Naruto conosceva bene quelle strade, quei palazzi e le case, tutti i posti
che aveva visto sin da quando era bambino. Non aveva mai badato particolarmente
ai cambiamenti della città, fossero la chiusura di un particolare negozio,
i lavori che modificavano una determinata strada.
Se lui fosse cambiato, la città se ne sarebbe forse accorta?
Lo specchio sporco e macchiato del bagno gli rimandava un’immagine distorta
di lui, dove solo gli occhi erano visibili con incredibile chiarezza. Occhi
azzurri, penetranti, spesso illuminati da uno sciocco sorriso: ma in quei
momenti, sembravano bruciare. Naruto, da bambino, aveva tentato molte volte
di capire cosa c’era di sbagliato nei suoi occhi. Sakura-chan glielo
avevo detto spesso, i tuoi occhi sono davvero strani, e lo notava anche da
come molte persone abbassavano lo sguardo, infastidite, davanti a lui.
Erano gli occhi, quelli, di chi era stato sempre solo. Di chi non aveva mai
avuto un vero amico, di chi era stato sempre e unicamente disprezzato, chi
non aveva ricevuto né affetto né comprensione.
…Quegli occhi, Naruto, non voleva vederli.
Lo specchio si infranse con un forte crash, le schegge caddero sul pavimento,
sul lavandino, si andarono a conficcare nella pelle delle mani e delle braccia.
Il sangue era scuro, tingeva e contaminava ogni cosa del suo colore, quel
rosso cupo che ti inghiottiva come un inferno freddo e senza uscita, negandoti
la possibilità di scappare.
Ma quegli occhi continuavano a fissarlo da ogni pezzo di vetro, e ogni pezzo
di vetro sembrava conficcarsi ancora più in profondità…
Eppure, sapeva di non essere il solo, a provare quel dolore.
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Per Gaara, lo specchio era qualcosa di fastidioso, da evitare
con lo sguardo
La propria immagine era già abbastanza orribile vista attraverso le pupille
di Temari e Kankuro, i loro volti infastiditi e arrabbiati, timorosi nei suoi
confronti. Bastavano quelli a ricordargli quanto fosse detestato e odiato, non
c’era sicuramente bisogno di una superficie fredda e liscia, per farglielo
capire. A fargli capire che era solo.
Eppure, lo specchio era più sincero. Di una sincerità odiosa,
bestiale. Esattamente come lui.
Lo specchio era in grado, attraverso un semplice riflesso, di dirgli tutte quelle
parole – anche le più orribili – che i suoi fratelli non
avevano il coraggio di rivolgergli. Codardi.
Si guardava, e vedeva un mostro.
Assassino. Hai ucciso nostra madre. Hai ucciso Yashamaru. Assassino.
Si guardava, e vedeva un essere detestato e allontanato da tutti.
Vattene via, non vogliamo che tu stia qui! Non capisci? Non vedi che abbiamo
paura di te? Che bisogno c’è di dirtelo, non lo ammetteremo mai.
Quindi, fai un favore a tutti: va’ via.
Si guardava…
I tuoi occhi, sono spiacevoli.
…E scopriva che era meglio non vedere.
Aveva sempre detestato la vista del proprio sangue. Eppure, la verità,
in quel momento, era stata troppo anche per lui. Un movimento fulmineo del braccio,
il pugno serrato che andava a infrangersi su quel volto tanto detestato…
E il sangue era ovunque. Sulle sua mani, sulla faccia, anche i vestiti ne erano
impregnati; cadeva a gocce sul pavimento. Lo specchio infranto. E quell’immagine
moltiplicata e ingigantita e riflessa, quegli occhi chiari e allucinati, quello
sguardo, quegli occhi su di sé, sempre su di sé, gli occhi di
tutti…
Era troppo. Decisamente troppo.
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Sasuke aveva passato molti giorni così, seduto sulle sponde
di quel laghetto, nel parco vicino scuola. Guardava con scarso interesse la
sua immagine riflessa nell’acqua, che appariva deforme e confusa, e solo
i colori e le forme erano vagamente riconoscibili fra i riflessi perlacei. Tuttavia,
non amava osservare sé stesso, neanche allo piccolo specchio che teneva
in bagno. Guardare, significava ricordare. Ricordare quegli occhi scuri, i capelli
neri, la pelle chiara…
Erano gli stessi. Gli stessi che aveva avuto ogni altro membro della sua famiglia…
Ogni altro.
Lui compreso. Lui, più di tutti gli altri.
Quando giungeva la sera, e la stanchezza intorpidiva i sensi, permettendo ai
fantasmi del passato di fare nuovamente ingresso sul presente, i suoi occhi
si confondevano, e gli sembrava di intravedere qualcosa, tra i riflessi acquatici…
Un viso troppo simile al suo che lo fissava con odio, gli occhi rossi come un
riflesso di sangue.
A volte, scrutando quell’immagine nell’acqua torbida, gli sembrava
di vedere…
Quegli stessi occhi erano stati un tempo come i suoi, affettuosi e sorridenti.
…Il volto di suo fratello, confuso con il suo.
E a quel punto lui si ridestava, comprendeva, e allora bastava un calcio rabbioso,
un sasso scagliato con forza su quel riflesso, e tutto tornava all’apparente
tranquilla normalità. Lui era Sasuke, Sasuke Uchiha, e nessun altro.
Non era colpa sua. Non era colpa sua, quello che era successo, l’ultima
notte.
Non era colpa sua se aveva perso tutto.
Non era colpa sua se quegli occhi, quelle fattezze, continuavano a tormentarlo
in sogno, o anche quando il sole splendeva alto nel cielo, non era colpa sua
se tutto andava storto, sempre e comunque. Madre, Padre, perdonatemi. Non sono
stato in grado di proteggervi.
Perché li avrebbe vendicati, e quella era l’unica ambizione che
lo teneva in piedi. Ma allora, quando avrebbe ucciso Itachi – perché
lo avrebbe fatto – a chi avrebbe dato la colpa, di essere sempre e comunque
solo?
* * *
E questa è la fine. ^_^
Arrivati a questo punto, sarebbe lecito qualcosa tipo un discorso scemo, dove
ringrazio tutti i miei fantastici lettori per la meravigliosa esperienza
che mi anno regalato, e VVTTTTTTB.
Ma vi risparmierò una cosa del genere.
Vi ringrazio, certamente, perché - diamine - se fare 'sta... roba
è stato così divertente e soddisfacente, è in un buon 50%
grazie alla meravigliosa media di 10 recensioni a capitolo, cosa che mai, e
dico mai pensavo sarebbe successa a una come me. Venale? Sì.
:3
Quindi, se adesso non faccio una cosa figa come la lista di tutti i nomi di
tutti quelli che hanno recensito, è perché sono troppo pigra (shikamaru
rulez) e perché mi dimenticherei sicuramente qualcuno, cosa assolutamente
spregevole.
Quindi ringrazio tutti, e con tutti intendo dire chi ha recensito
una volta, chi sempre, chi ha seguito questa serie da Just a Little Pain, chi
l'ha messa tra i preferiti e chi no, chi ha dato solo un occhiata veloce...
E chi ha letto senza commentare, perché è anche giusto che sia
così.
Alla prossima.
Thanks, guys.
Ja Ne, suzako.
P.S. = Oddio spero di non essere caduta sul sentimentale: comunque, per quelli
che senza drabble non vivono... Quelli di Helen
Lance sono anche migliori dei miei, leggere per credere :P