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Autore: MadLucy    05/05/2012    3 recensioni
-Quando ti ordino qualcosa, dovresti darmi retta.-
-Farò come hai detto. Scusa, aniue.- rispose conciliante e mesto.
Sovrappensiero, infilò un lecca lecca in bocca mentre Mephisto si chiedeva sconsolato quando mai sarebbe cresciuto.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AmMe

Marionetta.










Il cielo era una spessa lastra d'acciaio ossidato, fuori dall'ampia finestra dell'ufficio del preside.
Amaimon dondolava pigramente nel vuoto le lunghe gambe avvolte dai pantaloni a rombi. Il suo sguardo acuminato era perso lontano, molto oltre le nubi tese come ragnatele che ingombravano il cielo. La luce creava bizzarri giochi di luce sui suoi capelli verde selva, sulle sfaccettature della pelle diafana.
Mephisto, dall'interno dello studio, fece una smorfia di disapprovazione. -Hai visto? Mi hai disobbedito, hai esagerato con Rin. E ti sei fatto male.-
Il demone si riscosse dai suoi pensieri. Fissò la macchia di sangue nero e raggrumato sulla camicia come se solo in quel momento se ne rendesse conto, sgranando gli occhi vitrei azzurro verde.
-Oh.- mormorò vagamente interessato. -Hai ragione.-
-Io ho sempre ragione.- sottolineò il preside, mentre leggeva un documento. -Per questo, quando ti ordino qualcosa, dovresti darmi retta invece di fare di testa tua come al solito.-
Amaimon mordicchiò distrattamente l'unghia verdastra del pollice. Non lo trovava un argomento entusiasmante. Significava che non avrebbe più potuto giocare con Rin.
-Farò come hai detto. Scusa, aniue.- rispose però conciliante e mesto. Non voleva che il suo fratellone si arrabbiasse con lui.
-Sei un vero attaccabrighe, Amaimon.- ribattè Mephisto con un sospiro, scarabocchiando la sua firma con uno svolazzo su un foglio.
Il re della terra guardò ancora il cielo plumbeo, inespressivo. La ferita non faceva neanche più male, era appena un pizzicorino fastidioso; in compenso, però, l'idea di non potersi più divertire era dolorosamente insopportabile. Amara, sul suo palato che amava lo zucchero.
Ma in fondo non aveva bisogno di Rin. Il suo giocattolo preferito era lui medesimo, marionetta inerme del suo stesso teatrino, che rischiava e perdeva sangue. E questo era divertente.
Un sorriso malato attraversò rapido le sue labbra, per poi soffocare altrettanto in fretta. Uhm.
Frugò nelle tasche e, sovrappensiero, infilò un lecca lecca in bocca mentre Mephisto si chiedeva sconsolato quando mai sarebbe cresciuto, quel ragazzo abbastanza innocuo da poter essere manipolato e troppo letale per non fare paura.



































Note dell'Autrice: Amaimon è certamente uno dei personaggi che preferisco -se non assolutamente il primo: ho fatto una certa fatica a capirlo veramente, e questo non mi accade spesso. La sua natura è un misto affascinante di innocenza e sadicità, quasi pura in quanto non scatenata da una vera crudeltà intenzionale ma d'un semplice istinto. Mephisto poi è un duro, dài! E' mitico. Inimitabile. Non potevo non lasciargli uno spazietto. ^-^
Vabbè, non è niente di che, solo una scenetta semplice semplice. Spero l'abbiate gradita, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Lucy

  
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