1°Capitolo: Il viaggio
… Durante tutto il
viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia
Nazim Hikmet
La brughiera sfrecciava
sotto il suo sguardo, attraverso il finestrino del treno, che correva spedito
lungo le rotaie verso la contea dello Yorkshire. Erano anni che mancava da quei
posti, ma niente era cambiato, sembrava quasi che il tempo non fosse passato
lì.
Il conte Zoro, spostò
gli occhi dal panorama e cercò una sistemazione più comoda sul sedile sul quale
era seduto, alquanto scomodo per un viaggio così lungo, senza disturbare la
bambina addormentata sulle sue gambe. Una donna, di mezza età e in sovrappeso,
seduta di fronte a lui si offrì gentilmente di tenerle per un po’ la bambina,
permettendogli così di alzarsi e sgranchirsi le gambe, ma declinò gentilmente
la cortesia, con un sorriso e un gesto della mano.
Abbassò lo sguardo sulla
bambina. Era tranquilla in quel momento, le accarezzò i setosi boccoli neri,
che le incorniciavano il visino leggermente paffuto, ma terribilmente pallido.
Le sistemò meglio l’abito nero, che la rendeva, se era possibile, ancora più
cerea. Non aveva mai indossato quel colore in tutti quegli anni, non era un
colore per una bambina, diceva la sua mamma.
Aveva soltanto sei anni, ma si era ritrovata a
vivere qualcosa di troppo grande per lei a sopportare un peso, troppo persino
per lui, figurasi per una bimba.
-
La vostra è una bambina davvero adorabile, Sir … qual è il
suo nome? – si permise di chiedere la donna di poco prima, risvegliandolo dai
suoi pensieri
-
Seiko … il suo nome è Seiko – rispose educatamente alla
domanda
-
Alquanto inusuale come nome … non è di queste parti,
giusto? – notò la signora sistemandosi il buffo cappellino poggiato sulla
complicata acconciatura
Il conte sospirò – lo ha
scelto mia moglie … è sempre stata attratta dalla cultura dei paesi del Sol
Levante, dall’oriente … avrebbe tanto voluto visitarlo
-
La state raggiungendo in brughiera, quindi? – continuò
insistentemente la donna forse stanca del silenzio che aleggiava nella loro
carrozza dall’inizio del viaggio, molte ore prima
-
Esattamente – tagliò corto il conte tornando a guardare
fuori dal finestrino, lasciando la signora molto delusa dalla brusca
interruzione
Era stanco di parlare
Zoro, non ne aveva particolarmente voglia in quell’ultimo periodo, soprattutto
se il centro del discorso era sua moglie, la sua amata e defunta moglie.
Era passato un anno
ormai, ma né lui né Seiko riuscivano a riprendersi da quell’enorme dolore, che
caratterizzava ormai la loro vita.
-
Mamma, mamma guardaci!
Papà mi sta facendo tenere le redini del cavallo … guarda come sono brava! –
trillò la bambina sollevando in aria le manine che stringevano forte le redini
-
Seiko stai attenta per
favore – disse allarmandosi
-
Tranquilla Kuina, la tengo io – disse sorridendo Zoro davanti alla
preoccupazione della moglie – cos’hai? – chiese guardandola in viso
Schioccò le redini, avvicinandosi al
cavallo del marito – nulla solo un capogiro, forse ho preso troppo sole – gli
posò un bacio sulle labbra – che ne dici di un’altra cavalcata? Una bella corsa
e poi torniamo a casa – propose Kuina iniziando ad avviarsi verso la prateria
-
Ehi così non vale … dai
Seiko dai a me le redini e raggiungiamo la mamma
Cavalcarono fino a ritrovarsi nel boschetto non molto lontano da
dove si trovavano prima.
