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Autore: lerey    06/05/2012    4 recensioni
"Voglio cambiare il mondo" si ripeteva.
Intanto era finita a lavorare in una squallida panetteria di Holmes Chapel.
quando la ragazza arrivò al lavoro, in ritardo come sempre, dietro al bancone vide un cespuglio di capelli scuri e riccissimi e un paio di occhi verdi, sorriderle raggiante. Si presentò a lei come Harry, stretto nel suo imbarazzante grembiule nuovo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  I want to change the world,
I want to change something that nobody thought before,
and I want to change lives,
I want to make people happy.
  








"Voglio cambiare il mondo" si ripeteva.
Intanto era finita a lavorare in una squallida panetteria di Holmes Chapel.
I suoi genitori le ripetevano che doveva inziare ad essere indipendente e pagarsi i comfort da sola.
Lei pensava fossero tutte stronzate, aveva solo quindici anni.
Ogni giorno usciva di casa con una sciarpa colorata ed un cappello grigio, un libro in mano e, contando solamente sui pochi muscoli delle sue gambe, doveva arrivare dall'altra parte della città.
Quando finalmente arrivava, straziata, al negozio, era sempre nervosissima e intrattabile, nonostante normalmente non lo fosse.
Odiava semplicemente il suo lavoro.
Si toglieva di dosso quel giacchetto pesante e indossava un semplice grembiule bianco, che, a detta sua, la faceva apparire come una schifosa gelataia o una contadina disperata.
I clienti non erano tantissimi, e spesso lei si ritrovava seduta su uno sgabello a leggere i suoi libri o a parlare con l'adorabile vecchietta che lavorava insieme a lei.
Hope.
L'adorabile vecchietta dai capelli grigissimi si chiamava Hope, "Speranza".
Adorava alla follia quel nome.
Aveva sempre desiderato avere un nome strano e particolare, ma i suoi le avevano affibbiato un nome come Valerie.
Lo odiava, e voleva cambiarlo non appena compiuti diciotto anni.
Le sapeva troppo di francese, e lei odiava la Francia, i Francesi e il francese.
Hope era una tenera ultrasettantenne, adorabile con tutti, persino con la nervosa Valerie.
Un giorno d'autunno, Valerie giunse al lavoro, nervosa come sempre, e invece di trovarsi la solita signora sorridente si ritrovò Tony, il propietario del negozio con il solito grembiule addosso.
Rimase allibita e chiese perché Tony avesse preso il suo posto.
"Non ho preso il suo posto, Valerie, mi sto occupando del negozio finché non troveremo un altro impiegato".
"Perché abbiamo bisogno di un altro impiegato? Hope?" chiese agitata all'uomo alto e dai capelli brizzolati.
"Hope non c'è più".
La vecchietta a cui voleva tanto bene era morta, e lei pianse per settimane intere.
La settimana seguente, quando la ragazza arrivò al lavoro, in ritardo come sempre, dietro al bancone vide un cespuglio di capelli scuri e riccissimi e un paio di occhi verdi, sorriderle raggiante. Si presentò a lei come Harry, stretto nel suo imbarazzante grembiule nuovo.
Al pensiero che Harry avesse preso il posto della cara Hope, Valerie non poteva sopportarlo, e per diversi mesi lo trattò come se per lei non esistesse.
"Perché mi odi?" alla fine sbottò confuso il ragazzo.
"Perché Hope è morta e te lei hai rubato il posto" rispose lei.
"Non sono stato di certo io a far morire la tua amica. A me serviva solo qualche soldo in più".
In fondo quell'Harry aveva ragione. 
Cavolo, a quelle pochissime parole lei non aveva mai pensato. In quel momento si sentì stupida.
Dal giorno seguente parlarono come vecchi amici.
I due iniziarono a notare come quella schifosa panetteria, in fin dei conti, non era poi tanto schifosa.
Valerie non vedeva l'ora, ogni giorno, di uscire di casa e correre in panetteria per incrociare gli occhi stanchi di Harry, che la guardavano come se per il giovane lei fosse l'unica ragazza sulla Terra.
I mesi passavano e le stagioni si susseguivano.
"Credo che Valerie sia il nome più bello del mondo" si era lasciato scappare un giorno Harry.
"Stai scherzando?" squittì lei "Valerie è il nome più orribile del mondo, e giuro che quando sarò maggiorenne lo cambierò subito!"
"Come ti chiamerai?"
"Hope".
Poi arrivò il primo bacio, dietro al bancone.
Era luglio e tutta Holmes Chapel era in vacanza, e per le strade e nei negozi non c'era praticamente nessuno.
Erano seduti uno accanto all'altra, in un angolo del negozio, scherzando come bambini, quando, per gioco, Harry le buttò un pugnetto di farina sul viso, ma lei rispose buttandone una manciata nei pantaloni. Iniziarono a buttarsela addosso a pacchi, e quando il panettiere uscì dalla cucina per prendere una boccata d'aria e vide tutta quella farina buttata, decise di lasciarli tutto il pomeriggio a pulire quel disastro. 
E proprio in mezzo alla farina si scambiarono il loro primo bacio, e da lì iniziò la loro storia.
Le foglie ingiallirono e caddero per un altro autunno. La neve soffice si posò a terra per un altro inverno.
"Harry Styles, devi partecipare ad X Factor" esigeva lei, dopo aver sentito in diverse occasioni la fantastica voce del suo ragazzo. Lo aveva obbligato a compilare il modulo per partecipare e lo aveva accompagnato a fare l'audizione.
Era passato. Avevano festeggiato per un intero giorno. 
Ma per andare fino alla casa dei giudici era stato messo insieme a dei compagni d'avventura.
Durante il corso del programma, la loro fama era cresciuta sempre di più.
"Val, tu sai quanto io ti ami, ma sarò sempre impegnato con X Factor, con i vari tour e, mi dispiace, amore mio, ma non credo che potrà andare avanti".
A Valerie crollò il mondo addosso.
Il ragazzo di cui era innamorata doveva andarsene, abbandonarla per colpa della fama.
Fu l'ultima volta che lo vide.
 
