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Autore: RobDarko    04/05/2012    3 recensioni
Blaine lavora al progetto Angeloid, senza sapere di cosa si tratti in realtà.
Quando sembrano aver trovato una cavia abbastanza forte da superare tutti i testi e creare il primo Angeloid, Blaine ha l'incarico di riprendere tutto.
Peccato che le cose vadano per il verso sbagliato.
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Fantasy!au, time!au e jobs!au per il The Gleeky Cauldron, con Angel!Kurt e Scientist!Blaine. Rating arancione per le scene di violenza.
Genere: Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Angeloid

Blaine provava un senso di eccitazione mista a paura : avevano trovato una cavia.
Era la prima volta che gli era permesso assistere a un tentativo di Angeloid. I pochi colleghi che avevano acconsentito a spiegargli come si svolgevano i tentativi non erano scesi in particolari e l'avevano descritta come una cosa molto disgustosa. Questo non aveva fatto altro che accrescere in Blaine la curiosità di vederlo.
Il progetto Angeloid era la più ambiziosa e folle operazione chirurgica che il governo americano avesse mai osato teorizzare. Il progetto mirava alla creazione di un uomo perfetto, soggetto solo alle malattie mortali e con una soglia del dolore superiore a quella massima. C'erano voluti molti anni prima che iniziassero gli esperimenti sulle cavie, fino ad allora culminate con la morte della cavia, ma stavolta sembravano aver trovato la cavia x, l'anello mancante. Una cavia tanto forte da sopportare tutti i test e arrivare fino ai test finali.
Blaine si chiese quale animale fosse.

