This is the story of a love...
Capitolo 1
Luce,
sole, aria pura, risate.
Mattina di maggio più calda che
mai.
Hermione prese posto tra i ragazzi del settimo anno che
ascoltavano in religioso silenzio i racconti di Frank
Habbot.
Oggi
le sue parole inneggiavano al campionato di Quidditch che si sarebbe tenuto di
lì a due mesi.
-Hei,
bella bruna...!- chiamò qualcuno alle sue spalle.
Inevitabilmente voltò piano la testa e riconobbe quella
di Dean Thomas.
-Oh,
ciao...-
Una
folata di vento le sferzò tra i capelli, facendo ondeggiare i ciuffi color
cioccolato e allietando quei 35 gradi che aleggiavano
nell’atmosfera.
-Hai
visto Harry? Devo avvisarlo che l’allenamento di Quidditch è stato anticipato
oggi alle quattro!- Sembrò rifletterci un po’ e dopo aggiunse osservandole un
riccolo particolarmente boccoloso. -Non è che glie lo dici
tu?-
Lei
sospirò e annuì sovrappensiero.
-Grazie!- E si incamminò sulla strada dalla quale era
appena sbucato. Poi si voltò, come se si fosse appena dimenticato di qualcosa di
molto urgente, e tornò da lei.
-Se
puoi, avvisa anche Ron!-
E
questa volta sparì definitivamente.
Hermione raccolse le sue cose e si incamminò verso la
sala grande. Quei due stavano sicuramente ancora
dormendo.
*
– Harry…? Mi
stai ascoltando? – la voce di Ginny lo riscosse dal pensiero del riposino che
avrebbe fatto finito di studiare con Ginny. Alzò lo sguardo, incrociando gli
occhi azzurri di Ginny, e sospirò. – Certo, Ginny. –
rispose.
Lei lo
guardò, e un largo sorriso le si allargò sul volto. – Se davvero mi stai
ascoltando, Harry – mormorò, scandendo le parole con cura meticolosa – allora
ripeti tutto ciò che ho detto. –
Harry esitò.
Quel giorno i capelli di Ginny erano ancora più rossi e
belli.
Gli piaceva
quel colore rosso acceso, soprattutto quella domenica mattina in cui il sole
arrivava a illuminarli.
– Harry?
Allora? – di nuovo gli occhi della ragazza lo scrutarono, e lei tamburellò un
piede per terra, impaziente.
– Ehm…
parlavamo dei goblin… no? – chiese lui, facendo un sorrisetto
complice.
Ginny lo
osservò, con un’espressione severa dipinta sul viso, mentre cercava di
trattenere un sorriso. – Certo, Harry. E quindi? –.
– Sto
andando bene almeno? – chiese lui, sorridendole.
Ginny si
girò, chiudendo il libro e scoppiando a ridere. – Sì, Harry. Ma non ti aspettare
che ti faccia io il tema, eh! –.
Harry
sorrise. – D’accordo, Ginny, come vuoi…-
Dopo un po’
aggiunse: – E se ti pagassi? –.
Ginny si
girò, con un’espressione a metà tra il divertito e l’arrabbiato. – Mai, Harry
James Potter! Ti aspetti che io sia una secchiona che si faccia pagare per fare
temi su goblin? Mi spiace hai scelto la persona sbagliata.
–
– D’accordo,
Ginny – rispose lui.
Lei chiuse
il libro, appoggiandolo sul tavolo di fronte al camino spento e si venne a
sedere accanto a lui, che era stravaccato su una poltrona con la piuma per
scrivere in mano.
– Beh, visto
che ho notato che tu e le rivolte dei goblin siete due cose differenti… –
sorrise – ti va’ di parlare? –.
Lui guardò
gli occhi celesti, la pelle bianca, i capelli rossi che le scendevano sulle
spalle e qualcosa gli si mosse dentro.
Cercò di
ignorarlo.
– Ehm… forse
è meglio di no… vedi, ho un po’ di sonno e… ed è meglio che vada – sorrise,
titubante, alzandosi dalla poltrona.
Lei lo
guardò. – Harry, va tutto bene? –
– Certo! –
sorrise lui – ora però vado, ci… ci vediamo… –
Lei sorrise.
– D’accordo –.
Harry le si
avvicinò, dandole un lieve bacio sulla guancia, poi attraversò di corsa la sala
comune e cominciò a salire le scale diretto verso il dormitorio
maschile.
Appena
l’orlo della veste del ragazzo sparì, Ginny si sfiorò il punto dove circa cinque
secondi prima Harry aveva poggiato le labbra e le sue guance divennero
purpuree.
Guardò fuori
dalla finestra. Era una bella mattinata, avrebbe potuto fare una passeggiata e
studiare senza pensieri i goblin senza ripensare
all’accaduto.
