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Autore: clepp    04/05/2012    10 recensioni
«Questo è il tuo bel salotto - esclamò Zayn indicando il salone piccolo e accogliente – dove io e la tua mamma abbiamo festeggiato il tuo arrivo.» continuò.
«Questa invece è la tua nuova cucina – proseguì il moro raggiungendo la stanza – dove la tua mamma mangiava in continuazione.» Isabel rise.
«Zayn!» esclamò, indignata.
«Invece questa è la nostra camera da letto, dove tu verrai a rifugiarti in caso di incubi, - abbassò la voce per non farsi sentire dalla ragazza – e dove io e tua madre ti abbiamo concepito.» concluse soddisfatto e richiuse la porta. Joseph osservava il padre con un espressione divertita, mentre Zayn fissava il figlio, meravigliato di quanto amore potesse provare per una persona che non fosse se stesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Me, you and Joseph.



Quasi le mancò il respiro. Quel pargoletto era la copia sputata di suo padre. Pelle olivastra, occhi scuri e penetranti, folti capelli neri e un faccino da rubacuori. Non poteva crederci, finalmente tra le sue braccia poteva tenere il frutto di nove mesi di gravidanza e 10 ore di travaglio.
Più lo guardava e più aumentava l’amore per quel bambino. Tutto intorno a lei era un caos, gente che si spostava, infermieri che correvano qua e là, ma per lei esisteva solo ed esclusivamente suo figlio.
Figlio… ancora non riusciva ad elaborare l’idea che lei fosse diventata madre. Sembrava solo ieri che spettegolava con le sue migliori amiche nei corridoi della scuola o che marinava la scuola per stare con qualche ragazzo o che litigava con i suoi genitori per la bolletta del telefono troppo alta.
Eppure mentre teneva tra le mani Joseph era sicura di potercela fare, di poter essere una buona madre per lui e di essere in grado di non ripetere gli errori che i suoi genitori avevano commesso con lei.
Joseph, così aveva deciso di chiamarlo Zayn. Dopo molte preghiere e facce da cucciolo abbandonato aveva ceduto e aveva deciso di dargli il nome che lui voleva.
«E’ la cosa più bella che io abbia mai visto…» Isabel si voltò, leggermente frastornata per via di quell’improvvisa intrusione. Era stato proprio Zayn a parlare con voce tremante ed emozionata. Guardare lui era come osservare la versione grande di Joseph e guardare quest’ultimo era come sfogliare un album di foto da piccolo di Zayn.
L’unica cosa che il bambino aveva preso dalla madre era il naso alla francese che lo rendeva ancora più tenero di quanto già non fosse. Isabel tornò a guardare Joseph, con l’ombra di un sorriso dipinta sul volto e la felicità scolpita sul cuore. Come poteva amare così tanto una persona da così poco tempo?
Sentiva che avrebbe dato la vita per lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo felice.
«Come stai?» sussurrò Zayn accanto a lei mentre ancora osservava estasiato la creaturina.
«Felice ma stanca.» rispose Isabel con un tono di voce fiacco. Il moro capì che non aveva voglia di parlare così non fece più domande ma semplicemente le strinse la mano, accarezzandole con il pollice il palmo liscio.
Rimasero lì, a contemplare l’opera del loro amore.

***


Zayn aprì la porta con un calcio e gettò poco delicatamente le due borse per terra, accanto al divano. Jack, un piccolo e simpatico cagnolino, gli andò incontro rischiando di fargli perdere l’equilibrio nonostante fosse quattro volte più piccolo di lui.
«Zayn?» il moro venne distratto dalla voce di Isabel che lo chiamava dal pianerottolo.
«Che succede?» chiese, allarmato, uscendo dalla porta.
«Non sarà sempre così, vero?» domandò stringendo a sé un ammasso di coperte che nascondevano il piccolo Joseph.
Zayn capì immediatamente di cosa parlasse. All’uscita dell’ospedale fino al loro rientro a casa erano stati completamente circondati da giornalisti e paparazzi che tentavano disperatamente di fotografare Joseph e di fare domande a Zayn riguardo al parto. Il moro si era arrabbiato così tanto che Isabel dovette scusarsi con i presenti per il comportamento del ragazzo.
«No, tesoro…insomma, non lo nego, sarà difficile ma ti prometto che mi occuperò di questa situazione.» rispose dolcemente Zayn avvicinandosi ad Isabel e stampandole un leggero bacio sulla fronte per poi abbassare lo sguardo e sorridere a suo figlio.