Zoro frenò il cavallo, guardandosi
attentamente intorno – torniamo indietro, ora – sussurrò
-
Che c’è? – chiese Kuina
Prese le redini della moglie,
trottando fuori dal bosco – siamo in una tenuta di caccia e questo è periodo di
caccia … se sentono dei rumori, spareranno a vista, tutto ciò che si muove
-
Odio i cacciatori, la
caccia, i fucili … cosa ci troverete di tanto interessante in una cosa così
odiosa e terribile?
-
Non è il momento Kuina di fare questi discorsi … andiamo ora, per favore –
accelerò l’andatura, cavalcando di poco dietro la moglie, stringendo Seiko tra
le braccia – tranquilla tesoro, tra un po’ saremo a casa
Poco dopo la bambina urlò alla vista
di una volpe morta al centro del sentiero, un lago di sangue tutto intorno.
Zoro le coprì gli occhi, abbracciandola forte per calmarla e si mise in
ascolto, ormai i cacciatori erano in allerta, pronti a sparare.
Rimasero fermi per far calmare le
acque. Fece segno con la mano alla moglie di seguirlo attraverso gli alberi e
non seguendo il sentiero, almeno così si sarebbero fatti riconoscere dai
cacciatori.
Fu questione di un attimo. Lo sparo
riecheggiò per tutto il bosco per interminabili secondi, rimbombando nelle
orecchie di Zoro. La prima preoccupazione fu Seiko, ma la bambina, stava bene,
era solo ancor più spaventata di prima … KUINA!
Si voltò verso la donna, ancora a
cavallo, ma ripiegata su se stessa, la testa a ciondoloni e sangue, sangue che
colava lungo il cavallo stesso.
-
Celebriamo questa messa
di esequie …
Le parole si persero nel vento, che
sferzava da quella mattina. Era in piedi davanti a quella fossa da cui
intravedeva una tomba. Seiko al suo fianco gli stringeva la mano e guardava
fisso davanti a lei con occhi vuoti. Non aveva pianto neanche un momento da
quando sua madre era morta tra le braccia del padre, a causa della distrazione
di un giovane cacciatore che non aveva messo la sicura al suo fucile.
Zoro si era comportato allo stesso
modo, tutti gli consigliavano di sfogarsi, di piangere, ma lui era rimasto
lucido, freddo e distaccato per tutto il tempo, quasi quello che era successo
non gli riguardasse.
La celebrazione non era ancora terminata,
ma il conte prese Seiko in braccio e lasciò il cimitero sotto lo guardo
allibito dei presenti.
-
Io resterò sempre con te
Seiko, non ti lascerò mai …
L’assordante fischio del
treno lo riportò alla realtà, mantenne Seiko durante la frenata, evitando di farla
cadere rovinosamente a terra.
Le scosse delicatamente
le spalle – Seiko siamo arrivati
La bambina si stropicciò
gli occhi e si strinse al padre, intimorita dal trambusto nella carrozza.
-
Arrivederci Sir – disse la signora di mezza età avanzando
verso l’uscita
-
A lei – rispose con un leggero inchino, occupandosi poi dei
bagagli, evitando che Seiko si facesse male
La stazione era un via
vai di gente, chi per curiosità, chi per necessità, utilizzavano il treno,
quella nuova invenzione che permetteva viaggi lunghi in poco tempo.
Il fischio del treno
rimbombò nei timpani e il treno ripartì, lasciando dietro di sé una nuvola
immensa di vapore bianco.
Si guardò attorno,
doveva esserci una carrozza ad aspettarli.
Riconobbe tra tanta
gente il suo amico d’infanzia.
-
ACE! – urlò cercando di sovrastare il vociare
-
Zoro amico mio – gli andò incontro prendendogli le valige
di mano, passandole al lacchè – sono anni che non ci vediamo
-
Anche se le circostanze non sono delle migliori
Gli posò una mano sulla
spalla – vedrai che qui andrà meglio … e questa bella signorinella deve essere
Seiko – la bambina sollevò di poco gli occhi per vedere chi fosse quello strano
uomo che la stava importunando – ho una cosa per te guarda – turò fuori da una
busta, un piccolo pacchetto con un nastro blu – spero che tu sia golosa
Seppur diffidente la
bambina prese tra le mani il pacco e sfilò il nastro, mostrando un invitante
pezzo di torta al cioccolato. Zoro la fece sedere nella carrozza per mangiare
il suo dolce,mentre lui rimase qualche istante fuori
con Ace.
