosto della tua infatuazione per Suigetsu, Karin..” disse Temari.
La rossa si mise a posto gli occhiali stizzita.
“Infatuazione? Non direi! Quella specie di merluzzo è insopportabile, lo odio!”
“Non dire fesserie, si vede che incomincia a interessarti, quasi quanto ti
interessava l’Uchiha..” disse Temari, strizzando l’occhio a Hinata, piuttosto
divertita.
“Temari tu pensa al tuo Orso Yoghi, a Tutankhamon e a Catman! E io penso allo
stoccafisso!”.
Hinata sgranò gli occhi e fissò Karin. Temari si limitò a sorridere furba.
“Ti sei fregata da sola, bella mia!” disse.
Mostrò a Hinata una maglia che le piaceva particolarmente, e l’amica annuì
sorridendo.
Karin si alzò, cercando di nascondere il rossore che colorava le gote.
“Sei una strega, e tu la complice!” osservò Karin, girandosi e mettendosi a
posto gli occhiali.
“Cosa centro io? E Hinata? Sei tu che ti sei fregata da sola!”.
“K-karin non c’è niente di strano. Se ti piace Suigetsu è un bene: è un bel
ragazzo, simpatico, un po’ pieno di sé, ma tutto sommato bravo.”
Karin fece per dire qualcosa, ma un'altra furia rossa entrò nella stanza,
facendo spaventare Hinata.
“Karin chi è Suigetsi?” chiese Kushina Uzumaki, radiosa come sempre.
“Suigetsu zia, Suigetsu!” osservò Karin.
“Suigetsu, Suigetsi, Sushi come si chiama! Non ho potuto non ascoltare i vostri
discorsi!” disse sedendosi accanto a Hinata, lasciando in mezzo alla stanza la
cesta dei panni.
“Allora, allora, allora racconta un po’ alla zia Kushina!”.
Karin la fissò truce.
“Zia sei di troppo! La media di questa stanza ,prima che tu arrivassi, era dei
venti.. Fai un po’ te!”.
Kushina mantenne il suo sorriso spontaneo che assomigliava moltissimo a quello
di Naruto ma, Hinata notò lo strano ticchettio delle dita della donna.
“F-forse signora U-uzumaki Karin intendeva d-dirle che non ne v-vuole
parlare..” balbettò Hinata.
Kushina sembrò rilassarsi e la fissò.
“Ne sono sicura anche io! Mia nipote fa parte del ramo antipatico della
famiglia! Con permesso!”.
Uscì com’era entrata, fulminando Karin con uno sguardo che, fece rabbrividire
Hinata.
Temari se ne andò poco dopo, doveva uscire con Shikamaru e preparare la cena ai
suoi fratelli.
Hinata rimase a chiacchierare del più e del meno con la rossa.
Discussero di moda, musica e libri.
La Hyuga guardò l’orologio posto sul comodino e si alzò.
“Devo andare Karin.. Ci vediamo domani!” disse allegra Hinata.
Karin la salutò, scompigliandole i capelli.
Hinata uscì dalla stanza, ormai sapeva, dove orientarsi in quella casa.
Scese le scale e vide la signora Uzumaki preparare la cena.
Sarebbe stato maleducato uscire senza nemmeno salutarla.
Si avvicinò e gentilmente le sorrise.
“Oh già te ne vai?” chiese la donna accorgendosi della mora.
“Si signora, volevo salutarla prima di andare via..”
“Ma come sei gentile! Torna presto.. Ah Minato, lei è Hinata, un’amica di Karin!”
Hinata si girò e, fissò il padre di Naruto, arrossendo vistosamente.
Era identico a suo figlio, la copia perfetta.
Aveva gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri. Aveva un’espressione
intelligente e gentile.
Non lo aveva mai visto, anche se Karin ne parlava spesso. Aveva sempre pensato
che fosse una persona differente, e non così simile al suo Naruto.
Sorrise e le tese la mano.
“Piacere Hinata, tu devi essere una Hyuga..” osservò.
Hinata annuì e, tremando leggermente prese la mano dell’uomo.
Era calda, forse troppo per la sua mano così fredda.
“P-piacere mio s-signor Minato..”.
“Siete inconfondibili, avete tutti questi occhi così particolari. Io li trovo
meravigliosi, non trovi Kushina?” fece l’uomo sorridendo alla ragazza.