Non rimpiangeva nulla, assolutamente nulla. Avere un figlio era sempre stato uno dei suoi più grandi sogni e Joseph era un qualcosa di meraviglioso. Certo, la sua carriera durante la gravidanza di Isabel era stata parecchio a rischio, aveva anche perso parecchi concerti e interviste, ma avrebbe rifatto tutto solo per lui.
I suoi unici pensieri adesso erano Joseph e Isabel. Aveva anche deciso di accantonare la carriera di cantante per un po’ di tempo, il giusto per potersi occupare pienamente della sua nuova famiglia.
«E’ il primo giorno di Joseph nella casa nuova..» sussurrò Isabel e Zayn gli sorrise in risposta. «Vuoi essere così gentile da fargli da guida?» continuò lei con un tono divertito. Zayn deglutì preoccupato mentre Isabel gli passava attentamente Joseph. Lo aveva tenuto in braccio davvero poche volte e non ci aveva ancora preso la mano. Aveva il terrore di farlo cadere o di fargli male e quindi era sempre titubante.
«Se mi cade, ti prego, cerca di prenderlo al volo.» commentò lui sarcasticamente mentre seguiva Isabel in casa. Richiuse la porta e allontanò Jack con un’occhiataccia. Se ci si metteva anche un cane a saltellargli attorno le possibilità che Joseph volasse a terra sarebbero aumentate.
«Questo è il tuo bel salotto - esclamò Zayn indicando il salone piccolo e accogliente – dove io e la tua mamma abbiamo festeggiato il tuo arrivo.» continuò.
Isabel lo osservò con una faccia intenerita. Non lo aveva mai visto così preso e così felice.
«Questa invece è la tua nuova cucina – proseguì il moro raggiungendo la stanza – dove la tua mamma mangiava in continuazione.» Isabel rise.
«Zayn!» esclamò, indignata.
«Questo è il bagno, - continuò lui ignorando l’interruzione – e questa è la doccia dove io e tua madre abbiamo…» «Zayn!» urlò Isabel dalla sala sempre più sconvolta e divertita, consapevole di ciò che avrebbe detto.
«Dove ci laviamo, cosa vai a pensare!» replicò Zayn alzando gli occhi al cielo e continuando la visita. Aprì una terza porta ed accese l’interruttore della luce. Comparvero un letto a due piazze, un armadio enorme, una libreria stracolma di libri e due comodini posti alle due estremità del letto.
«Invece questa è la nostra camera da letto, dove tu verrai a rifugiarti in caso di incubi, - abbassò la voce per non farsi sentire dalla ragazza – e dove io e tua madre ti abbiamo concepito.» concluse soddisfatto e richiuse la porta. Joseph osservava il padre con un espressione divertita, mentre Zayn fissava il figlio, meravigliato di quanto amore potesse provare per una persona che non fosse se stesso..
Il moro aprì l’ultima porta. «Questa è la più importante - disse accendendo la luce – la tua bellissima cameretta che la mamma ha scelto.»
Era una cameretta semplice, dove regnavano soprattutto disegni sulle pareti fatti da Zayn. I muri azzurri erano in tinta con i mobili e le lenzuola della culla. “un piccolo paradiso per bambini” lo aveva definito Louis, uno dei loro migliori amici.
«Spero che la tua nuova casetta ti piaccia perché dovrai sopportarla per un bel po’.» concluse Zayn richiudendo anche l’ultima porta.
«Zayn, qui sotto ci sono centinaia di fan.» esclamò Isabel attirando l’attenzione del moro che la raggiunse in poco tempo. Scostò le tende della finestra e decine e decine di ragazze con dei cartelloni erano appostate all’entrata del condominio. Fortunatamente loro abitavano all’ultimo piano e le urla erano attutite dalla distanza.
«Fortuna che gli piaci, altrimenti ti avrebbero già uccisa.» commentò Zayn passando Joseph a Isabel e sedendosi sul divano, concedendosi completamente al cane. La bionda si sedette accanto a lui che le cinse le spalle con un braccio.
«Sei sicuro della tua scelta, Zayn?» chiese Isabel, cullando il bambino. Zayn sbuffò.
«Te l’ho detto un milione di volte. Ho 26 anni e ormai è giusto che io pensi alla mia vita privata.» replicò lui, stanco di parlare per l’ennesima volta di quell’argomento.
«Ma hai un milione di fan là fuori che non vogliono assolutamente che tu ti ritiri.» continuò Isabel fissando intensamente Zayn.
