Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: shadowofthemoon    07/05/2012    3 recensioni
E' la mia personale continuazione del primo episodio della seconda stagione di Sherlock. Ho voluto immaginare ciò che non c'era stato fatto vedere nell'episodio. Ovviamente da leggere solo se si è visto l'episodio. Direi che è di genere avventuroso-romantico. Ho cercato di non tradire troppo il carattere dei personaggi ( anche se Irene forse è un po' out of character, per me giustificato dalle situazioni che la coinvolgono), ma temo di non esserci sempre riuscita.
E' sulla coppia Irene- Sherlock.
Anche i disegni presenti nei capitoli sono fatti da me.
Ovviamente questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della BBC e di Sir Arthur Conan Doyle. La mia storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Se ne stava lì, in piedi. In strada, da solo. Immobile. Non voleva tornare a casa ora. Voleva stare solo.
Nella sua testa, come sempre giravano milioni di pensieri , sensazioni e visioni, che aspettavano solo di essere collegati. Eppure oggi era diverso. Cosa cambiava dunque? Cosa lo infastidiva di tutto quello che era appena successo? Aveva vinto. Aveva vinto come sempre. Lei non era riuscita a manipolarlo come voleva, non lo aveva battuto. E allora perché non era soddisfatto? Cosa mancava stavolta? Cosa c’era che lo tormentava? Che l’avesse data in pasto ai suoi nemici, nuda, senza nessuna protezione, senza nessuna maschera? Se l’era cercata in fondo. Aveva cercato di giocarlo, l’aveva umiliato davanti a suo fratello. L’aveva fatto sembrare uno stupido,  LUI , Sherlock Holmes, uno stupido. Sherlock Holmes non si lascia manipolare da una donna. Per Sherlock Holmes non esistono nemmeno le donne. Non esistono nemmeno i sentimenti.
Non esistono? Si, forse esistono, pensò. Esistevano anche per lui. Lo sapeva. Diceva di non avere un cuore. Ne aveva fatto un vanto. Essere un sociopatico. Ah si, forse essere un vero sociopatico sarebbe stato meglio. Nessun sentimento, niente di niente. Ma i sentimenti li aveva. Li sentiva, per tante persone intorno a lui. Sentimenti d’affetto e sentimenti d’odio. Anche se non l’avrebbe mai dato a vedere. O almeno ci avrebbe provato. Aveva sentimenti per John, per Mrs. Hudson, Molly, anche per quel incapace di Lestrade, persino per Mycroft. Li aveva eccome. Sentimenti di sfumature diverse, che distingueva a malapena, ma li conosceva oramai, la maggior parte delle volte riusciva a gestirli anche se non sempre li comprendeva.
E poi c’era Lei. C’era Lei e lui qualcosa la sentiva, l’aveva sentita crescere nei mesi trascorsi. Qualcosa che era improvvisamente esploso il primo giorno che l’aveva incontrata. Un’ esplosione sorda, che l’aveva disorientato per un attimo. O forse anche per più di un attimo. Ma non capiva quello che provava, non l’aveva mai capito in tutti quei mesi, era qualcosa che non sapeva gestire, lo faceva agire in un modo che non sempre gli piaceva, e gli faceva commettere errori. Errori. E ne aveva commessi troppi di recente, e c’era sempre di mezzo Lei. In questo momento non voleva pensare a questo, non aveva voglia di mettersi a pensare a cosa provava, era noioso e irritante. Ma perché esistevano queste cose? Non sarebbe potuto nascere come una macchina perfetta? Gli sembrava di avere un difetto di fabbrica. Ma questo non era possibile.
All’improvviso capì che nonostante avesse vinto, stravinto, non sarebbe mai stato soddisfatto di quella vittoria. L’aveva umiliata, ma quel discorso, il suo attacco alla sua stupida emotività, allo svantaggio di amare, quel discorso valeva anche per lui, lo stava facendo anche a se stesso. Lei aveva giocato e aveva perso. Ma anche lui. Anche lui aveva perso. E in più l’aveva condannata a morte. Aveva fatto si che l’unica donna in grado di tenergli testa, di stimolare la sua intelligenza, l’unica che avesse mai smosso in tutta la sua vita una parte sepolta del suo essere, scomparisse per sempre. Quella donna geniale e contorta quasi come lui, persa per sempre. Mycroft l’avrebbe lasciata al suo destino? Il vero uomo di ghiaccio tra i due era lui, Sherlock lo sapeva bene. Per i suoi affari Mycroft si sarebbe venduto anche l’anima. Anche senza rendersene conto. Non poteva fidarsi di lui. Aveva deciso. Non poteva lasciare le cose come stavano.
Con questi pensieri in testa prese a camminare verso casa.
Aveva molto a cui pensare, molto da organizzare, e nessuno tranne lui poteva essere in grado di quella impresa.
Tornato a casa non trovò John. Forse aveva avuto un emergenza a lavoro. Fu sorpreso ma anche sollevato. Non aveva nessuna voglia di parlare con lui della faccenda. Di come erano finite le cose. Non ora.
Sedette in poltrona. Continuavano a scorrergli in testa ricordi di attimi condivisi con Lei. Quella sera stessa, solo poche ore prima erano stati così vicini, tanto vicini che Irene si era tradita.
E lui? Si era tradito? Era riuscito a mantenere il controllo di se stesso, ma per un attimo anche lui aveva avuto la stessa reazione chimica. Il suo cuore aveva cominciato a battere più forte, al tocco della sua mano calda sulla sua, e col suo viso così vicino. Mentre le prendeva le pulsazioni e sentiva il battito di Lei accelerare, si era reso conto che anche il proprio battito lo era. Battevano quasi all’unisono. In quel attimo era ammutolito, proprio quando La Donna gli aveva detto "Oh Mr. Holmes, se questa fosse l’ultima sera prima della fine del mondo, cenerebbe con me?”
Anche ora dopo tante ore non sapeva cosa avrebbe risposto. Le aveva detto di non avere fame. Ed era vero, non aveva mai avuto fame in vita sua. Non quel genere di fame, quella che intendeva Lei. Ma era stato facile non averla. Solitamente disprezzava le donne. Trovava quasi tutto il genere umano stupido, ma le donne se possibile lo erano ancora di più. Ma ora, da quando aveva conosciuto La Donna, non era più certo di niente. E’ questo che la rendeva così spaventosa. La più spaventosa tra le donne. LA Donna . L’unica degna di essere considerata. Era intelligente e scaltra, e aveva potere su di lui. E Lei lo amava. E di questo era certo ormai. Non solo per le pulsazioni e le pupille dilatate. Il modo in cui era crollata alla fine, era più esaurienti di mille parole. Anche perché la maggior parte delle parole che uscivano dalla sua bocca erano quasi sempre menzogne.
Rimase lì a pensare al migliaio di cose che gli rimbalzavano nella testa senza tregua, fissando il fuoco che si spegneva nel caminetto pizzicando leggermente il violino
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: shadowofthemoon