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Autore: Cara_Sconosciuta    06/05/2012    3 recensioni
Dove vanno i personaggi delle fiabe quando muoiono?
Cosa porta i destini di Amedeo ed Evangeline, fidanzati in crisi, ad incrociarsi con quello, sfortunato, di Graham, il Cacciatore?
Possono due mondi incontrarsi ed aiutarsi reciprocamente a non affondare?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buondì!

Ebbene sì, ho deciso di buttarmi in una long su questo telefilm che seguo veramente da poco. Dato che mi sono letteralmente innamorata del personaggio di Graham, ovviamente il mio protagonista non poteva essere che lui!!

Fatemi sapere che ne pensate!!!

Un bacio,

Cara Sconosciuta



Quattro Stracci

-Neve in fiamme-



Quando iniziò a riprendere coscienza del proprio corpo, tutto ciò che gli venne da pensare fu che faceva veramente freddo.

Non un freddo di quelli dal quale un giaccone ben foderato ti può proteggere, no.

Si trattava più che altro di uno di quei freddi che ti entrano nelle ossa e non riesci a farli andare via nemmeno dopo ore seduto davanti a un camino, perché penetrano talmente a fondo, che ci vorrebbe un calore altrettanto intenso per cacciarli.

Un calore del genere, però, non farebbe altro che incenerire.

Tentare di aprire gli occhi si rivelò una mossa decisamente azzardata.

Tutto intorno a lui era bianco di un bianco intenso almeno quanto il freddo.

Li richiuse immediatamente, cercando di ricordare come accidenti fosse finito lì, ovunque quel “lì” si trovasse.

Nel suo cervello, appena svegliatosi dopo chissà quanto tempo, non facevano altro che vorticare immagini di un bacio, un bacio tra lui ed Emma. E poi un suono, l'ululato di un lupo. Un acuto straziante che gli tormentava le orecchie senza requie, senza mai interrompersi.

Un paio di volte ancora tentò, senza successo, di aprire gli occhi e riprendere totalmente coscienza di sé, ma in entrambi i casi l'esagerata luce bianca lo costrinse a tornare sui suoi passi, a rientrare nel suo incubo.

Lentamente, iniziò a rendersi conto che le sue mani sembravano non possedere più le dita e che anche i suoi piedi parevano essersi dissolti nel nulla.

In un lampo di lucidità, Graham si rese conto di ciò che probabilmente stava succedendo.

Sorrise, per lo meno nei suoi pensieri. Non era così che aveva immaginato di morire, non assiderato nel bel mezzo di un mondo totalmente bianco.

Gli sarebbe piaciuto in una sparatoria, mentre difendeva Storybrook da un qualche incallito criminale ricercato in tutto il Nord America.

Oppure difendendo la donna che amava.

Non in mezzo ai ghiacci, quello proprio no.

Ad un tratto, l'ululato del lupo si fece ancora più vicino, ancora più forte... ma la componente straziante di quel grido non esisteva più.

La belva aveva forse smesso di soffrire?

Nel momento esatto in cui lo sceriffo di Storybrook terminò di porsi quella domanda, accadde tutto.

Tutto quanto.

Uno sparo squarciò il silenzio e, colto di sorpresa, Graham riuscì finalmente ad aprire gli occhi, trovandosi a fissarne un paio terribilmente familiari.

Il lupo lo osservava, probabilmente da molto tempo, aspettando un suo risveglio.

L'iride rossa sembrava risplendere di vivo fuoco.

Fu un attimo.

Un nuovo sparo risuonò nell'aria e l'animale scomparve alla vista dell'uomo, che si sentì, all'improvviso, svuotato di ogni forza vitale.

Lasciò che i suoi occhi si richiudessero e all'improvviso si ritrovò di nuovo a Storybrook, ma in un luogo che non aveva mai visto. Semplicemente, sentiva che anche quella specie di cripta faceva parte della sua bella città.

Regina stava davanti a lui, ma pareva non vederlo.

Nella mano destra stringeva ciò che di più tremendo Graham potesse immaginare: un cuore.

Un cuore brillante di una strana luce.

Un cuore che si stava velocemente trasformando in cenere.


“E' qui!” Esclamò il giovane uomo, lasciandosi cadere in ginocchio nella neve, accanto al corpo della ragazza.

Il bel volto pallido era arrossato dal freddo e le lacrime che gli colavano sulle guance non riuscivano ad allontanarsi dal suo viso, prima di trasformarsi in minuscoli cristalli di ghiaccio.

Con movimenti frenetici e scomposti, tentò di sentire il battito carotideo della giovane.

Cazzo!” Esclamò, in italiano, sfilandosi rapidamente gli spessi guanti da sci e ripetendo l'operazione, senza ottenere migliori risultati.

“Ragazzo, non l'aiuterai congelandoti le mani. Spostati.”

Il paramedico sembrava determinato, doveva dargliene atto.

In silenzio, obbedì e, mentre l'uomo più vecchio sollevava la donna tra le braccia, tentò invano di rimettersi i guanti.

Le dita, troppo fredde, non gli obbedivano più.

Quando sollevò gli occhi, arrabbiato e spaventato, il respiro gli morì in gola.

Un lupo grigio, paratosi a poco più di un metro da lui, lo fissava, immobile e silenzioso.

Era evidentemente lo stesso animale che, poco prima, il paramedico aveva allontanato con due colpi di pistola.

Nel momento in cui l'animale mosse un ulteriore passo verso di lui, il ragazzo si ritrovò a guardarlo dritto negli occhi e, per la seconda volta in pochi minuti, si sentì mancare il terreno sotto ai piedi.

L'occhio sinistro, nero come l'inchiostro, rifletteva la sua immagine nei minimi dettagli, mentre quello destro, colore del sangue, sembrava contenere una fiamma accesa e vivissima.

“Amedeo!” La voce del paramedico lo richiamò alla realtà, costringendolo a voltarsi verso il gatto delle nevi, dove la donna era già stata deposta su una specie di piccola lettiga che l'ospedale aveva fornito loro. “Vuoi che muoia qui o la facciamo arrivare in ospedale, questa poveretta?”

Evangeline...

Senza pensare, prese a correre verso il gatto alla maggiore velocità che la neve gli consentisse.

Quando, finalmente, salì sul mezzo, sul sedile del passeggero, si concesse di guardare nuovamente verso il punto dove avevano trovato Evangeline.

Per quanto ampia fosse la distesa di neve, che si allungava fino a toccare l'orizzonte, non gli riuscì di vedere il lupo da nessuna parte.

   
 
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