«Non mi importa, Isabel. Amo i miei fan, ma devono capire che devo occuparmi della mia nuova famiglia e se anche loro mi amano rispetteranno la mia decisione.» ribatté il moro. «E’ la mia vita e voglio passarla con te e con Joseph.» continuò avvicinandosi al viso della ragazza e stampandole un bacio sulla tempia.
«D’accordo, ma non aspettarti che questo discorso sia finito qui.» replicò Isabel, spostandosi in avanti per recuperare il cellulare che vibrava insistentemente.
«Pronto?» chiese con tono stanco.
«Ehi, bella neo mamma!» Isabel riconobbe subito la voce squillante di Louis e si lasciò andare ad un sorriso. Dopo aver conosciuto Zayn aveva stretto un rapporto meraviglioso e diverso con ognuno dei ragazzi che diventarono presto i suoi più cari amici.
«Ehi, ragazzo con la voce da donna.» Zayn scoppiò a ridere mentre accarezzava la fronte di Joseph.
«Non ti offendo perché so che sei stanca e non lo pensavi veramente.» replicò Louis, divertito.
«Si, sono stanca, e no, lo pensavo veramente.» continuò Isabel appoggiando la testa sulla spalla di Zayn.
«Beh, poco importa.» continuò Louis. «Sarai felice di sapere che io e i ragazzi torniamo a casa domani.»
«Mmmh, non proprio…»
«E ti ricordo che tu e il mio caro amico Zayn dovete farci conoscere qualcuno.» rispose eccitato, ignorando la sua risposta. Sorrise automaticamente nell’immaginarsi Louis che cerca in tutti i modi di far sorridere Joseph.
«Non so di chi tu stia parlando...» replicò lei, ironicamente.
«Ne sei sicura? Non c’è proprio nessuno, nessuno, di nuovo?» chiese Louis sempre più eccitato.
«Ti è cresciuto un nuovo neurone per caso?» domandò Isabel.
«E dai, Isabella!» adorava chiamarla Isabella e prenderla in giro sulle sue origini italiane. «So che non ci siamo stati al parto, e ci dispiace un sacco, ma noi vogliamo conoscere Joseph!» urlò Louis distruggendo il timpano di Isabel. Era vero, purtroppo quando Joseph era nato i ragazzi erano ad un concerto, in qualche parte del mondo. Ma erano così in ansia che non appena ebbero finito di cantare intrapresero una video chiamata con Zayn e stettero a confortarlo per tutta la durata del parto nel quale, ovviamente Isabel si era rifiutata di farlo entrare. Lo conosceva così bene, e sapeva che o sarebbe svenuto o avrebbe pianto per tutto il tempo.
«Mah, forse potrei anche fare un eccezione per voi...» continuò.
«Oh, bella considerazione!» esclamò lui, fintamente offeso.
«E’ ovvio che lo conoscerete, idiota!» replicò Isabel e passò il telefono a Zayn che salutò l’amico come se gli mancasse un sacco, e, in effetti, era proprio così.
«Vado a metterlo nel letto.» sussurrò lei a Zayn che annuì con la testa per poi tornare a parlare con Louis. Si alzò e si diresse nella cameretta azzurra di Joseph. Era così stanco che si era addormentato tra le sue braccia.
Lo adagiò delicatamente tra le coperte della culla e lo ricoprì accuratamente stampandogli un bacio sulla fronte.
Quando tornò da Zayn si accorse che ancora parlava al telefono.
«E’ ancora Louis?» chiese inginocchiandosi accanto al moro. Lui scosse la testa e premette il tasto del viva voce.
«ISABELLLL!» urlarono un coro di voci assordanti dall’altra parte del telefono. Isabel scoppiò a ridere e salutò i ragazzi uno ad uno, pensando a quanto fosse fortunata ad avere un compagno meraviglioso e degli amici così fantastici come loro.

***


«Zayn, muovi quel culo.» sbottò Isabel, innervosita. Il moro sapeva benissimo quanto fossero in ritardo, eppure si concedeva ancora del tempo davanti allo specchio. Che poi il suo specchio fosse il riflesso della macchina erano dettagli insignificanti che Isabel avrebbe preferito evitare. Era peggio di lei, che era una donna e di conseguenza perennemente in ritardo.
