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Autore: Princess Kurenai    06/05/2012    4 recensioni
[Thor/Loki | Post "The Avengers"]
Sapeva che il suo ritorno ad Asgard non sarebbe stato accolto da trionfanti squilli di tromba e dalle ovazioni del popolo, quindi quando vi rimise piede non si stupì più di tanto dinnanzi alla silenziosa quiete di Asgard. Ciò che però non sopportava, erano quelle umilianti catene - inibitrici dei suoi poteri - che lo rendevano prigioniero nella sua stessa dimora... sempre se poteva ancora considerarla tale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: A Place called Home
Titolo del Capitolo: 1. In Catene
Fandom: Thor
Personaggi: Loki Laufeyson, Thor Odinson
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se…), Pre-Slash
Conteggio Parole: 1145 (FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 35. In Catene
2. Prima fic su questo fandom. Conosco a grandi linee i comics e abbastanza bene la mitologia norrena, ho visto svario mila volte Thor e domani finalmente vedrò The Avengers… beh: spero di non aver scritto stupidate3. Ambientata alla fine di The Avengers. Ho scelto Thor come sezione in quanto non appariranno gli altri Vendicatori.
4. Ad occhio e croce saranno tre capitoli.
5. Dedicata alla mia dolce metà<3 grazie di tutto amore! Ti amo!