Erano ormai anni che Harry non tornava a Holmes Chapel, dopo aver comprato casa a Los Angeles.
Ripercorreva le strade della cittadina gustandosi i ricordi che contenevano.
Arrivò davanti alla porta del piccolo negozietto, prese un grande respiro e si passò una mano tra i capelli corti e ordinati.
Il campanello della porta suonò, facendo notare che era appena entrato.
Rivide il volto di un Tony ormai anziano e dai capelli completamente bianchi, sorridergli e correre ad abbracciarlo, nonostante i vari dolori dell'età.
"Valerie che fine ha fatto?" 
"Oh, vuoi dire Hope" sorride socchiudendo gli occhi il signore anziano.
"Tony, mi hai chiamato?" una donna dal viso stanco uscì dalla cucina, legandosi i lunghi capelli ricci e castani.
"Hey, ehm, Hope!" esclamò Harry con un sorriso enorme e con il cuore a mille. I grandi occhi neri di Hope si spalancarono, così come le sue labbra, mentre le sue mani comprivano la bocca. Harry si intrufolò dietro al bancone per correre ad abbracciarla.
Dagli occhi della donna uscirono alcune lacrime, che asciugò immediatamente con il dorso della mano.
"Hai... hai sfoltito il cespuglio" singhiozzò lei.
"Hey!" squillò una vocina da sotto il bancone "perché piangi?" chiese.
Hope la raggiunse, accovacciandosi per guardarla negli occhi verdi e vispi.
"Ciao principessa, piango perché sono felicissima di vedere tuo padre" lei sorrise, mostrando lo spazio che creavano i due denti mancanti "qual è il tuo nome?" chiese Hope curiosa.
"Valerie!" esclamò la bambina dai boccoli biondi.
Alla fine, però, il mondo di qualcuno l'aveva cambiato.
 
   
 
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