«Arrivo, biscottino!» esclamò ironicamente Zayn, trascinandosi dietro il passeggino di Joseph. Isabel prese due profondi respiri e bussò alla porta di casa Payne. Nonostante fosse contenta di rivedere i suoi migliori amici era anche agitata nel dovergli presentare Joseph, il suo piccolo e fragile bambino. Chissà cosa diavolo gli avrebbero fatto, forse lo avrebbero traumatizzato a vita.
«Mi sembrava di aver sentito la voce gentile di Isabel!» esclamò una voce maschile con un accento adorabile. Liam Payne era davanti a lei, con il suo solito sorriso gentile che la osservava entusiasta. Poi si accorse delle sue braccia sollevate e scrutò colui che teneva tra le mani. Per poco non si mise a piangere.
«Danielle! Danielle!» Danielle era la ragazza di Liam, nonché grande amica di Isabel. La ragazza comparve poco dopo, allarmata, aprendosi in un enorme sorriso nel vedere Isabel e Joseph. «Oh mio Dio! Quanto sono felice di vedervi!» esclamò saltellando e facendo entrare i due.
«Figuratevi, fate pure! Insomma, nessuno è felice di vedere me?» sbottò Zayn, fingendosi offeso mentre trasportava il passeggino sopra gli scalini. Liam scoppiò a ridere e corse a dargli una mano.
Non appena Isabel varcò la soglia di casa Payne venne circondata da un paio di occhi verdi e da un altro paio di occhi azzurri.
«Sei sicura che Zayn non abbia concepito e partorito da solo il bambino? Gesù, è identico a lui!» esclamò Louis, su di giri. Isabel, Harry e Danielle scoppiarono a ridere.
«No, la fatica l’ho fatta tutta io!» replicò Isabel abbracciando i ragazzi stando attenta a non schiacciare Joseph.
«Dov’è Niall?» chiese poi ai presenti che non riuscivano a togliere lo sguardo dal mini Zayn.
«In cucina.» rispose Danielle, imbambolata.
«Eh figurati.» commentò Isabel, divertita.
«Horan! Muovi il tuo culo da irlandese e vieni qui a salutare Isabel.» urlò Louis buttandosi sul divano.
«E anche Zayn!» aggiunse il moro entrando in casa seguito da Liam. Niall comparve dopo tre secondi netti e si catapultò addosso a Isabel, stando sempre attento a non spiaccicare il povero Joseph.
«Dio santo, sembra di vedere Zayn.» commentò il biondo andando a salutare anche l’amico.
«Fortuna che ha preso la mia bellezza.» disse il moro abbracciando anche Harry e Louis.
«E fortuna che non ha preso anche la tua intelligenza.» replicò Isabel sedendosi accanto a Danielle. Ci fu una risata generale e poi tutti cominciarono a fare domande sul parto e sulla prima notte con Joseph.
«Fortunatamente è un bambino dormiglione.» rispose Isabel. «E devo ringraziare Zayn, a quanto pare ha preso da lui in questo.» continuò passando Joseph a Danielle che lo osservava come se fosse una reliquia sacra.
«In sostanza tu l’hai solo partorito questo bambino.» commentò Harry che faceva facce strane a Joseph. Glielo stavano già traumatizzando.
«Dici poco!» replicò Isabel, sorridendo.
«E’ stranissimo pensare a Zayn come papà.» continuò Louis.
«Non dirlo a me!» commentò il moro allungando le gambe.
«Per adesso se la sta cavando bene.» replicò Isabel stringendo una guancia al moro che fece finta di farsi male per poter ricevere un bacio dalla ragazza.
«Sono perfetto in ogni cosa che faccio.» mormorò Zayn osservando il povero figlio che veniva sballottato da tutte le parti.
«Non ti vedo da due mesi, eppure non sei cambiato di una virgola.» commentò Louis lanciando un’occhiata divertita ad Isabel. La sala scoppiò in una fragorosa risata, e l’atmosfera si riscaldò in poco tempo.

Isabel e Zayn salutarono i loro amici prima di uscire rapidamente dalla porta. Ad entrambi erano mancati quei quattro pazzi a cui volevano un bene dell’anima, ma era tempo di tornare a casa perché il piccolo Joseph si era addormentato tra le braccia di Niall.
Entrarono in macchina, adagiando il piccolo nel seggiolino e sedendosi nei rispettivi posti. Raggiunsero il loro condominio, situato nella periferia di Londra, nel silenzio più totale. Isabel osservò il panorama fuori dal finestrino: le strade erano illuminate da un leggero sprazzo di luce dovuto ai lampioni posti sulle estremità dei marciapiedi, il cielo invece era una distesa immensa di colore blu scuro, interrotto qua e là da qualche puntino bianco.