-
Non parla da un anno – ammise guardandola
-
Non è stato facile per lei vedere la mamma morirle davanti
agli occhi … ma stai tranquillo vedrai che le cose miglioreranno, ce la
metteremo tutta … adesso però sarà meglio andare o Nojiko andrà su tutte le
furie
Man mano che
precorrevano i sentieri verso la tenuta di Ace, il paesaggio iniziò a cambiare:
la brughiera lasciava il passo ad un bellissimo bosco. Seiko guardava fuori dal
finestrino attirata da quel che le si presentava dinanzi. Poi il bosco si
diradò lasciando spazio ad un parco e alla bellissima tenuta.
-
Guarda Seiko siamo arrivati – disse Ace prendendola sulle
sue gambe – qui potrai giocare quanto vorrai … ah c’è anche un laghetto con i
pesci e le papere …
La bambina si sentì a
disagio per quel gesto, si girò a guardare il padre che le stava sorridendo.
Forse poteva anche stare più tranquilla e ascoltare ciò che l’amico del padre
le stava dicendo.
-
Dimenticavo una cosa importante – sussurrò passando
l’entrata della villa – Nojiko è un po’ volubile in questo periodo … come dire
…
-
ACE! – il ragazzo scattò sull’attenti voltandosi – è mai
possibile che tu ci debba mettere così tanto tempo? Sei fuori da più di mezza
giornata … sono rimasta sola tutto il tempo, mi sono sentita triste
-
Per farmi perdonare – le porse un pacchetto simile a quello
di Seiko – la tua preferita … ai mandarini – sorrise vedendo Nojiko afferrare
il pacco e mangiare di gusto dimenticando
tutto quanto – Nojiko questo è Zoro, ricordi?
Zoro si chinò per
baciarle la mano – signora …
-
Ah no! Salta questi convenevoli con me, io sono Nojiko e
basta e dammi del tu … ci conosciamo da quando ero fidanzata con Ace
-
Come desideri … lei è mia figlia Seiko … ci dispiace per il
disturbo, avrai già i tuoi impegni – indicò il pancione sotto l’abito
Nojiko scosse la testa –
per me è un piacere … anzi siete capitati nel periodo più migliore, perché tra
qualche settimana ci sarà il ballo di fine estate che organizziamo ogni anno
qui, prima di tornare in città, a Londra! Vedrai ci sarà da divertirsi … ora se
mi vorrai scusare porto Seiko a scegliere la sua stanza
Nonostante la
diffidenza, spinta dal padre, Seiko prese Nojiko per mano e salì al piano
superiore.
-
Ti ringrazio ancora Ace,
grazie
-
Smettila di ringraziarmi … speriamo solo che tutto questo
faccia bene a tua figlia
-
Credo proprio che tu ti sia rammollito, mio caro Ace da
quando tua moglie aspetta un bambino – cercò di sdrammatizzare cambiando
discorso
-
Non hai tutti i torti – disse ridendo – avanti vieni ti
mostro la tua stanza …
Angolo di quella depravata di Tsuki:
Che ci faccio qui? Non lo so neanche io,
non bazzico da queste parti da tempi immemori!
Perché ho pubblicato? Perché la donna me lo
ha chiesto e io ho scavato nelle mie cartelle riesumando questa fic, che non ricordavo neanche di aver scritto … quindi non
prendetela troppo sul serio e fatevi anche quattro risate mentre la leggete,
seppur è una fic seria per dire
E no la Tsuki non
è tornata se ve lo state chiedendo, è bloccata nel cavolo del blocco dello
scrittore, scrittore vabbè -.-