Non
significa niente, Gin, si impose con fermezza mentre raccoglieva i libri e li
infilava alla rinfusa nella borsa. Come non significa niente il fatto che le mie
guance scottino.
Mentre stava
per andarsene, notò un’ultima cosa.
Harry aveva
lasciato la piuma lì.
Sorridendo,
la raccolse e la ficcò nella sua borsa, sul fondo.
Poi,
sospirando, cominciò ad avviarsi verso il buco del
ritratto.
*
Se
c’era qualcosa che infastidiva Ron più di tutte, era sicuramente essere
svegliato di soprassalto.
Forse
non era proprio prestissimo, ok.
Forse
se fosse rimasto a dormire ancora si sarebbe beccato una punizione,
ok.
Forse
era ora di mettersi a ripetere per le lezioni del giorno seguente,
ok.
Ma un
bicchiere d’acqua gelida versato beatamente sulla fronte, era decisamente
troppo.
Balzò
giù dal letto e mise a fuoco colei che distava pochi centimentri dal suo
letto,
-Hermione, che diam...- Fece con la voce ancora
impastata dal sonno, ma i riflessi più attivi che mai.
-No no
no! Adesso non venirmi pure a rimproverare! Uno, non sono la tua sveglia e
dovresti ormai essere capace di svegliarti senza l’ausilio di una balia. Due, ho
interrotto l’ascolto di uno dei magnifici racconti di Frank per venire qui,
quindi ringraziami. Tre, il motivo è che Dean ha chiesto a me di comuinicarvi- lanciò un’occhiata alla faccia
sonnolenta di Harry che giaceva qualche metro più in là -che l’allenamento è
oggi alle quattro. E ora...Vestistevi e scendete in sala comune, che ho una
sorpresa per voi...-
Detto
questo schizzò via dalla porta, esprimendo un leggerissimo disgusto nel notare
lo stato in cui era ridotta la stanza.
*
Al
tavolo accanto al camino, Luna e Naville stavano intavolando una discussione su
quale specie di frutti marini fosse più adatta a guarire i leocorni
mantovani.
-Ciao
ragazzi!- Li interuppe la ragazza boccoluta, sedendosi accanto a
loro.
-Hermione, le ostriche perlacee non hanno proprietà
curative, vero?-
Chiese
Neville passandosi una mano tra i folti capelli
neri.
-No...-
-Visto?- Fece Luna
indispettita.
E
ricominciarono a sproloquiare su elementi talmente futili, che Hermione decise
di allontanarsi a lasciarli sfogare da soli.
Si
sedette sul davanzale di una finestra appositamente spalncata, dalla quale
entravano magnifici raggi di sole, e aprì il quaderno sul quale conteggiava i
risultati del suo C.R.E.P.A.
Qualcuno disturbò presto la sua quiete, appostando la
sua mano sul foglio dove stava scrivendo.
Questo
qualcuno arrossì impercettibilemente quando lei alzò lo sguardo e intercettò il
suo, più vicino che mai.
Ron
arretrò di scatto, come se stesse cercando di recuperare una quantità immensa
d’aria.
-Beh-
proclamò lui dall’alto del suo metro e ottanta -che ne dici se andiamo a sentire
qualche altro entusiasmante racconto di Habbot?- fece lui ironizzando e
soprattutto cercando di distogliere l’attenzione da quell’attimo in cui i loro
nasi si erano quasi (involontariamente) sfiorati.
Hermione, più che mai sorpresa, chinò la testa in un sì
e abbandonò piuma, inchiostro e quaderno nell’istante stesso in cui lui le porse
la mano per aiutarla a rialzarsi.
Proprio mentre lei catalogava il tutto nella sua mente,
cercando di capire perché tutt’ad un tratto Ron la invitasse a fare una
passeggiata da soli, Harry, Ginny e Kathleen Marion (una nuova compagna di
stanza della ragazza dai capelli rosso fuoco) si unirono a
loro.
-Ah,
dimenticavo...- Sorrise lui imbarazzato dall’imprevisto- vengono anche
loro-.
Ecco il primo
capitolo della nostra storia! Eh, si ragazzi...Ebbene io: Valeria18 e lei, primavera abbiamo deciso di mettere
insieme le nostre capacità e abbiamo iniziato questa
cosina...
Speriamo sia
di vostro gradimento...
Le parti in
blu le ha scritte la ciccina adorabile, ovvero lei.(che si occhupa della ship
H/G)
E quelle nere
io.(Che mi occupo dei pucciolosi amorevoli R/H)
Crediamo e
speriamo di metter su qualcosa di carino...Fateci sapere
eh?!?!
Bacioni