Nessuno tocchi
Caino
Prefazione: questà sarà una fanfiction breve e molto diversa da
quelle che ho scritto in precendeza. Niente comicità, solo un pizzico di
romanticismo, forse.
L'ispirazione, come forse avrete capito, mi è venuta seguendo gli ultimi fatti di cronaca, ovvero la condanna a morte di Saddam Hussein. Le parti in corsivo sono tratte da un quotidiano (non so quale, forse Il Corriere della Sera) e sono state modificate e adattate per la fanfiction. Alcune delle idee esposte in questa storia sono tratte da discussioni sul tema della pena di morte fatte su forum, tra amici, in classe.
Non so quando potrò aggiornare questa storia, ma posto comunque il primo capitolo.
*Il termine "universalità" viene qui usato come "umanità", ma allargato anche alle popolazioni di altri pianeti ^__^
Intere
galassie si erano alleate contro un unico, potentissimo nemico:
Freezer.
Egli aveva
portato morte e distruzione in tutto l’Universo
conosciuto.
Aveva
conquistato, distrutto, sterminato, torturato,
schiavizzato.
Sembrava
imbattibile.
Era un essere
fortissimo, e si era attorniato dei guerrieri più crudeli e spietati della
Galassia del Nord, i Sayan.
Costoro
avevano la lotta nel sangue, erano temuti da tutti, e quando si erano uniti a
Freezer gli altri popoli dello Spazio avevano capito che per loro era arrivata
la fine della libertà e della democrazia.
Alcuni
pianeti erano subito stati sterminati o si erano arresi, altri invece avevano
deciso di unire le proprie forze per lottare contro il comune nemico che li
voleva privare della libertà.
Sapevano che
avrebbero perso, ma vollero comunque combattere fino
all’ultimo.
E questa
determinazione li portò alla vittoria.
Con la forza
non sarebbero giunti a niente, dunque avevano scelto do usare l’astuzia contro
un nemico che sapeva solo combattere ma non
pensare.
Spie,
corruzioni, tranelli, i più intelligenti scienziati di tutte le galassie avevano
creato un’arma che riuscì a fermare la potenza di Freezer e sconfiggere il suo
esercito.
I Sayan e
tutti gli altri alleati furono imprigionati in speciali carceri da cui non
avrebbero mai potuto fuggire.
La sede della
prigione in cui si trovavano Freezer e i suoi più importanti alleati e tirapiedi
era
Ora non
restava che decidere la loro sorte.
“Al termine di un processo durato poco più di un anno, l’ex
dittatore Freezer è stato oggi condannato a morte per crimini contro
l’universalità*. In piedi, e con il consueto tono di sfida, egli ha cercato di
contrastare il giudice che annunciava la sentenza, scandendo ripetutamente ad
alta voce minacce di morte verso tutta la popolazione terrestre, ma alla fine è
stato costretto a lasciare l’aula, mentre il giudice completava la lettura del
verdetto. Su otto imputati solo uno è stato prosciolto, un soldato semplice,
Kaarot, a cui non è stato imputato alcun crimine e che verrà liberato oggi
pomeriggio. Oltre a Freezer, altri quattro sono stati condannati a morte:
Zarbon, Napa, Dodoria e Vegeta,
principe ereditario del pianeta dei Sayan. Radish e il padre Bardack, invece,
sono stati condannati a trent’anni di prigione. Per tutti l’accusa era di
responsabilità a vario livello nelle stragi interposte tra il 1970 e il 2006
anno terrestre.
Nella zona
dell’aula riservata ai giornalisti, alcuni hanno applaudito, quando il giudice
ha pronunciato la sentenza, che però, in base al nuovo sistema giuridico, per
essere applicata deve essere confermata in un nuovo grado di giudizio entro
trenta giorni.
La reazione
delle popolazioni è stata per la maggior parte di giubilo, ma non sono mancate
le critiche da parte di alcuni governi che mai hanno applicato la pena di
morte.