Kushina lasciò i fornelli e, si diresse verso la ragazza e la osservò.
“Lo trovo anche io! Fuori dal comune, inoltre devi vedere com’è gentile e
educata! Altro che quella fricchettona di mia nipote!”.
Hinata sorrise, avrebbe voluto dire che Karin era molto gentile e buona con
lei, mai si trattenne.
“Smetti di parlar male di tua nipote Kushina, infondo le vuoi bene..”.
Hinata arrossì. Era vero che era un uomo gentile e altruista, lo zio di Karin.
“Io d-dovrei andare.. Mio p-padre sarà in pensiero..” fece sorridendo
timidamente.
Entrambi la salutarono con un caloroso sorriso.
“Aspetta ti accompagnano alla porta..” fecero all’unisono.
Hinata ringraziò.
“Torna presto a trovarci, Hinata!” fece la madre di Naruto, muovendosi come
un’adolescente.
“Lo farò, signora..”.
Minato aprì la porta, e Hinata mise un solo piedi fuori che, si ritrovò il
busto di un ragazzo davanti al viso.
Alzò lentamente gli occhi, sperando che non fosse lui, che fosse qualcun altro
e non Naruto.
Incontrò due occhi color del cielo che appena la videro, sprizzarono gioia.
“Ciao Hinata!” urlò Naruto.
La ragazza in questione rimase per molti minuti a fissare Naruto come un ebete.
Non erano mai stati così vicini. Poteva sentire il suo odore, sapevo di
salsedine. Poteva indugiare sulle spalle muscolose e atletiche del ragazzo,
vedere quanto era abbronzato.
Arrossì.
“Hinata ti senti bene?” chiese, mettendosi alla sua altezza e fissandola negli
occhi.
Gli mise una mano sulla fronte, indugiando un attimo.
“Sei piuttosto calda, hai la febbre?”
“I-io... I-io... I-io… I-io sto bene, g-grazie N-naruto!” esordì, spostandosi
da quel contatto in modo quasi violento, forse troppo per i suoi gusti.
Naruto ritrasse la mano, rimanendo stupito dal suo gesto che, non era passato
inosservato a nessuno.
“Allora è perfetto! Sei venuta a trovare Karin?”.
Hinata annuì, maledicendosi.
Perché era così stupida? Lui forse c’era rimasto male... era tutto sbagliato,
le cose non dovevano andare così.
“S-si.. S-scusate ora devo andare..”.
Salutò di nuovo e, com’era abituata a fare davanti a Naruto, scappò.
Nota dell’autrice
Hola gente! Era da un po’ che non scrivevo, e perciò ho deciso di iniziare
questa piccola storia. Non è qualcosa di originale, forse un po’ scontata come
trama ma ammetto che a me piacciono, perciò mi sono dilettata a scriverne una.
Magari è un lavoraccio, non lo so.. Io ci provo!! Poi sarete voi a smontarmi
oppure no!
Sarà una storia breve, di tre o quattro capitoli al massimo. Descriverò la
storia di un’amicizia nata fra tre personaggi che, per chi guarda Naruto sono
opposti cioè: Hinata, Karin e Temari.
Del rapporto tra questi due cugini Naruto e Karin. Premetto che ho deciso di
farli diventare cugini dopo che si è scoperto nel manga, grazie a Kabuto, che
Karin è appartenente alla famiglia Uzumaki. Semplicemente questo.
Inoltre descriverò, nelle linee generali, il rapporto e l’atmosfera che si vive
in casa Uzumaki.
E infine l’amore, così diverso che vede protagoniste le amiche. Hinata che ama
Naruto, e riuscirà a dirglielo in una situazione di difficoltà. Sono una
NaruHina.. xD Mio miglior o peggior difetto!
Karin che supererà il suo cinismo, scoprendo di apprezzare Suigetsu. E infine
Temari che vive, anzi vivrà, un intensa storia d’amore con Shikamaru.
Da qui ci saranno anche altri paring che a ma piacciono... come accenni
KibaIno, GaiKakaAyame (Il trinagoloo che io addooro. Il mio tessoro!) e altri..
Le frasi che ci sono all’inizio, non sono messe a caso. Spero che vi piacciano!
Se avete consigli o altro, sono ben graditi!! Con affetto, vi mando un
bacione!! Hina93