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Autore: Escapist96    07/05/2012    5 recensioni
Tuomas sogna una donna che lui conosce, una donna molto importante per lui. Una donna che al mattino gli si presenta alla porta.
E poco dopo tutti i Nightwish sono chiamati a raccolta per incontrarla.
Chi è questa donna? E perchè Anette sembra così sconvolta all'idea di conoscerla? Leggere per scoprirlo!
"Running for her life
The dark rain from her eyes still falls
Breathtaking butterfly"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anette Olzon, Quasi tutti, Tarja Turunen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kitee, casa Holopainen, mattino inoltrato
 

Il campanello suonò e la sua unica, breve nota acuta si diffuse per tutto l’edificio.
Dal piano di sopra, Tuomas lo sentì appena e si rigirò nel letto, coprendosi la testa con il cuscino e senza svegliarsi. La luce del sole entrava soffusa attraverso lo strato di nuvole che lo schermava. Ancora immerso nel sonno, Tuomas sentiva la sua stessa musica che si ripeteva all’infinito nella sua testa. Ormai ne era ossessionato, tante volte l’aveva provata e ascoltata.
 

For my dreams I hold my life
For wishes I behold my night
The truth at the end of time
losing faith makes a crime.
 
I wish for this night-time
To last for a life-time.

 
Il sogno da cui non riusciva ad uscire era confuso e nemmeno lui riusciva a capirlo. C’era un donna, una bellissima donna, che si stagliava davanti a lui, in lontananza. Il sole la colpiva alle spalle, proiettando sul terreno un’ombra allungata e scura ma lasciando coperti i suoi lineamenti. Lui sapeva chi era, ma non riusciva a ricordare. La conosceva, eppure non riusciva ad associarle alcun nome o volto. L’ombra stessa era, per lui, un ricordo inestinguibile, una prova inconfutabile dell’identità della donna. Di una donna che per lui era stata importante, una donna che nonostante tutto era ancora importante. Come un segno incancellabile dentro di lui.
E di colpo la riconobbe e seppe chi aveva davanti.
Cercò di urlare il suo nome, quel nome che aveva pronunciato centinaia di volte, ma la voce gli si fermò in gola e si svegliò di soprassalto.
Il campanello stava di nuovo suonando, le note si susseguivano ravvicinate. Tuomas stava per urlare a sua madre di andare ad aprire -dannazione, lui stava cercando di dormire!- ma si ricordò di essere solo in casa quel weekend. I suoi genitori erano partiti per una breve vacanza e gli avevano affidato la villa di famiglia.
Svogliatamente si alzò e indossò la prima maglietta che le sue mani incontrarono, cercando alla ceca nell’armadio disordinato ai piedi del letto. Si diresse verso le scale, per raggiungere l’ingresso, ma passando davanti allo specchio decise che non poteva presentarsi, a chiunque stesse così insistentemente suonando -e disturbando il suo riposo!- in quel modo.
“Arrivo tra un attimo” gridò, rivolto alla persona in attesa.
Rapidamente si sciacquò il viso e diede una sistemata ai lunghi capelli scuri che gli ricadevano -troppo- disordinati sulla schiena e sulle spalle.
Poi raggiunse di corsa la porta e la socchiuse per guardare chi fosse.
E la richiuse immediatamente. Con uno scatto.
Non era stata una sua intenzione quella di reagire in quel modo, di sbattere la porta come se avesse visto il suo peggior nemico, o un incubo divenuto realtà. Semmai un sogno. Perché la persona che lo attendeva lì fuori, separata da lui soltanto da pochi centimetri di legno bianco, era una donna. Una donna che portava un vestito dalle mille sfumature di blu, come le ali di una farfalla in volo, e con le guance rigate da lacrime scure di mascara. Ed era la donna del suo sogno.
-E’ solo un caso, Tuomas- si disse, senza crederci nemmeno lui stesso, ma riaprendo la porta lentamente, come per assicurarsi di essere sveglio.

