Words left unsaid

Londra, Corridoio del San Mungo

- Hermione! - Stupore.
- Harry? Che ci fai qui? - Sussulto.
- Sono di ritorno da una missione e non volevo farmi vedere così da Ginny. - Scrollata di spalle.
- Oh santo cielo, cosa hai fatto al braccio? - Apprensione. Troppa apprensione, come sempre.
- Una brutta frattura e un bel po' di sangue. Niente di nuovo, insomma. Sicuramente i Guaritori me lo metteranno a posto con un colpo di bacchetta. - Sorriso rassegnato.
- Mmmh. Ti accompagno. - Determinazione.
- Tu perché sei al San Mungo? - Curiosità.
- Oh. È una storia lunga e affatto interessante, pensiamo prima al tuo braccio. - Gesto noncurante della mano. Menzogna.
- Hermione, fermati. Dimmi cosa è successo. È tutto a posto? - Sospetto, preoccupazione.
- Certo, te l'ho detto, non è niente di grave. Non preoccuparti. - Nervosismo.
- Hermione! - Quasi un rimprovero
- Che c'è? - Finta esasperazione.
- Perché non mi guardi negli occhi? - Lamento.
- Perché sto cercando di capire dove dobbiamo andare per il tuo braccio. - Altra bugia.
- Sei agitata, dimmi cosa è successo. - Consapevolezza.
- Non sono agitata è che... - Ricerca nervosa di una scusa plausibile.
- Hermione. - Fatica risparmiata, ancora un ammonimento.
- Cosa?! - Ancora esasperazione. E un po' di timore.
- Sei agitata. - Sicurezza.
- No! - Negazione.
- Hermione... - Pazienza, dolcezza, quasi una carezza.
- Smettila di ripetere il mio nome! - Esasperazione, di nuovo. Una preghiera.
- E tu smettila di mentirmi. - Accusa.
- Eh...?! - Confusione.
- Stiamo camminando da dieci minuti e siamo tornati al punto di partenza. Sei agitata, dimmi cosa è successo. - Realtà.
- Non posso. - Autoconvincimento.
- Cosa?! Perchè?! - Incredulità.
- Non posso e basta. - Testardaggine.
- Hai di nuovo distolto lo sguardo. - Evidenza.
- Di cosa stai parlando? - Finzione.
- Non mi guardi perché mi stai mentendo. - Sicurezza.
- Ma che dici? - Stupore.
- Hermione... - Sopracciglio alzato.
- Non usare quel tono di voce con me. - Fastidio.
- Quale tono? - Perplessità.
- Quello che usi quando credi di sapere tutto. - Un mezzo sorriso.
- Io non ho un tono di voce che uso quando... - Lamento.
- Harry, fidati. Ce l'hai ed è quello. - Sorriso vero, intenerito.
- Ok. - Rassegnazione.
- Ok cosa? - Altro sopracciglio alzato.
- Ok, se lo dici tu mi fido. - Sorriso ricambiato.
- Bene. - Soddisfazione.
- Bene. - Resa.

Londra, Corridoio del San Mungo,
Poche chiacchiere inutili dopo.

- Hermione? - Sussurro.
- Mmmh. - Tensione.
- Che ci fai qui? - Insistenza.
- Non posso... - Partito preso.
- ...dirtelo. Già. Io penso che invece puoi ma non vuoi. L'ho capito. - Amarezza.
- Cosa hai capito? - Stupore.
- Che non vuoi dirmi cosa è successo. - Delusione.
- E anche se fosse? - Respiro trattenuto.
- Farebbe male. Fa male. - Ammissione.
- Male? - Incredulità.
- Sì, male. - Dolore.
- Addirittura? - Sconcerto.
- Non mi hai mai tenuto nascosto nulla. Io e te abbiamo sempre parlato di tutto. Non ti fidi più di me? - Paura della risposta.
- Che sciocchezze, certo che mi fido di te. - Rassicurazione.
- E allora perché non sei sincera con me? - Voglia di comprendere.
- Perché non riesco ad esserlo nemmeno con me stessa. - Confessione.

 

Londra, Corridoio del San Mungo,
Dopo la visita del Guaritore e una sorsata di Ossofast.

- Credevo che te ne saresti andata. - Sollievo.
- Perché avrei dovuto? - Confusione.
- Non lo so, sensazioni. - Scrollata di spalle.
- Le sue sensazioni sono piuttosto scadenti, signor Potter. - Scherzo leggero.
- Sappiamo entrambi che l'intuito migliore è sempre stato il suo, Signorina Granger, ormai Signora Weasley. - Occhiolino, sorriso.
- Già. - Mormorio.
- Ho detto qualcosa di sbagliato? - Apprensione.
- No, è tutto a posto. - Negazione.
- Non me la dai a bere, lo hai fatto di nuovo. - Insistenza.
- Cosa? - Ancora confusione.
- Hai abbassato lo sguardo. Stai male. È successo qualcosa con Ron? - Deduzione.
- Harry, ti prego... - Sospiro stanco.
- Discutete almeno tre volte al giorno da quando vi conosco, ma non ti ho mai vista così. - Centro.
- Così come? - Ricerca della verità.
- Lo sai. Spenta, triste, sconfitta. Ti si legge negli occhi che questa volta è diverso. - Sicurezza.
- Sì, forse è diverso. - Lacrime.

