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Autore: SheBecameDirectioner    05/05/2012    2 recensioni
Mia è una persona speciale, ma ancora non lo sa.
Raggiunge la zia a Londra ed è lì che comincia a vivere il suo sogno.
Cinque ragazzi, con voci potenti e sorrisi brillanti. E sarà accompagnata da Nina, la sua migliore amica, sebbene un po’ troppo distratta da Austin, quel magnifico ragazzo che le ha rubato il cuore.
Mia si divertirà, soffrirà, si sentirà quasi sulla Strada dei Sogni Spezzati, proprio come dicono i suoi Miti.
[Dalla Storia]
«Mamma, sappi che se non mi manderai laggiù mi rovinerai la vita per sempre e non ti perdonerò mai più», la minacciai.
Mamma prese la cosa come uno scherzo, ma io avevo davvero la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato. Un cambiamento nella mia vita che non potevo perdermi solo perché non c’erano abbastanza soldi per pagare l’aereo.
Poi continuai con le “minacce”: «Mamma, davvero, tu non capisci. Questo viaggio potrebbe cambiarmi la vita per sempre»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Boulevard of Broken Dreams
Capitolo 1


Cara Mia,
mi manchi moltissimo e qui è veramente deprimente a volte. Ho parlato molto con tua madre e lei è d’accordo con me sul fatto che oramai tu sia grande.
In questo periodo le cose non stanno andando tutte per il verso giusto: non mi sono ancora ripresa dalla morte di Darrel, il mio unico e vero amore, i problemi con la casa, e un  po’ la mia vita in generale… Quindi se volessi venire qui in vacanza dalla tua cara zietta adorata, sei la benvenuta! Dal momento che mi sento alquanto sola, mi farebbe piacere un po’ di compagnia, anche perché date le distanze delle nostre case non abbiamo mai molte opportunità per incontrarci.
Rispondimi al più presto.
Ti voglio tanto bene, Mia, sappilo.
Zia Susan,
Londra, 15 Giugno
 
P.S.: L’unico problema è tua madre, che dice di non avere abbastanza soldi per il viaggio. Ma tu… guarda sotto il letto di tua madre…
Un bacione grande!
 
Quella mattina nella cassetta delle lettere avevo trovato la busta proveniente da mia zia Susan.
Finii di leggere la lettera con un sorrisone stampato in faccia. Nello stesso momento in cui distolsi lo sguardo, mi venne da svenire. Ma mi raddrizzai all’idea di andare laggiù da mia zia, nel Paese che amavo.
Era vero, la mamma sotto il letto nascondeva una scatola. Non sapevo cosa contenesse fino a quel momento; ebbene sì, conteneva dei soldi… Tanti soldi. Ero fuori di me, emozionatissima. Mi venne in mente mia madre e mi fiondai da lei, sprofondai tra le sue braccia lacrimando, in quel momento le dissi: «Grazie mamma!»
«Di niente, tesoro…», mi rispose lei, un po’ confusa. «Ma per che cosa, scusa?»
Mi staccai da lei, osservando i suoi ricci capelli biondi e quei bei occhi color cioccolato.
«Per farmi andare da zia Susan in Inghilterra, no?»
«Oh sì! Giusto, tesoro, me ne stavo per dimenticare», ridacchiò lei gesticolando.
«Dimmi… Oh, lo so, lo so…». Stavo per chiederle una cosa, ma lei mi interruppe.
«Vedi, Mia, il viaggio costa molto e noi non ce lo possiamo permettere», mi spiegò. «La zia mi ha proposto di pagarlo, ma mi sono rifiutata, sai… questione di orgoglio»
«Mamma, sappi che se non mi manderai laggiù mi rovinerai la vita per sempre e non ti perdonerò mai più», la minacciai.
Mamma prese la cosa come uno scherzo, ma io avevo davvero la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato. Un cambiamento nella mia  vita che non potevo perdermi solo perché non c’erano abbastanza soldi per pagare l’aereo.
Poi  continuai con le “minacce”: «Mamma, davvero, tu non capisci. Questo viaggio potrebbe cambiarmi la vita per sempre. E lo dici anche tu che ho bisogno di conoscere persone nuove. Con la lingua inglese non ho problemi, e non dirmi che non te lo puoi permettere, perché la zia mi ha detta della scatola dei risparmi sotto al letto!»
«Mia, Dio santo!», esclama lei, scocciata e anche un po’ imbarazzata. «Hai davvero frugato sotto il mio letto?»
Era davvero adirata con me, fra poco le avrei visto anche il fumo uscirle dalle narici, come i draghi (?)
«Mamma?!», gridai io. «Ti prego, ti prego, ti prego! Farò tutto quello che vuoi! Per mesi, e se vuoi per anni! Laverò il water con lo spazzolino, mangerò le pizze bruciacchiate al tuo ristorante e…»
Ma mamma mi interruppe nuovamente, con un sospiro però.
Io continuai imperterrita. «Ma io devo andare da zia! E poi, ehm, be’, mi era… sì, mi era caduto, uhm, un calzino sotto il tuo letto, quindi…»
Non ditemelo: lo so che era una pessima scusa. Ma d’altronde si prova di tutto quando si è disperati.
«Oh, d’accordo!», esclamò lei, davvero isterica. La cosa mi spaventò un po’. «Ma sappi che dovrai venire ad aiutarmi al ristorante il venerdì e il sabato»
Dovevo accettare una simile condizione? Però, ho detto che si prova di tutto quando si è disperati. Diamine. Non poteva rubarmi i venerdì e i sabati!
Ci guardammo negli occhi – ci rendevamo conto entrambe dell’assurdità di quella discussione – e ci scambiammo un sorriso che riempì il cuore a entrambe.
 Ma quanto adoravo quella donna?
 