«Promettimi che non ti arrabbierai.» sussurrò Zayn, prendendole una mano e continuando ad osservare la strada.
«Cosa?» chiese lei, leggermente confusa. Il moro indicò con un cenno del capo una piccola folla davanti al loro condominio. Isabel sbuffò rumorosamente e lasciò repentinamente la mano di Zayn.
Un gruppo numeroso di ragazze, delle più svariate età, si erano appostate lungo la fiancata del palazzo, e in mano avevano cartelloni, libri, cd e foto. Più vicino all’entrata, invece, c’erano almeno una decina di paparazzi e giornalisti che aspettavano il ritorno dell’allegra famigliola.
«Se solo osano svegliare il bambino, giuro sul bene che ti voglio che li mando tutti a fare in culo.» ringhiò Isabel, mentre Zayn parcheggiava con un’espressione turbata.
«Cerco di parlarci.» propose Zayn, spegnendo il motore e aprendo la portiera. Isabel lo vide circondare l’auto e raggiungere il gruppetto di fan. Gli disse qualcosa, che probabilmente loro nemmeno ascoltarono perché erano troppo prese a chiedere foto e autografi o a toccarlo e fissarlo. Isabel strinse i pugni e scese velocemente dalla macchina, aprendo la portiera di Joseph e prendendolo in braccio il più piano possibile per evitare di svegliarlo.
In pochi secondi venne assalita da un’orda di uomini con in mano delle macchine fotografiche professionali. Tentò disperatamente di farsi spazio, ma loro sembravano essere irremovibili. Le scattavano foto e la riempivano di domande, mandandola in confusione.
«Per favore, lasciatemi stare, mio figlio sta dormendo.» esclamò spostando bruscamente un giornalista e raggiungendo faticosamente l’entrata del condominio.
«Signorina, sta bene?» domandò Andrew, il vecchio portiere che ormai si era affezionato ad Isabel. Lei annuì, brusca, e raggiunse svelta l’ascensore.
Digitò il suo piano e attese, impaziente.
Aprì la porta di casa prepotentemente, dimenticandosi di Joseph che ancora dormiva tra le sue braccia. Lo strinse di più a sé, mandando via Jack che si sedette sconsolato sul divano, ed entrò in cameretta per poterlo lasciare nella culla.
Tornata in salotto si affacciò alla grande vetrata, spostò le tende di un giallo scolorito, e osservò lo scenario in strada.
Zayn era circondato dalle fan e dai giornalisti, e stava cercando di entrare.
«Fanculo.» borbottò Isabel raggiungendo a passo svelto la cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
Perché il ragazzo che amava doveva essere famoso? Non poteva essere un semplicissimo impiegato in un semplicissimo ufficio? Perché si era complicata così tanto la vita?
Sbuffò sonoramente, buttando il bicchiere nel lavandino e tirandosi indietro i capelli biondi.
Eppure lo sapeva, lo aveva sempre saputo, da quando i suoi occhi azzurri avevano incontrato quelli color nocciola di Zayn. Sapeva che mettersi con lui sarebbe stato un problema che ne avrebbe portati molti altri. Ma non poteva farci niente. Ne era follemente innamorata e, nonostante i commenti poco carini e le minacce di morte da parte delle sue fan, lei era andata avanti, imperterrita, e aveva portato ad alti livelli la sua relazione.
Aveva sopportato di tutto, per lui. Per l’amore che provava nei suoi confronti, per tutti i loro momenti felici e per tutti i momenti difficili. Lo amava, anche quando entrava in cucina, urlandole contro, proprio come stava facendo in quel momento.
«Che cazzo ti è saltato in testa?» urlò Zayn, infuriato sbattendo la borsa di Joseph sul bancone della cucina.
«Non urlare, tuo figlio sta dormendo.» replicò lei, altrettanto arrabbiata.
«Ti ho detto che ci avrei parlato. Sono tornato alla macchina e tu eri scomparsa – si lamentò abbassando di poco il tono della voce. Era sempre stato così, anche se non voleva, doveva per forza urlare per sfogarsi – Ho dovuto litigare anche con quei fottutissimi giornalisti perché non mi dicevano dove tu fossi finita.» concluse sbattendo di nuovo una mano sul tavolo.
«Zayn! Smettila, porca puttana!» sibilò la bionda allontanandogli il braccio da qualsiasi superficie piatta.
