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Autore: Cristie    08/05/2012    1 recensioni
One shot scritta per il gruppo fb " The Gleeky Cauldron" sul prompt " Fantasy!AU":
Kurt è un sorvegliante di sogni, ogni notte deve controllare i sogni delle persone che ha sulla lista. Finchè una notte non si imbatte in Blaine e nei suoi sogni. Per Kurt è un percorso alla scoperta di un sentimento che nessun sorvegliante dovrebbe provare : l' amore.
Un viaggio fantastico di Kurt alla scoperta dei sogni di Blaine.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Questa Os è stata scritta per il gruppo facebook " The Gleeky Cauldron" con il prompt " Fantasy!AU"

Quello che ne è uscito fuori è questo, cioè una specie di Klaine prima della Klaine.
In questa storia Kurt è un sorvegliante di sogni, il cui solo scopo è vegliare i sogni umani, almeno fino a quando non si imbatte in Blaine...
Per il resto vi auguro un buona lettura





Sono nel tuo sogno.




Kurt correva di qua e di là.
Non faceva altro che passare da una porta a l’altra.
Doveva controllare che tutto si svolgesse perfettamente, il suo era tutto un correre, correre e correre.
Ogni notte era sempre la stessa cosa, percorreva il lungo corridoio pieno di porte numerate  sia a destra che a sinistra. Ed armato della sua lista ed una penna si fermava davanti ad una porta ed entrava.
Ed il suo lavoro cominciava. Quello di sorvegliante dei sogni.
Ogni porta era una camera da letto diversa. Ogni soglia che attraversava era un mondo assolutamente unico e personale. Mondi fantastici, bei ricordi rimasti nella memoria del sognatore, scelte che non erano state mai compiute. Tutti angoli personali in cui Kurt si muoveva con meraviglia e rispetto.
Ma non erano sempre bei sogni.
Kurt diede uno sguardo al numero della prossima porta da aprire.

 

“Porta n. 024 -Penelope Mary Smith – Incubo ricorrente”

 

Kurt fece un sospiro, non era la prima volta che attraversava quella porta.
Ogni volta faceva male al cuore che non aveva.

 

“ Grida, e urla di dolore.
-  Mi dispiace!!! Ti prego non lo farò più ma non farmi del male!-
Penny era a terra sul pavimento della cucina, con le mani davanti al volto, che tentava di parare i colpi del’uomo in piedi davanti a lei, con un bastone in mano.
- Chi ti ha detto di spegnere il televisore! Per colpa tua non saprò come è finita la partita!-
Ed il bastone calò.”

 
 

Kurt depennò il nome di Penelope immediatamente, ed uscì da quell’incubo in tutta fretta. Odiava gli incubi, erano i sogni più spaventosi che gli umani potessero generare nelle proprie menti. Percepire il dolore che essi provocavano era un’esperienza devastante. Se solo avesse potuto, Kurt avrebbe fatto fare solo bei sogni agli umani. Ma non poteva fare nulla.
Non era il suo compito.
Lui esisteva solo per controllare i mondi inconsci che prendevano vita durante il sonno e niente altro.
Non esistevano domande. Perché sono qui? Perché devo fare questo?.
Lui si limitava a ridere e gioire nei sogni allegri e spensierati, e a dispiacersi per coloro che vivevano esperienze così dure da trascinarsele nei sogni.
Senza mai stufarsi, ogni notte vedeva tantissimi sogni diversissimi. I punti cardine come Penelope erano veramente pochissimi.

 
 
E poi la lista per quella notte terminava, ed allora Kurt ripercorreva il corridoio a l’indietro. Guardava l’elenco dei nomi depennati. Quella sera era una bella notte. Aveva dovuto assistere solo ad un paio si incubi.
Le porte numerate in ordine decrescente, sfilavano in una cadenza veloce.
Di tanto e intanto poteva avvertire dei rumori uscire da alcune porte del corridoio. Capitava di tanto e intanto con sogni particolarmente intensi.
Fino a quando non passo distrattamente accanto alla camera n 1987.