{ A Place called Home ~
- 1. In Catene -




Un leggero e fastidioso tintinnio accompagnava i suoi passi. Oltre il respiro - suo e del fratello -, era quello l'unico rumore che Loki avvertiva.
Sapeva che il suo ritorno ad Asgard non sarebbe stato accolto da trionfanti squilli di tromba e dalle ovazioni del popolo, quindi quando vi rimise piede non si stupì più di tanto dinnanzi alla silenziosa quiete di Asgard. Ciò che però non sopportava, erano quelle umilianti catene - inibitrici dei suoi poteri - che lo rendevano prigioniero nella sua stessa dimora... sempre se poteva ancora considerarla tale.
Giunto a quel punto, al termine della sua disfatta su Midgard – quell’infido mondo chiamato Terra che Thor si ostinava ad amare e proteggere -, poteva dire di essere già a conoscenza della sorte alla quale stava andando incontro: Thor l'avrebbe condotto al cospetto del Padre degli Dei, e lì sarebbe stato processato come traditore ed assassino. Ciò che non sapeva ancora, era la punizione che Padre avrebbe scelto per lui. Non sarebbe stato condannato come un traditore qualsiasi, avrebbe subito un'altra pena... creata su misura per le sue colpe.
Ovviamente Loki era lungi dal darsi per vinto. Era sempre stato abbastanza astuto da non farsi mai imbrogliare dagli altri, riuscendo ogni volta ad essere lui l'artefice di ogni inganno.
L'unico ostacolo, era senza ombra di dubbio Thor. Suo fratello era sempre caduto facilmente nei suoi inganni - il carattere impulsivo del Dio del Tuono era uno dei punti deboli sui quali aveva imparato a fare pressione -, ma da quando avevano abbandonato Midgard era diventato stranamente silenzioso.
Non gli stava dando alcun spiraglio per insinuarsi nella sua mente. Sarebbe stato semplice assoggettare con melliflue parole un soldato o qualche generale, ma Thor era diverso. Le parole spesso erano vane con il fratello, con lui si doveva ricorrere all'ingegno per sfruttare il crescendo di emozioni che lo avevano sempre reso una facile preda agli occhi di Loki, per quel motivo il mutismo del fratello era per lui un ostacolo. Di una cosa però era certo: il Dio del Tuono non provava gioia per quella situazione.
Quella certezza però non gli bastava per tentare di incantarlo; per quel motivo si impose di accogliere quel silenzio rotto solo dal rumore delle catene, senza lanciarsi in inutili tentativi che gli avrebbero solo fornito delle controproducenti perdite di tempo.
Preferiva concentrarsi sul suo futuro immediato, che volgere lo sguardo verso dei confini ancora troppo lontani. Ma per Loki quello non era un problema: sapeva essere paziente, perché solo la calma poteva essere alleata dell'ingegno.
Si limitò quindi a seguire i movimenti del fratello, non era più sicuro e tronfio come in passato. Sulle sue ampie spalle sembrava pesare l’incertezza ed il dolore, un infido tarlo che Loki avrebbe potuto usare a suo vantaggio… se non fosse stato lui stesso il perno di quelle emozioni del Dio del Tuono.
Plasmare le emozioni di Thor quando si trattava di guerre e conflitti era facile, ma non quando questi si scontravano con la ‘tanto amata famiglia’ del Dio. Loki era ben conscio di non essere in grado di gestirli come desiderava: suo fratello era imprevedibile, l’aveva dimostrato più di una volta durante quella battaglia.
Si morse le labbra, ancora bloccate dal bavaglio metallico che era stato costretto ad indossare, e volse lo sguardo al lungo corridoio che stavano percorrendo. Mancava da un po' di tempo ad Asgard, tuttavia si ricordava ancora ogni singolo angolo di quell'immenso palazzo nel quale era cresciuto: e quella strada, con suo sommo stupore non l'avrebbe condotto al cospetto dal Padre degli Dei, ma bensì in quelle che un tempo erano le sue stanze.
Non riuscì a non mostrarsi stupito dinnanzi a quella scoperta, e anche se non avrebbe ottenuto nessuna risposta dal suo silenzioso fratello, gli rivolse ugualmente uno sguardo confuso alla ricerca di una spiegazione.
Loki non smaniava dalla necessità di incontrare Odino, ma il ritrovarsi nelle sue camere dopo l'esilio gli donava un vago senso di nostalgia.
Si spostò incerto all'interno della stanza, lasciando Thor sull'uscio ad attendere che lui si abituasse a quella novità.
Quali erano le intenzioni del Dio del Tuono?
" Resterai qui rinchiuso fino a nuovo ordine, fratello.", dichiarò Thor rompendo il silenzio che si era imposto fino a quel momento, la sua voce suono pesante e grave. Piegata da quell'inquietudine che sembrava non volerlo abbandonare.
Loki se ne rese subito conto, ma in quel preciso istante la sul mente era concentrata su quel luogo: si aspettava una infima cella nelle prigioni di Asgard, e non il suo 'castello'.
Attese immobile che Thor continuasse a parlare, venendo subito accontentato dall'altro.
" Non potrai uscire, ne parlare con anima viva. Sarò io l'unico asgardiano che ti farà visita.", spiegò brevemente, avvicinandosi per liberare Loki dal bavaglio metallico e dalle catene, che sì schiantarono sul pavimento in marmo in un tonfo sordo e sinistro.
Prese un breve respiro ed interrogò ancora il fratello con lo sguardo. Tuttavia Thor parve volerlo ignorare, lasciando all'immaginazione dell'altro Dio ciò che gli avrebbe impedito di lasciare la sua stanza.
Era opera di Odino, senza alcun ombra di dubbio. Solo il sovrano poteva lanciare un incantesimo abbastanza forte da impedirgli di lasciare le sue stanze, e solo in quel momento Loki comprese il perché della mancata convocazione al cospetto di Odino: se si tralasciava la camera, il Padre degli Dei doveva aver utilizzato molte energie per permettere a Thor di viaggiare verso Midgard e di far poi rientro ad Asgard. Era certo che il sovrano stesse riposando e quel cosiddetto contrattempo poteva solo giocare a suo favore.
Nella solitudine delle sue stanze aveva tutto il tempo per trovare una via di fuga da Asgard, e Thor sarebbe stata la chiave per la riuscita del suo piano. Era certo che il Dio del Tuono nelle sicure visite che gli avrebbe fatto, si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa. Un dettaglio, anche irrilevante, che Loki avrebbe utilizzato per fuggire.
Il movimento del fratello lo distolse dai suoi pensieri, e non poté far altro che osservarlo lasciare la camera.
L'avrebbe lasciato solo, con la sola compagnia del silenzio e delle catene abbandonate scompostamente per terra, come a ricordargli che non era un ospite ma un prigioniero. Anche se il gelido ferro non ghermiva più la sua carne, Loki fin quando sarebbe rimasto in quel luogo si sarebbe sempre sentito in catene.
" Fratello.", la voce di Thor suono poco prima che questo chiudesse la porta alle sue spalle. " Ben tornato a casa...", mormorò piano, abbandonando definitivamente la camera.
Loki osservò l'uscio che lo separava da Asgard e da quello che ironicamente continuava a chiamare fratello, e solo in quell'istante si rese conto di doversela vedere con delle catene ancor più opprimenti di quelle metalliche, ed erano quelle affettive che testardo aveva cercato di sopprimere. L'amore che aveva sempre provato per Thor non era mai stato eliminato del tutto, e la frase del fratello riuscì solo a risvegliare quei sentimenti da tempo sopiti sotto l'odio e l'invidia.
Non sapeva se sarebbe riuscito a spezzare quelle catene.






   
 
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