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Autore: tsubychan1984    04/05/2012    3 recensioni
"A quei tempi potevamo farlo senza problemi. Anzi, nemmeno ci pensavamo troppo. A volte lo facevamo per gioco, altre per fare spettacolo con i nostri compagni, o semplicemente ci girava così. Veloci baci a stampo sulla bocca, labbra che si sfioravano appena in un tocco innocente. Ecco cosa ricordo di quando ero piccolo."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non voglio aprire gli occhi.

Non ne ho proprio voglia.

Voglio solo restare steso qui, sul tuo letto, semplicemente a non fare niente se non respirare il tuo odore. Sai di buono, sai di casa.

Perché cavolo dovrei alzarmi? Sento la brezza dolce di questi giorni accarezzarmi la faccia, l'ultimo calore del sole prima del tramonto. Maggio è quasi finito e il tempo è splendido, anche se in teoria noi due dovremmo studiare. Quanto manca alla maturità, meno di un mese?

Non riesco a credere che sia passato tutto questo tempo. Mi stringo un po' di più a te, immaginando di essere ancora alle elementari, un bambino discolo che correva per il cortile senza altri pensieri che non fossero il calcio, i giochi e gli amici. Soprattutto il mio migliore amico.

Vorrei che potesse essere tutto semplice come allora.





A quei tempi potevamo farlo senza problemi. Anzi, nemmeno ci pensavamo troppo. A volte lo facevamo per gioco, altre per fare spettacolo con i nostri compagni, o semplicemente ci girava così. Veloci baci a stampo sulla bocca, labbra che si sfioravano appena in un tocco innocente. Ecco cosa ricordo di quando ero piccolo. Non riuscivo a vederci qualcosa di male, neanche allora. E non eravamo certo a corto di battute sull'argomento, cavolo penso di aver imparato ogni parolaccia possibile durante la ricreazione in quel cortile, usavamo già certi termini per offendere. Ora so che li capivamo solo fino a un certo punto. Non mi importava nemmeno, ero allegro e spensierato. Pieno di amici, ma tu eri speciale, e non solo per i bacini. Il primo che arrivava in mensa aspettava l'altro, pronto con qualche gioco o per combinare qualche disastro. Facevamo i compiti sempre gomito a gomito, anche se eravamo in classi diverse. Tanto non era quello l'importante, passavamo il tempo a fare casino e parlare di calcio.

Credo di non ricordare un giorno senza di te in quel periodo. Probabilmente ci tornerei di corsa, solo per essere di nuovo così spensierato e poterti semplicemente dare un piccolo bacio in pubblico senza preoccuparmi di niente.





Eravamo sempre insieme anche alle medie, ovviamente. Però avevamo smesso con i baci, vero? E già da un pezzo anche.

Almeno fossimo finiti in classe insieme, forse avrei sopportato un po' meglio quei tre anni in quell'edificio che ancora adesso mi mette tristezza solo a guardarlo.

Ricordo che facevamo del nostro meglio per essere terribilmente fighi e stupidi, come del resto ogni ragazzino di 12 anni. Sempre in prima fila, logico, non siamo mai stati tipi adatti a restare tranquilli sullo sfondo.

Avevo scordato i baci, sul serio.

Erano chiusi in un cassetto della mia mente, a prendere polvere con gli altri ricordi dell'infanzia, quelli che è meglio accantonare quando i tuoi compagni ti conoscono tutti praticamente dall'asilo.

Credo di averci ripensato la prima volta che ho usato un po' di lingua con una ragazza. E in questo ti ho battuto sul tempo, cosa per cui mi vanterò a vita. Specie perché, strano a dirsi visto quanto io e lei battibecchiamo di solito, la prima in assoluto è stata Carolina. Quanto ci arrabbiavamo quando a calcio giocava meglio di noi! Eppure eravamo praticamente tutti un po' cotti di lei all'epoca, ci metterei la mano sul fuoco ancora adesso. In quell'attimo ti ho pensato, perché Carolina ti stava superando. Anche se i suoi occhi sono nocciola e non azzurri come i tuoi.





Sono sempre stato vivace, anche troppo.

Volevo attirare l'attenzione, così mi diceva la psicologa quando mia mamma mi ci ha portato da piccolo.

Beh, ha senso, non sono cambiato poi molto.