«No, non la smetto. Dovresti essere abituata ormai alla loro presenza! Sai che quando ci sono loro, io e te dobbiamo sempre stare uniti.» sbottò gesticolando.
«Lo so, Zayn. Ma ti ricordo che adesso siamo io, te e Joseph.
Joseph, capisci? Tuo figlio. Con i tuoi tempi sarebbe rimasto nella macchina per tutta la notte.» replicò Isabel cercando di controllare il volume della voce.
«Non dire cazzate, sai benissimo che avrei liquidato tutti quanti in poco tempo.» ribatté incrociando le braccia.
«Non avresti liquidato proprio nessuno, Zayn Malik. Sei troppo pieno di te per riuscire a vivere senza qualcuno che ti dica tutti i giorni quanto tu sia perfetto.» esclamò Isabel, stringendo i pugni.
«Non sparare stronzate, per favore! – sbottò, urlando – sai benissimo che quando si tratta della mia vita privata non sopporto avere tutta quella gente intorno.»
«Zayn, stai zitto!»
«NO NON STO ZITTO!» gridò in risposta. Nemmeno cinque secondi, e il pianto di Joseph riecheggiò per tutta la cucina, facendo sbuffare Isabel.
«Complimenti, genio.» disse, uscendo dalla cucina e raggiungendo la camera di Joseph che si dimenava tra le coperte della sua culla azzurra.
«Sono qui, amore, tranquillo.» lo prese in braccio cullandolo dolcemente, sperando di calmarlo.
Ci mise un po’, ma alla fine riuscì a farlo tranquillizzare e a farlo stare in silenzio. Si sedette sulla poltrona e continuò a cullarlo per farlo addormentare.
«Si è calmato?» Isabel alzò gli occhi e vide Zayn appoggiato allo stipite della porta, le mani in tasca e il volto imbronciato.
«Si.» rispose lei, brusca.
«Vado a farmi una doccia.» disse uscendo ed entrando in bagno.
«Fanculo...» sussurrò Isabel, per poi tornare ad osservare il visino di suo figlio, che già dormiva tra le sue braccia. Non poté fare a meno di sorridere e di pensare a quanto assomigliasse a Zayn quando dormiva. Lei lo sapeva, bene. Aveva passato nottate intere ad osservare il ragazzo dormire tra le sue lenzuola.
Si alzò e, lentamente, raggiunse camera sua, adagiando il piccolo nel lettone. «Stanotte dormirai con mamma e papà.» sussurrò ricoprendolo con le coperte. Si cambiò velocemente e affiancò il figlio stringendolo a sé per paura di farlo cadere.
Dopo pochi minuti udì lo scroscio dell’acqua fermarsi e subito dopo il rumore della porta del bagno richiudersi. Zayn entrò in camera, con i pantaloni del pigiama e il petto nudo. Li osservò per un bel po’ prima di decidersi di seguire il loro esempio e rintanarsi sotto le coperte.
«Dovrei scusarmi...» cominciò a bassa voce, passando una mano sulla testolina di Joseph.
«Vedo che adesso parli piano.» rispose lei, bruscamente. «Scusami...» Zayn sospirò fissandola con quei suoi occhi profondi e penetranti.
«Non voglio che nostro figlio debba nascondersi ogni volta che vuole uscire di casa, Zayn.» sbottò Isabel.
«Nemmeno io lo voglio. Te l’ho già detto, risolverò la cosa.» replicò il moro spostando la mano dal bambino al viso della ragazza per accarezzarla.
«Speriamo...» Zayn rise e chiuse gli occhi.
«Siete la cosa più bella che mi sia mai capitata.» ammise, tenendo sempre gli occhi chiusi. «Non voglio perdervi, per nessun motivo. Vi amo più della mia stessa vita.»
Isabel si sporse e adagiò le sue labbra su quelle invitanti del ragazzo che sorrise automaticamente.
«Ti amo, Malik
«Mai quanto io amo te.»





Giusto per rovinarmi ancora, ho postato anche questa One Shot su Zayn *-* Io la adoro!
Era da un sacco di tempo che volevo scrivere qualcosa su Zayn padre, quindi ecco qui :3
Volevo dirvi che, se questo capitolo riceverà abbastanza recensioni e visualizzazioni, credo che non sarà più una OS ma continuerò a scrivere!
Spero vi sia piaciuta, perchè io ho adorato scriverla **
RECENSITE IN TANTI :D

  
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