Aro, Signore
dei Volturi e Sovrano dei Vampiri
Una donna percorreva con passo elegante e sicuro i corridoi
della sua casa, come una tigre del Bengala, ma non solo l’eleganza la legava
all’animale, in quanto era ugualmente pericolosa come il nobile felino, in quei
corridoi sotterranei i rumori della battaglia esterna erano ovattati, il suo
percorso la portò di fronte all’ingresso dello studiolo del marito, entrò
trovandolo seduto su un leggio dove solo una candela illuminava la stanza e
permetteva al compagno di fare le proprie letture, anche se non ne aveva
bisogno.
-Aro perché hai concesso ai fiorentini il dominio della città, sulla torre del
Palazzo dei Priori fanno sfoggio dell’arma Medicea.- Dichiarò con voce
indignata, una donna dalla pelle d’Alabastro e dagli occhi cremisi, era
irritata da quel gesto, era un’offesa all’orgoglio della casata, era come se
loro, creature superiori, si facessero usurpare la propria dimora da dei
semplici umani.
-Cara Sulpicia…- L’uomo si girò sfoggiando la sua bellezza immortale e facendo una
pausa teatrale –Non devi preoccuparti dei miei piani, dare la nostra amata
città ai De Medici è stata un scelta ponderata, nonché la migliore.- Affermò
guardando la moglie con sicurezza.
Lui non aveva bisogno di dare spiegazioni, era il sovrano di un’intera razza
che dominava segretamente il mondo e che per sua volontà manteneva nascosta
agli uomini, ma non poteva non calmare
l’agitazione dell’amata consorte.
-Caius non ha accettato di concedere così facilmente Velathri, dopo tutto è sempre stata nelle vostre mani le decisioni
della città.- Aggiunse la donna bionda, la cui chiamo dorata le incorniciava il
volto perfetto.
-E’ questo il problema?- Domandò stupito dalla dichiarazione della moglie
–Troverò qualcosa con cui distrarlo, la sete di potere di mio fratello verrà
appagata in altri modi, inoltre l’ultimo mio concittadino che ha governato la
nostra casa mi ha fortemente deluso e Giusto ha avuto la giusta fine, in più
deve capire che dopo la caduta dell’Impero Romano c’è stato il disordine, ma
ora che l’ago della bilancia ha riportato l’equilibrio è giusto che gli uomini
siano governati da uomini. -
Lei con passo leggero che non produceva rumore, per l’udito umano, abbracciò le
spalle dell’uomo, con delicatezza baciò la fredda guancia e si scusò per la
propria mancanza di fiducia.
Aro sfiorò il collo della donna, scoprendo che l’apprensione per gli eventi
recenti era sparita dopo le sue parole, sorrise compiaciuto, sapeva di aver
fatto la scelta giusta sposandola, all’epoca pensò che sarebbe stata la
compagna perfetta per l’eternità, era acuta, regale e raffinata, la consorte
ideale per un monarca e lo dimostrava anche in quel momento, indossando abiti
contemporanei, ma riuscendo a legarli con bracciali etruschi e collane romane
in maniera sopraffina.
-Dimmi la verità.- Soffiò Sulpicia all’orecchio del marito in modo sensuale –E’
quel Banchiere-Politico fiorentino che ti ha affascinato?- Domandò certa della
risposta, il marito possedeva i segreti di quasi tutti i vampiri del mondo, ma
lei teneva i segreti, le ambizioni e i desideri del vampiro più potente di
tutti.
-Mia Cara… Mi conosci perfettamente a quanto vedo, è un uomo di raffinata e
rara intelligenza, abile politico e estimatore di tutte le arti.- Elencò i
pregi del Signore di Firenze con entusiasmo
-Mi rivedo molto in lui sai!?- Aggiunse stupendo la bionda vampira.
La donna guardò perplessa il marito, il
quale sorrideva compiaciuto nel vedere l’amata in difficoltà, era il suo gioco
preferito veder la moglie ammutolita e con gli occhi spalancati per la
sorpresa, adorava quella espressione che raramente compariva sul bel volto.
-Sai lo chiamano il Magnifico, che titolo importante.- Disse lui sorridendo
ironico –Che ne pensi di “Aro il Magnifico”?-
L’uomo guardava la metà in attesa di una risposta, che stavolta lo scrutava un
po’ inorridita e divertita da quella idea.
-Io preferisco “Aro, Signore dei Volturi e Sovrano dei Vampiri”.- Rispose con la sua voce dolce e innamorata.
-Sai sempre usare le parole nel modo corretto e toccare i punti giusti, vedo
che qualcosa da me l’hai preso nei secoli.- Dichiarò contento di quel titolo
dato –C’è qualche altro problema mia Adorata?-
-Il Capitano dei fiorentini razzia la nostra città e i suoi capolavori.- Disse la
Signora di Volterra, stavolta con voce mortificata, causata dal veder trafugate
le sue amate opere, dove lei insieme a suo marito si erano dichiarati apertamente
protettori e collezionisti.
-Non ti preoccupare mia cara, la maggior parte dei nostri tesori non
supereranno la porta di Diana, però occhio umano non avrà più l’onore di
vederle… mai più.- Affermò con voce teatrale, sicuro di quello che sarebbe
stato il futuro dei suoi capolavori –Ho trovato un accordo con il Conte di
Urbino, anzi fra poco tempo dovremmo chiamarlo Duca.- Aggiunse soddisfatto, non avrebbe permesso
che degli uomini portassero via le sue opere
più importanti dalla sua città.
-Cosa succederà domani?- Chiese Sulpicia sicura che Aro non avrebbe permesso la
fine del dominio dei Volturi nella città che avevano fondato.
-Del doman non v’è certezza.- Rispose
–Ma i Volturi non lasceranno mai Volterra.-
Affermò il Signore della famiglia reale dei vampiri.
Angolo di SFS
Devo qualche spiegazione.
Arma Medicea è come veniva chiamato lo
stemma della casata.
Velathri = Volterra in Etrusco.
Giusto è Giusto Landini, ultimo cittadino di Volterra a governare la città e
eliminato facendolo cadere dalla finestra del Palazzo dei Priori (sappiamo
anche qui che c’è lo zampino di Aro).
La storia è ambientata nel 1472 quando Volterra venne sottomessa da Firenze ufficialmente.
Lorenzo il Magnifico per prendere del tutto il controllo, mandò 7000 soldati
guidati da Federico da Montefletro (Conte d’Urbino) Volterra venne saccheggiata
e distrutte le case torri (ma noi sappiamo in realtà che fine hanno fatto le
opere).
Il Conte di Montefeltro nel 1474 diventa
Duca (chissà chi ha dato una mano?).
La porta di Diana è l’arco di Diana, importate arco Etrusco.
“Del doman non v’è certezza” è l’ultimo
verso della Canzone di Bacco, dei Canti Carnascialeschi di Lorenzo de’ Medici.
Il titolo “Il Magnifico” e “Ago della Bilancia” era affibbiati a Lorenzo de’
Medici, che inoltre era un Banchiere-Politico a Firenze che governava con
abilità.
Spero di non essere stato OOC con Aro e Sulpicia.
Grazie per chi ha letto fino a qui.
SFS