Durante sei anni di carriera al complesso di laboratori Circle, Blaine aveva visto solo due volte il laboratorio numero quattordici, sempre al buio.
Il laboratorio quattordici era l'unico laboratorio circolare, strutturato in sei livelli concentrici che affacciavano uno sull'altro come balconi. I vari livelli erano occupati da tavoli a loro volta impegnati da fogli e apparecchiature. Al centro della stanza c'era una teca circolare di vetro e plastica rinforzata, alta due livelli. Blaine capì che in quella teca ci sarebbe stata la cavia. Le luci del laboratorio erano quasi tutte spente, a differenza di un tubo circolare nella teca che rischiarava la figura della dottoressa Rebekah Hoult, la responsabile del progetto, già davanti al pannello di controllo
«Benvenuto Blaine» gli disse, girandosi «Sai, alla cavia da fastidio troppa luce» spiegò sorridente, stringendosi la coda di cavallo in cui erano legati i capelli biondi «Buongiorno dottoressa. Cosa devo fare?» chiese, abbottondandosi anche l'ultimo bottone del camice e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso «Oggi devi solo riprendere tutto. Inizia quando ci siamo tutti» Rebekah gli mise in mano una videocamera. Blaine la accese e guardò verso la teca, notando già la professoressa Karen Ian trafficare all'interno con delle siringhe. In pochi minuti tutti gli altri coinvolti nel progetto arrivarono. Rebekah premette un pulsante sulla tastiera davanti a lei. Tutte le uscite si sigillarono. Blaine deglutì e al suo gesto iniziò a riprendere Rebekah «Mercoledì dodici dicembre duemilaquindici. Centoquattordicesimo esperimento di Angeloid» disse Rebekah mentre un' altro ragazzo, arrivato da poco ai laboratori, scriveva ogni virgola che diceva «La cavia è l'unica sopravvissuta a tutti i passaggi di preparazione. Costituzione fisica: minuta. Forza fisica : nella norma. Soglia del dolore : cinquecentosessanta. Numero cavia: 18.310» disse, poi digitò altri pulsanti «Facciamo entrare la cavia» annunciò.
Da una porta nascosta dal buio uscirono due persone che ne trasportavano qualcosa. La dottoressa Ian indossò gli occhiali protettivi e nel farlo rivelò cosa stavano trasportando i due invervienti. Si notava a malapena tanto che erano grossi : un ragazzino che non poteva avere più di diciotto anni, tenuto per le braccia per evitare ogni tentativo di fuga 
«Ma che...che diavolo significa?» chiese a bassa voce a Rebekah, che non gli rispose. Stava guardando il ragazzo con aria trionfante, come se fosse una sorta di vincita.
Blaine capì con estremo orrore che il progetto Angeloid veniva testato direttamente sugli umani. L'occhio analitico di Blaine non poté fare a meno di analizzarlo nei dettagli : la pelle bianca illuminata dai neon risplendeva e si confondeva con le uniformi degli inservienti e dell'ambiente circostante, tutto bianco. Come Rebekah aveva predetto, la luce gli dava fastidio, infatti lo vide strizzare gli occhi più volte prima di aprirli totalmente. Erano di un azzurro indicibilmente puro, le sopracciglia sottili e le ciglia lunghe. Per un attimo, gli occhi della cavia incrociarono quelli di Blaine e mormorarono una vaga richiesta d'aiuto ma cambiarono velocemente direzione, dalla dottoressa Rebekah agli altri dottori alla professoressa Ian e poi agli inservienti
«Avvicinate 18.310 al centro» disse Rebekah al microfono, gli inservienti ubbidirono. Blaine non colse neanche cosa stesse dicendo impegnato a notare ogni particolare fisico nella cavia : i capelli castani troppo lunghi, le ossa sporgenti e altri segni di evidente malnutrizione, gli occhi cerchiati da profonde occhiaie nere che contrastavano il biancore della pelle e l'azzurro delle iridi, le pupille dilatate e un lieve tremore che gli scuoteva le gambe nude «Se la cavia dovesse sopravvivere a quest'ultimo siero, sarebbe il primo Angeloid» spiegò Rebekah alla telecamera «Procedete» ordinò poi alla dottoressa Ian. Nelle sue mani c'era una siringa ricolma di liquido biancastro. Uno degli inservienti costrinse la cavia a tendere il braccio sinistro, tenendoglielo fermo mentre la dottoressa cercava il punto dove infilare l'ago. La cavia tremava, ma non piangeva, e in Blaine sorse la vaga consapevolezza che stesse tremando per il freddo, non per la paura. Quando la dottoressa fece pressione con l'ago, la cavia si divincolò invano, tenuto ben fermo dai due inservienti. Ci volle poco e la dottoressa Ian svuotò la siringa nel suo braccio.
Ci fu un momento di assoluto silenzio. La cavia era ferma, ma iniziava ad ansimare. Ansimò fino a boccheggiare addirittura, il volto contorto in un'espressione di dolore e gli occhi spalancati. Poi urlò e Blaine fece un salto all' indietro, andando a sbattere contro una balaustra di plastica per lo spavento. Fu un urlo sovrumano, di vero e proprio dolore. Registrò a malapena che era l'unico a reagire così : il ragazzino stava ancora scrivendo e sul viso di Rebekah era dipinta una smorfia di trionfo. La cavia si divincolò e i due inservienti lo lasciarono, facendo in modo che cadesse sulle ginocchia mentre continuava ad urlare e trentava di graffiarsi sulla schiena e le braccia 
«Rebekah...» piagnucolò Blaine, ma non smosse la donna. Poi ci furono due schizzi di sangue, netti, dalla schiena.
Blaine credette di essere totalmente impazzito. Doveva essere impazzito, perché sulla schiena della cavia erano comparse due ali bianco latte sporcate dal sangue. Appena spuntate, le ferite si rimarginarono all'istante. Smise di urlare. Si alzò in piedi.
La cavia si guardò intorno come se non fosse mai stato in quel posto. La professoressa Ian gli si avvicinò e gli toccò un braccio : non l' avesse mai fatto. Immediatamente la cavia gli strinse la gola, alzandola contro una delle pareti della teca e sbattendocela sopra mentre continuava a stringere sempre di più. La donna non fece neanche in tempo ad urlare : era già morta. Neanche i due inservienti furono risparimiati, e mentre uccideva, la cavia aveva sul volto un' espressione quasi divertita.
«E' LUI!» gridò stridula Rebekah «E' LUI, E' L'ANGELOID!» il suo volto, sempre pacato, era acceso da un incontenibile euforia. Il grido non passò inosservato alla cavia «Sei stata tu?» chiese incredulo, mentre le sue dita erano ancora sulla gola dell'inserviente. Non gli servì risposta per capire che sì, era lei a capo di tutto questo. E allora sbattè il cadavere dell' inserviente contro la teca, più volte, finché il vetro non si ruppe e dalla testa dell uomo non iniziò ad uscire del sangue. Disgustato, gettò da parte il cadavere, lanciando quello dell' altro inserviente in modo da fare un buco abbastanza grande per passarci attraverso. Il cadavere frantumò il vetro e volò oltre le loro teste, finendo su un tavolo del terzo livello «CRISTO, REBEKAH, USCIAMO DI QUI!» urlò Blaine, buttando da parte la videocamera e cercando invano di trascinare via Rebekah ma venne colpito forte da qualcosa -qualcosa di caldo, pulsante, vivo- e poi, il buio.