 

Let's go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we'll be young forever 

 
 
 

Una voce, una limpida e potente voce stava cantando con così tanto entusiasmo da costringere Kurt a fermarsi ad ascoltare .
Sapeva di dover andare via, eppure più sentiva quella voce…e più gli era impossibile staccarsi da quella porta.
Una forza lo stava spingendo a fare qualcosa che sapeva di non dover fare..Come la chiamavano gli umani? Ah sì. Curiosità.
Non si aprivano porte che non erano sulla lista. Questa era la regola. E Kurt lo sapeva.
Ma quella voce…
Doveva appartenere a qualcuno, e mai una volta nell’eternità che comprendeva la sua esistenza, Kurt non aveva mai infranto una regola in maniera così consapevole.
 
Girò la maniglia ed aprì la porta.

 
 

Capì immediatamente di trovarsi in una grande sala. Un punto di ritrovo comune a giudicare dal numero dei presenti tutti ragazzi, una quarantina più o meno tra chi era seduto a terra, su una sedia oppure in piedi.
Dalla posizione in cui era, stavano dando tutti le spalle a Kurt, che grazie alla sua natura poteva muoversi in tutta tranquillità senza essere visto.
Superò quindi un muro di ragazzi disposti a semi cerchio.
Dandosi un’occhiata intorno notò che l’abbigliamento dei ragazzi era uguale per tutti.
Una scuola.
Poi il sorvegliante dei sogni guardò davanti a sé.
Un gruppo di ragazzi se ne stava al centro,  cantando e muovendosi in una armonia perfetta.
Ma una voce sovrastava le altre.
Era quella che l’aveva condotto lì, ed apparteneva al ragazzo che capeggiava il gruppo.
Si muoveva con sicurezza durante tutta la canzone, seguito dagli altri.
Kurt non sapeva quali fossero i canoni di bellezza degli umani, il ragazzo, il sognatore aveva capelli scuri e leggermente ondulati e sembrava sprizzare energia da tutti i pori. Fatto sta che furono i suoi magnetici occhi verdi misti a qualche altra tonalità ad attirare la sua attenzione.
Ma c’era qualcosa che stonava, come se a quel ragazzo mancasse qualcosa…”

 

