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Autore: Rota    08/05/2012    2 recensioni
[Kuroko no Basket - KasamatsuKise]
Yukio, dopo che l'ennesimo crogiolo di ragazze urlanti aveva invaso il bordo campo per strillare all'indirizzo di quello stupido di Ryota, aveva imposto loro uno spazio ancora più ridotto – gli spalti, come per tutte le altre persone normali – dove poter sbandierare la propria incredibile devozione alla beltà del giocatore, rivelando con un simile atteggiamento una personalità assai poco propensa alla pazienza e sicuramente abbastanza seria da catalogare gli schiamazzi come possibile fonte di disturbo per i propri allenamenti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oh capitano, mio capitano'
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*Autore: margherota
*Titolo: Oh capitano, mio capitano
*Capitolo: Attenzioni
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio
*Generi: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Flash fic
*Rating: Giallo
*Prompt: Kuroko no Basket, KasamatsuKise, Monopolizzare l'attenzione altrui
*Dedica: A quell'altra santa donna che è la Danna, a cui piace questa coppia (L)
*Note: Il titolo di questa raccolta è una citazione da una poesia di Walt Whitman, giusto per mettere i dovuti credits. Leggetela in senso ironico, come uno sproloquio assolutamente stupido di Kise ai danni di Yukio - a me parrebbe davvero in grado di fare una cosa del genere, mi ha sempre fatto questa impressione XD
E niente, e solo una piccola serie sulla coppia :D



Yukio, dopo che l'ennesimo crogiolo di ragazze urlanti aveva invaso il bordo campo per strillare all'indirizzo di quello stupido di Ryota, aveva imposto loro uno spazio ancora più ridotto – gli spalti, come per tutte le altre persone normali – dove poter sbandierare la propria incredibile devozione alla beltà del giocatore, rivelando con un simile atteggiamento una personalità assai poco propensa alla pazienza e sicuramente abbastanza seria da catalogare gli schiamazzi come possibile fonte di disturbo per i propri allenamenti.
Kise si era lamentato, dicendogli personalmente come in realtà le ragazze avessero sofferto per la lontananza che Yukio voleva imporre loro, che da così in alto era difficile per loro riuscire a guardarlo con attenzione e dimostrargli il dovuto affetto. Si era lagnato parecchio e aveva persino addotto la scusa che ogni modello che si rispettava doveva mantenere un rapporto col proprio pubblico più che buono, altrimenti sarebbe rientrato nella categoria di sfigati che tutti gli esseri mortali a parte lui occupavano.
Ovviamente Kasamatsu lo picchiò, ovviamente Kasamatsu lo fece con abbastanza forza da farlo rotolare per terra per un paio di metri, mettendo nel proprio calcio tutta l'irritazione che in diciassette anni di vita era riuscito ad accumulare – solo per lui, esatto.
Gli aveva persino urlato contro, senza badare a chi gli stava attorno o cose di quel genere.
-Se ci tieni tanto a monopolizzare l'attenzione, posso pensarci io senza che tu debba chiedere aiuto ad altri!-
Kise aveva piagnucolato e si era lamentato ancora, trattenendosi dal continuare troppo prima di ricevere un altro colpo in pieno viso.
Anche perché, dopo quella dichiarazione, aveva parzialmente ottenuto ciò che desiderava. E per quanto fossero belli i complimenti di quelle ragazze festanti, gli elogi delle sue fans accanite, la fedeltà di certe persone nell'adorarlo, niente era meglio dello sguardo truce del suo unico e solo capitano che, con schietta e fin troppo brutale verità, gli era sempre stato devoto e legato
   
 
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