 

.

Smaterializzazione improvvisa.
Londra Babbana, strada caotica a caso.

- Che ci facciamo qui? - Disorientamento.
- Ti offro un caffè e ascolto quello che hai da dirmi. - Fermezza.
- A Londra? - Perplessità.
- Non ci conosce nessuno. - Pragmatismo.
- E quindi? - Sconcerto.
- E quindi saremo solo io e te. Potrai parlare liberamente. - Determinazione.
- Harry, io... - Sospiro.
- Non vuoi, ho capito, ma... - Impazienza.
- ...No. Io ho paura. - Sguardo basso.
- Di cosa? - Ansia.
- Di aver sbagliato tutto. - Lacrime trattenute.
Silenzio.
Desiderio di stringerla.
- Spiegami. - Preghiera.
- Sono incinta. - Un sussurro troppo basso.
- Congratulazioni! - Entusiasmo sbagliato.
- E se non fosse giusto? - Domanda disperata.
- Cosa vuoi dire? - Confusione.
- Se non fosse davvero quello che voglio? - Insicurezza.
- Una famiglia, Hermione. Abbiamo sempre desiderato una famiglia. - Sconcerto.
- Abbiamo, è questo il punto. Io e te. L'ho sempre detto a te, con Ron non ne ho mai parlato. E se lui non volesse? - Paura.
- Come ti viene in mente? - Stupore.
- Non lo so. Ho paura. - Richiesta implicita di aiuto.
- Lo ami? - Domanda spontanea.
- Certo che lo amo. - Rimprovero.
- Non dovresti avere paura se lo ami. - Serietà. Troppa.
- Anche tu hai avuto paura quando è nato James. - Accuse per difendersi.
- Lo so. - Frustrazione.
- E allora perché non mi capisci? - Incredulità.
- Perché non la amo. Per questo ho avuto paura. - Confessione dolorosa.
- Non me lo hai mai detto. - Sorpresa.
- Non l'ho mai detto nemmeno a me stesso. È la prima volta che me ne rendo davvero conto. - Sorriso triste.
- Cosa farai? - Domanda cauta.
Silenzio.
- Andrò avanti come ho fatto fino ad ora. - Sofferenza.
- Non è giusto. - Lo stesso dolore.
- Cosa lo è? - Domanda retorica.
- Essere felice. Dovresti essere felice. - Convinzione.
- Dovresti esserlo anche tu. - Ammonimento.
- Perché non lo siamo? - Voce tremante.
- Perché abbiamo fatto scelte affrettate. Sbagliate. - Realtà.
- Avresti scelto in modo diverso? - Curiosità.
- In un certo senso, credo di averlo fatto. - Sincerità.
- Cioè? - Confusione.
- Sono qui a parlare con te. Ho sempre parlato con te. Di ogni cosa. - Occhi negli occhi.
- Hai scelto me. - Consapevolezza.
- Ho scelto te. - Conferma.
Dolore.
- Perché non ci siamo scelti prima? - Disperazione.
- Non ci eravamo riconosciuti. - Rimorso.
- Andremo avanti lo stesso? - Dubbio.
- Sì. - Rinuncia.
- Come faremo? - Timore.
- Saremo sempre noi. - Rassicurazione.
- Io e te? - Speranza.
- Io e te. - Certezza.

 

NdA: Ok, non so nemmeno io che cos'è. Dovevo scrivere qualcosa che facesse capire perché Harry e Hermione potrebbero essere una coppia, e invece me ne esco cone questa cosa, scritta in questo modo, che secondo me non ha nemmeno molto senso. O forse sì, non lo so, ma a voi non interessano le mie turbe mentali, perciò vi lascio e pubblico, prima che mi venga voglia di cancellare tutto!
Bea

Questa storia partecipa all'Auror Power Flash Contest, indetto dal gruppo "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]



Questi sono i punteggi delle storie partecipanti:
1° posto - 18 punti - roxy_xyz: #Existence 
2° posto - 17.5 punti - PotionFang
3° posto - 16.5 punti - JayBree88: Shall we dance?
4° posto - 15 punti - Kia85: Distratto 
5° posto - 14 punti - Crimson_Iris: So che sempre ci sarai

E ovviamente i Banner sono sempre di Lights ^^