Quando si risvegliò, credette di trovarsi in una specie di film horror.
Il cadavere di Rebekah giaceva di schiena contro il pannello di controllo, le braccia penzolavano ai lati e una macchia scura ufficializzava la sua morte. Blaine reprimette il conato di vomito. Tutti gli altri dottori erano morti in modo meno sanguinoso. Si girò a vedere dove fosse il ragazzino : non c'era, da nessuna parte.
«L'ho fatto uscire. E' troppo sconvolto per dire qualcosa a qualcuno» disse cauto la cavia, alle sue spalle. Stava seduto su un tavolo e si teneva le ginocchia con le braccia «Tu...» iniziò Blaine «Sì, li ho uccisi tutti io. Ho vendicato gli altri» rispose con lo stesso tono cauto, ma la domanda non era quella.
«Perché mi hai lasciato vivo?» chiese Blaine, sistemandosi gli occhiali «Non lo so» rispose la cavia, scrollando le spalle e facendo inconsapevolmente muovere le ali «Immagino perché eri l'unico che provava un po' di pietà per me, prima» disse, poi notò che Blaine stava guardando le ali «Sono belle, vero? Sono così leggere, sembra che ce le abbia da sempre» le mosse, stendendole «Cosa pensi di fare adesso?» chiese Blaine, rimanendo a distanza «Torno a casa, vado a salutare mio padre e me ne vado in qualche posto sperduto dove non potranno mai trovarmi» rispose la cavia, scendendo dal tavolo. Aveva tolto il camice al ragazzino prima di farlo andare via «E tu cosa pensi di fare?» chiese la cavia. Blaine ci pensò un attimo.
«Ti darei fastidio se venissi via con te?» chiese. Era una follia, una pazzia, una distopia bella e buona e anche la cavia l'avrebbe detto.
«Ne sarei onorato» rispose invece.
E se ne andarono davvero.


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Buonasera lettori temerari, qui Robs!
Prima storia che segue i prompt di The Gleeky Cauldron, che stavolta erano : time!au (ambientata nel futuro), fantasy!au e jobs!au. Sì, ne ho usati tre tutti in una storia *parte applauso registrato*
E niente...Angel!Kurt e scientist!Blaine per voi. La fanfiction prende piede grazie a una rilettura-lampo di Angelology, di Danielle Trussoni. Non l'avete letto? FATELO. Ne vale la pena, assolutamente. E boh, che altro dire? Non è betata, non voglio rompere alla betareader e magari domani posto quella betata, per ora tenetevela così, vi và? xD
Non penso di dover dire altro, per stasera. In caso edito.

See ya' soon,
Robs.
  
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