L'unica differenza era che alle elementari mi comportavo così per i miei genitori.

Alle superiori lo facevo semplicemente per te.

Non che non ci vedessimo, anzi. Ci siamo iscritti alla stessa scuola, stessa classe finalmente, perciò in teoria a fine giornata avrei dovuto essere stufo di vedere la tua faccia.

La verità è che non ne avevo mai abbastanza. Ed ero sempre arrabbiato.

Non sopportavo quando uscivi con gli altri e non con me, non potevo vedere nessuna delle tue ragazze, e quelle non sono mai mancate a nessuno di noi due, mi facevi saltare i nervi ogni volta che preferivi fare altro.

Immancabilmente finivo per combinare qualche casino. Sono fatto così, quando arrivo al limite devo fare qualcosa di stupido. Penso di aver perso il conto di quante volte mi hai portato a casa ubriaco marcio. Tu mi mandavi a quel paese ogni volta e io invece mi sentivo finalmente bene.

Ci ho messo un po' a capire. Anni passati a giocare gomito a gomito sul mio divano con la play, tra contatti più o meno cercati. Anni di sguardi casuali in spogliatoio agli allenamenti, di scoppi di rabbia senza senso, di ragazze che non mi dicevano assolutamente nulla.

Beh, alla fine ci sono arrivato. In effetti non era neanche tanto difficile da capire. Volevo te, e non solo come amico. Volevo semplicemente te.

Poterti guardare negli occhi, passare una mano tra i tuoi capelli, farmi stringere dalle tue braccia, fare a gara a chi ha più lentiggini come quando eravamo piccoli (vinco io, lo sai) solo contandole a suon di baci, avere di nuovo le tue labbra sulle mie, e stavolta sul serio.

Penso di aver pianto per giorni quando l'ho realizzato. E di aver fatto il cretino ancora più del solito in quel periodo, mi sono davvero devastato, i miei non sapevano più che pesci pigliare.

Nemmeno tu, se era per questo. Non eri certo un bimbo innocente all'epoca, ma non arrivavi ai miei livelli.

E quasi non riesco a credere che sia solo l'anno scorso, in un certo senso è come un'altra vita. Sono un'altra persona ora.

Mi ricordo la notte in cui sono rinato. Oddio, sinceramente non proprio tutta, diciamo che i miei primi pensieri coerenti cominciano nel tuo bagno, quando mi hai messo la faccia sotto un getto di acqua fredda un po' per pulirmi, devo aver vomitato anche l'impossibile quella volta, un po' per farmi riprendere. Non so nemmeno più quanto ho bevuto quella sera, ho davvero esagerato. Mi hai urlato addosso di tutto, eri davvero incazzato nero. Non ti sei fermato neanche quando ho cominciato a piangere. E' sempre stato così, sei sempre stato l'unico a farmi piangere in quel modo. Si potrebbe dire che l'ho fatto perché ero ubriaco, ma non è così. In realtà non ce la facevo più. Provavo troppe cose per riuscire a tenerle nascoste tutte.

Ricordo che hai bloccato il tuo flusso di parolacce quando ti ho messo le braccia attorno al collo, sei rimasto semplicemente immobile a fissarmi mentre ti chiedevo scusa e ti davo quel bacio. Proprio come facevamo dieci anni prima, leggeri e veloci tocchi sulle labbra. Non riuscivo più a fermarmi, continuavo a sfiorarti la bocca tra un “scusa” e un “ti voglio bene”. Credo di aver rischiato il collasso quando mi hai baciato tu. Un bacio vero, di quelli da togliere il fiato e che ti fanno tremare le ginocchia.

Abbiamo ricominciato da lì.





Siamo due stupidi, c'è poco da fare. Io ero geloso marcio e cercavo di tenerti il più vicino possibile, tu eri spaventato anche più di me e provavi ad allontanarti senza riuscirci. Abbiamo fatto per anni questo stupido balletto.

Ma penso che alla fine ci saremo trovati comunque, in un modo o nell'altro. O forse mi sto davvero fottendo il cervello a forza di romanticherie.

Quello che so è che sono disperatamente innamorato e felice.

Siamo un segreto, un bellissimo segreto.