Da quando ebbi la bella, anzi, la fantastica notizia che sarei partita e che sarei andata da mia zia in Inghilterra non stavo più nella pelle!
Nina, la mia migliore amica, non era proprio entusiasta della situazione, ma prima o poi se ne sarebbe dovuta fare una ragione! Anche io avrei sentito molto la sua mancanza, cosa credeva?
Di lei si può dire che è la “ragazza perfetta”, ha tutto quello che si potrebbe mai desiderare: una famiglia perfetta composta da un fratello medico, una mamma buona come il pane e un padre avvocato. Per non dimenticare la villa con piscina interrata e i tre cane (Schwarzenegger, Vin Diesel e Chuck Norris) poi, non solo è ricca e fortunata ma è anche la ragazza più bella della scuola! Lei non vuole ammetterlo ma è così: ha dei bellissimi capelli biondo scuro che le arrivano più o meno a metà gomito, due occhi verdi che sembrano pietre preziose e per non parlare del fisico da modella che si ritrova, il fisico che tutte le ragazze vorrebbero, me compresa. Ciononostante è anche la mia migliore, il che non è facile, dato che il mio carattere è abbastanza insolito e difficile da gestire. Inoltre molte tizie della nostra scuola mi accusano di essere amica di Nina solo per la sua popolarità. Di solito le guardo e scoppio a ridere, un po’ dispiaciuta per la loro stupidità mentale.
Nina ed io abbiamo entrambe diciassette anni, frequentiamo il liceo artistico e siamo al penultimo anno.
In casa mia vivono il mio gatto Millo, la mia tartarughina acquatica Bimo, mia madre ed io. La mia vita non è un granché.
In questi giorni la scuola sta organizzando dei viaggi  culturali per andare in Francia, ma io odio la Francia e tutto ciò che la riguarda.
Il pomeriggio dopo la scuola andai da Nina per studiare ma come al solito non aprimmo libro e parlammo tutto il resto della giornata di cosa avrei dovuto fare, dire, mettere e tutte le cose possibili e immaginabili da fare laggiù, in Inghilterra.
Andai a casa accompagnata dalla mia bicicletta con una ruota bucata. Passando per il centro notai una ragazza e un ragazzo su una panchina, che si stavano baciando a dir poco appassionatamente davanti a tutti. Mi sentii un po’ sola in quel momento. Avevo sì avuto molti ragazzi, ma non erano mai stati davvero sinceri.
Mi avvicinai un po’, di nascosto, non so perché lo feci, forse semplice curiosità eppure c’era qualcosa che… Non so, non andava, diciamo.
Passai proprio davanti a loro.
Mi prese una specie di shock quando vidi che erano due mie compagni di scuola.
Non ci potevo credere, c’erano Amy e Liam su quella panchina! Amy era la tipica troietta della scuola, con quel suo gruppo odioso di amiche oche che la seguivano ovunque andasse. Mi chiesi appunto perché non fossero lì a due centimetri da Amy e Liam ad assistere alla scena.
Liam invece era il ragazzo più bello ed intelligente nei dintorni della scuola e, ovviamente, tutte le ragazze lo seguivano da tutte le parti. Tranne io. Non è proprio il mio tipo e poi mi fa un po’ pena, chissà come si sente ad avere tutte quelle ragazze ai suoi piedi? Be’, è sicuramente una sofferenza, girano voci che a San Valentino la sua cassetta della posta fosse stracolma di lettere d’amore e che lui le abbia bruciate tutte! Per questo, lo stimo tanto.
Dopo essermi ripresa dallo shock proseguii per la mia strada arrivando a casa verso le 6 passate.
Appena arrivata la mamma mi assalì.
«Mia, ti sei preparata la valigia? Tra soli quattro giorni hai il volo! E mica vorrai arrivare dalla zia senza niente, vero?»
«In effetti non avevo proprio pensato alla valigia...», ammetto colpevole. «Sì, mamma, tranquilla, vado subito a prepararla!», aggiunsi seccata.
Andai in camera mia e cominciai a tirare fuori roba dai cassetti. Visto che era estate presi un po’ di costumi, magliette a maniche corte, pantaloncini, due felpe, una tuta per partire e la biancheria.
Soddisfatta del mio lavoro, mi sdraiai sul letto, facendo un lieve sospiro di sollievo. Dopodiché mi addormentai.

Salve a tutti! E' la mia prima storia che scrivo qui e non sono molto pratica, ecco... non siate crudeli!
L'idea per il titolo di questo capitolo era "La Vendetta della Zebra", inventato dalla mia migliore amica (non so che le passa per la testa a quella povera ragazza!), bah... Mi stupisco anche io a volte, ma d'altro canto senza il suo aiuto non sarei mai e poi mai riuscita a perfezionare questa storia e quindi... grazie Amber! :D
Spero tanto che il capitolo vi piaccia, e... commentate anche perché se commentate mi posso perfezionare con il vostro caro aiuto. Continuerò al più presto! :)
Fawn.



 

  
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