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Autore: Shira94    06/05/2012    2 recensioni
Mary sta tornando a casa da una festa, ma improvvisamente qualcosa di inaspettato e spaventoso succede sulla via del ritorno.
Boris sta impazzendo e non capisce più cosa gli stia succedendo. Solo la pioggia lo calma, ma la pioggia non dura in eterno.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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09.04.2012

Pioggia

 

Stava piovendo. La pioggia bagnava lentamente ogni cosa e Lucia pensò che sarebbe stato davvero impossibile tornare a casa in quel momento. All’improvviso però la pioggia smise di cadere. Lucia si sbrigò: salutò gli amici e corse fuori. La festa dei 18 anni dell’amica era durata più del previsto, ma grazie alla pioggia aveva una scusa per il suo ritardo. Avendo paura che ricominciasse a piovere, prese una scorciatoia.
 
Boris si ripeté nella testa in modo compulsivo che ciò che era successo pochi giorni fa non sarebbe accaduto mai più. Non usciva di casa da quattro giorni. Appena aveva visto che il cielo incominciava a scurirsi aveva deciso di uscire. Attribuì quell’aggressione allo stress accumulato dalla perdita del lavoro e della compagna. Alla sua età sapeva che sarebbe stato difficile essere assunto da qualche parte e la sua ex lo aveva infine tradito dopo averlo accusato di essere eccessivamente geloso. Presto incominciò a piovere e sotto l’acqua si sentì più in sé. Il turbinio convulso dei suoi pensieri parve placarsi e si sedette su un muretto in una stradina isolata. In lontananza vide qualcuno avvicinarsi. Una ragazza sgambettò velocemente davanti a lui sotto il suo ombrellino rosa. Il respiro di Boris accelerò e lui se ne spaventò tanto che incominciò a tremare.
Quando poi la pioggia si fermò, si sentì impazzire. Quella cieca follia di quattro giorni fa si rimpossessò di lui.
 
Lucia camminava svelta per la stradina isolata. Ad un tratto, svoltato un angolo, sentì un braccio stringerle i fianchi e una mano tapparle la bocca. All’inizio non realizzò bene quello che stava accadendo, ma appena capì di non potersi più muovere incominciò a tremare. Sentì viscide manii fredde farsi strada sotto il suo cappotto, graffiarle la pancia e stringerle il seno. Intanto quell’altra lurida mano premeva con forza sulla sua bocca, non facendone uscire nemmeno un suono.
A contatto con quel corpo estraneo le si bagnò il cappotto e un lungo fremito le percorse la schiena. Quando poi sentì qualcosa di ancora più viscido assaggiarle la pelle finalmente si contrasse con così tanta fora da liberarsi. Quell’uomo la spinse a terra e Lucia cadde violentemente sulle ginocchia in una pozzanghera, sbucciandosi i palmi delle mani. Quando si girò, dietro di lei non vide nessuno.
Il suo corpo non smetteva di tramare. Brividi di freddo correvano lungo il suo corpo laddove era stata toccata.
Sola, in quella stradina isolata, le uniche a farle compagnia furono le sue lacrime e le goccie di pioggia che cominciavano a cadare.
   
 
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