Mi piace quando mi accarezzi i capelli e fai l'invidioso per quanto sono morbidi (ah ah ah, l'ho sempre detto). Oppure quando sfiori il tuo naso contro il mio e mi dici che ho gli occhi stranissimi, verdi e marroni, che sembro un gatto. Qui potrebbero partire battute su come mi fai miagolare quando mi tocchi, senza contare quanto ti faccio urlare io. Oppure quando mi abbracci da dietro le spalle, mi dai un bacio sulla guancia e poi spari qualche battuta sulle mie lentiggini, come se non sapessi che ti piacciono da morire.

Siamo un segreto, ed è bello ma a volte mi uccide.

Quando sento il tuo sguardo su di me tra la gente vorrei semplicemente prenderti la mano e stringerla, fregandomene di tutto e tutti. So che è lo stesso per te.

Forse in un altro posto, con un'altra mentalità. Non qui, non in questo stupido paesino dove tutti si fanno gli affari altrui e dove ci distruggerebbero se si venisse a sapere.

A volte lo vorrei dire ai miei. Specie a mia mamma, perché sono sicuro che capirebbe. E di sicuro anche la tua, ti vuole troppo bene.

Ho paura di scoprire di essere un povero illuso.

Nadia lo sa, ne sono sicura. Tua sorella probabilmente ti conosce così bene che lo ha capito ancora prima di noi. Avete sempre avuto questo rapporto fantastico di amore e odio, ve ne dite di tutti i colori ma alla fine siete sempre lì, pronti ad aiutarvi. Credo che Nadia ammazzerebbe di botte chiunque si azzardasse solo a guardarci storto. E da come ci sorride a volte e fa il modo di avere impegni urgenti ogni volta che, fatalità, siamo solo noi tre, sono più che certo che non aspetta altro che l'invito al matrimonio.

Ma finirà presto, ancora un po' di pazienza.

Ci siamo iscritti alla stessa università e ricominceremo daccapo, lontani da qui.

- Matte?-

Sospiro appena in risposta, continuando a tenere gli occhi chiusi. Tanto lo so benissimo che sai che non sto dormendo. Affondo ancora un po' il viso nella tua maglietta, mentre la tua mano percorre su e giù la mia schiena e mi posi un bacio in fronte.

- Forza pigrone, dobbiamo alzarci.-

- Mmmhhh, dammi una buona ragione.-

Posso sentire il tuo ghigno, praticamente.- Non vorrai mica passare il pomeriggio a dormire.-

- Si. Dormire sarebbe carino.-

- Dai, mi ha appena mandato un messaggio Ale. Tra mezz'ora ci troviamo in pizzeria.-

Sbuffo, lasciandomi tirare a sedere, con gli occhi ancora mezzi chiusi.- Ma perché ci dobbiamo andare?-

- Magari visto che è la festa per noi diplomandi, sai...Non avremo tante altre occasioni di stare insieme.-

- Cavolate. Abbiamo detto lo stesso alle elementari e alle medie, invece alla fine ci ritroviamo sempre tra i piedi le solite facce.-

Scoppi a ridere.- Povera Alessandra!-

- Non mi riferivo a lei.- cerco di borbottare, ma non ci caschi neanche per un attimo.

Ti avvicini con un sorrisetto e sfreghi il naso sulla mia guancia.- Certo che si, gelosone che non sei altro. E stavolta è vero sai?- aggiungi con tono dolce.- Siamo grandi ora, stiamo per andarcene sul serio.-

Annuisco, stiracchiandomi. Mi metto i vestiti che mi ero portato per la serata, per fortuna che dopo torno da te.

Tu sei già pronto, appoggiato alla porta, intento a mandare messaggi a chissà quale dei nostri amici.

- Sei pronto?- mi chiedi, voltandoti verso l'uscita.- Se non ci muoviamo facciamo tardi.-

Stai per aprire la porta ma ti blocco, la mano sulla tua. Ti volti a guardarmi e il tuo sguardo diventa dolce quando incroci i miei occhi.- Cosa c'è?-

- So che tutto sta cambiando. Solo...sarai sempre il mio migliore amico, vero Davide?-

Mi sorridi e poi mi baci sulle labbra, proprio come da piccoli.

- Sarò sempre tuo, Matte.-





Ola!

Shottina veloce e sotto istigazione XDDDD Spero sia venuta fuori carina! :))))



Ciriciaux!

Tsubychan1984

   
 
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