E’ unanime il dissenso di
molti Paesi come Inghilterra, Francia, Italia, Spagna sulla sentenza, mentre
Amnesty
International, organizzazione per i diritti universali, ha deplorato la condanna
a morte, mentre diversi capi del Governo ricordano la tradizione etica contraria
alla pena capitale, in qualsiasi caso. L’associazione “Nessuno tocchi Caino”
afferma che è sbagliato ripagare con la stessa moneta le ingiustizie e le
atrocità subite da Freezer e dai suoi…”
Bulma Briefs
abbassò il volume della televisione e ritornò a sedersi alla sua
scrivania.
Aveva sentito
abbastanza.
Quella guerra
iniziata quando lei non era ancora nata era finalmente
finita.
Kami sapeva
quanta sofferenza, morte e distruzione avesse visto in quegli
anni.
Come
reporter, si era spesso ritrovata sul fronte di guerra ed era rimasta scioccata
da quanto dolore avesse provocato Freezer.
Per non
parlare dei Sayan, ma quelli, a suo parere, non erano altro che burattini in
mano allo spietato dittatore.
Bulma non
sapeva esattamente cosa pensare della sentenza emessa; era sempre stata
contraria alla pena di morte, e le sembrava illogico e incoerente cambiare idea
solo ora che era Freezer ad essere condannato a
morte.
Aveva sempre
pensato che la violenza non si combatteva con la violenza, ed era quasi certa
che uccidere Freezer non fosse la punizione più adatta, né tanto meno la più
severa.
Farlo morire
equivaleva a liberarlo da ogni sofferenza.
Inoltre, in
questo modo il suo ricordo sarebbe rimasto vivo nella storia per secoli e
secoli, come di un essere che aveva fatto di tutto per raggiungere i suoi scopi…
un eroe, in pratica.
No, la
soluzione migliore era tenerlo in vita e lasciarlo marcire in prigione come un
qualunque delinquente.
Lo stesso
valeva per i suoi tirapiedi.
Bulma terminò
di battere al computer il suo pezzo, che sarebbe stato pubblicato il giorno
dopo, e lo aveva appena spedito via e-mail quando il suo cellulare
squillò:
“Bulma, ho un
incarico per te.”
Era il suo
capo, Muten.
“Ascoltami
bene, cara, perché ti sto dando l’opportunità della tua vita, un’occasione
unica, e non devi sprecarla.”
“Di cosa si
tratta?” chiese la ragazza, incuriosendosi.
“Sono
riuscito a concederti un’intervista esclusiva…”
“Con chi?
Avanti, parla, mi stai facendo morire dalla
curiosità!!”
“Con il
braccio destro di Freezer, il principe Vegeta.”
Bulma
sussultò e quasi cadde dalla sedia per la sorpresa.
“Davvero?? Ma
è fantastico! Con un’intervista del genere farai il boom delle
vendite!”
“E’ per
questo che non scriverai un articolo, ma un libro” disse Muten. “Voglio la
biografia di quel Sayan.”
Bulma era al
settimo cielo: sarebbe diventata la giornalista più famosa e importante
dell’intera Galassia!!
“Però… sei
sicuro che questo tizio voglia concederci un’intervista? So che i Sayan sono
molto chiusi e scontrosi.”
“Sarà tuo
compito cavargli di bocca il maggior numero di informazioni sulla sua vita, e
velocemente, anche, perché credo proprio che la sua sentenza non verrà revocata
e fra un mese vedremo il suo cadavere penzolare dalla
forca.”
“Muten, come
sei macabro…” protestò Bulma schifata.
“Dico solo la
verità. Se il principe ha un minimo di orgoglio e una punta di vanità,
approfitterà dell’occasione per far ricordare il suo nome anche da morto. E tu
sei la sua ultima chance. Fattelo amico e vedrai che fra un mese avrai gli
appunti per il tuo libro, che sarà sicuramente un best
seller.”
“Affare
fatto!” esclamò Bulma. “Mi hai già procurato tutti i pass per entrare nella
prigione? Quando posso partire?”
“Anche
subito, dolcezza” esclamò l’anziano direttore del
giornale.
E Bulma
partì.