 

Running for her life
The dark rain from her eyes still falls
Breathtaking butterfly
Chose a dark day to live

 
 
 
Kitee, casa Holopainen, pomeriggio presto

 
“Come puoi farmi questo, Tuom?”
Anette sembrava sull’orlo delle lacrime. Cercava di mantenere la voce salda, ma dentro di sé stava tremando. Non era arrabbiata, non era colpa di nessuno dopotutto. Ma non sapeva se sarebbe stata in grado si sopportare la situazione. Per lei sarebbe stato un duro colpo se quell’incontro fosse andato male. Aveva appena accettato il fatto di essere ancora la nuova cantante dei Nightwish, nonostante fossero passato ormai cinque anni da quando era entrata nella band. Il successo del tour in corso le stava dando una sicurezza che non era stata sicura di poter trovare e, proprio nei pochi giorni di vacanza che si erano concessi, avrebbe dovuto reggere a quell’incontro? Aveva paura, anche se non l’avrebbe ammesso ad alta voce.
“Non pensavo che sarebbe successo, An!” replicò il tastierista, incredibilmente calmo. “Non ho programmato nulla, lo vuoi capire? Non ti avrei mai fatto una cosa simile senza dirtelo. Non voglio vederti star male!”
Gli altri tre membri del gruppo ascoltavano e guardavano in silenzio, increduli quanto Anette per quello che stava per succedere.
“Non-sto-male!”
La voce della cantante era quasi tagliente, in un modo che non era proprio di lei. Nessuno di loro era abituato a sentirla urlare, tantomeno contro Tuomas. Ma leggevano nei suoi occhi quanto stesse male. E lei sapeva che le avrebbero perdonato quello sfogo se fosse riuscita a superare il pomeriggio. “E’ solo che non capisco come sia potuto succedere” concluse, cercando ancora di trattenersi dallo scoppiare a piangere. Non si era mai sentita così frustrata in tutta la sua vita. Impotente, quello sì. Inutile, anche quello. Ferita, arrabbiata, sola, tutto. Ma mai quello. La frustrazione era un sentimento che le stava opprimendo il petto e le toglieva quasi le parole. Le sembrava che tutto ciò che aveva detto fosse caduto nel vuoto, senza che nessuno lo avesse raccolto per capire quello che provava.
Si lasciò cadere, sfinita, sul divano accanto a Emppu, che immediatamente le circondò le spalle con un braccio in un gesto protettivo e guardò Tuomas con occhi di fuoco.
“Non potevi aspettare almeno?” gli chiese. “Non potevi almeno avvisarci prima?”
“Non ne avevo idea! Non sapevo che sarebbe arrivata!”
Il tastierista si sentiva accusato da tutti, sotto lo sguardo fisso dei compagni e le parole di Anette. Ma non era stato lui a portarla lì, era stata lei ad andare e a suonare alla sua porta.
“Dov’è adesso?”
La domanda di Marco lo colse alla sprovvista, ancora perso nei suoi pensieri. Fece cenno verso le scale. “Di sopra” rispose. “Nella stanza degli ospiti” precisò, prima che qualcuno potesse farsi strane idee.
Aspettò che Anette si riprendesse qualche minuto, che si asciugasse gli occhi e recuperasse il controllo prima di salire a chiamarla.
Nel salotto, i tre musicisti rimasti si strinsero intorno alla loro cantante, come per proteggerla, e guardarono tutti insieme verso la scale da cui sarebbe scesa.
Ed eccola lì. Meravigliosa nel suo abito blu, al fianco di Tuomas.
 

The flowers of wonder
And the hidden treasure
In the meadows of life

 
NOTE DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti! Sono contenta che stiate leggendo questa storia! Se vi è piaciuto questo primo capitolo, lasciate una recensione!
Anyway, sono una grande fan dei Nightwish, in particolare di Anette quindi per me è stato difficile rappresentarla arrabbiata o, in ogni caso, non allegra come è di suo solito. Ma mi andava di provare a scrivere su di lei in un modo diverso da quella che è la Anette che conosco…
Bhe, spero che seguirete anche i prossimi capitoli!
 
DISCLAIMER
 
I Nightwish non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro e tutti i comportamenti dei personaggi sono da me inventati. Le canzoni citate sono Sleeping sun, Cadence of her last breath e Meadows of heaven tutte dei Nightwish.
  
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