 
- Una bella esibizione non trovi? -
Quella domanda fu sufficiente a sbalzarlo fuori dal sogno, ritrovandosi nuovamente nel lungo corridoio. Si girò con rammarico verso la voce che l’aveva deconcentrato. – Amelia –
Pronunciò quel nome con tono di chi l’aveva fatta grossa. Amelia era il suo diretto superiore, non poteva capitare di meglio, tanto che Kurt cominciò a chiedersi quale sarebbe stata la sua punizione…
- Si chiama Blaine -
- Come..? –
- Il sognatore – rispose lei con tono ovvio. – È un punto cardine della mia lista –
- Amelia mi dispiace veramente tanto…io..- una risata lo interruppe. – Non preoccuparti Kurt, sarà il nostro piccolo segreto…-  il tono di Amelia si abbassò di colpo – Sei stato fortunato, sei capitato in un sogno della sua adolescenza –
E Kurt annuì, per loro il tempo non aveva alcuna rilevanza, se si parlava di punti cardine.  Ogni sorvegliante avrebbe visto ciò che il sognatore creava durante tutto l’arco della sua esistenza. Molte volte infatti Kurt aveva visitato i sogni d’infanzia di una  Penelope di quattro anni, oppure si una di ottanta.
- Peccato ..- si lasciò sfuggire Amelia con tono amaro.
- Era come se gli mancasse qualcosa…- disse Kurt e la sua superiore annui.
- Blaine ha cercato per tutta la sua vita quel qualcosa che lo completasse, ma lui come molti altri umani non è stato cosi fortunato –
Kurt stette un attimo a guardarla, soppesando le frasi che aveva sentito. Per poi scoccarle uno sguardo interrogativo. Che fece sfuggire alla sorvegliante, uno sbuffo divertito – Hai ancora molto da imparare sugli umani Kurt! – lo canzonò. Per poi fargli  - Seguimi – e nuovamente aprì la porta.
Il buio li accolse.
Non era assolutamente un sogno, ma la realtà umana. Nel mondo umano.
In una camera da letto per la precisione.
- Non può ne vederci o sentirci – si affrettò a rassicurare Amelia, per poi avanzare sicura nella camera. Con Kurt che la seguiva circospetto.
Sul letto adagiato, vi era un uomo dormiente, in età abbastanza avanzata.
Ci mise qualche secondo la lo riconobbe. Era Blaine, lo stesso uomo di cui aveva appena visto la versione più giovane, nel sogno.
Respirava lentamente, ed aveva un’espressione un po’ corrucciata.
- Noti qualcosa Kurt? – Amelia interruppe i suoi pensieri, diede un’occhiata meglio in giro. Per esseri come loro il buio non era di alcuno ostacolo. Giorno e notte non faceva differenza alcuna.
E così capì, la camera era spoglia di tutto quello che poteva riguardare l’affettività. Non c’erano foto di nessun genere, ed il letto matrimoniale su cui Blaine stava dormendo sembrava troppo grande per una persona sola.
- Gli umani sono creature straordinarie, hanno il dono di provare così tanti sentimenti…peccato che siano incompleti-
- Incompleti? –
- Loro la chiamano Anima Gemella ed è quella persona verso la quale proviamo il sentimento più importante di tutti. L’amore. –
Kurt notò che Amelia aveva incluso anche loro nel suo ragionamento, per sembrò un dettaglio trascurabile. – Lui..sembra così…così solo..-
- Gli umani molto spesso sono ciechi, e non si rendono conto, quando la loro anima gemella gli passa accanto. Così continuano a cercare, ma alla fine perdono la speranza. Anche lui ha smesso di cercare…ed è rimasto solo -
Kurt non domandò altro.

 
 
 
 
Per un sorvegliante il tempo è impossibile da quantificare, tuttavia Kurt fece un tentativo.
Cominciò a contare le volte che terminava la sua lista, per poi dirigersi alla camera n. 1987.
Amelia gli aveva detto di andarci ogni volta che ne avesse avuto bisogno.
Ancora una volta la sorvegliante aveva indovinato il suo stato d’animo, perché Kurt sentiva il bisogno di vedere Blaine.
In qualunque sogno ed incubo. Lo vide quando era un piccolo e paffuto bambino ridere contento su l’altalena. Lo vide quando in una composta cena di famiglia confessò, che a lui non piacevano le ragazze. E continuò ad osservarlo fino a quando il suo viso non perse i tratti adolescenziali e diventare un adulto.
Ma i suoi sogni a lungo andare diventavano sempre più infelici e pieni di solitudine.
Tutto questo non era giusto.
Kurt aveva completato la sua lista per la ottantesima volta, quando vedendo l’ennesimo sogno di Blaine si ritrovò a piangere.
- Kurt che succede? -  Amelia apparve improvvisamente nel sogno.
- Perché …deve essere così solo! Se potessi…se solo – si ritrovò a singhiozzare il povero Kurt in preda ad un sentimento mai provato.
La verità era che non poteva accettare che Blaine vivesse la sua vita in solitudine, e ciò che non era riuscito a dire ad alta voce, era che se solo avesse potuto, sarebbe stato lui l’anima gemella di Blaine. Se solo fosse stato possibile.
- Lo ami Kurt? – a quella domanda il sorvegliante smise di singhiozzare. – Cosa..? -
- Kurt rispondimi, sei innamorato ti lui? –
Il suddetto non sapeva cosa rispondere, cosa voleva dire essere innamorati? Loro non erano umani, non potevano provare emozioni. Kurt non avrebbe dovuto neanche piangere!
Stava per rispondere che non ne era innamorato.
Stava per dirlo, ma poi gli apparve il volto sorridente di Blaine . Forse era solo una sua impressione ma era come se stesse sorridendo a lui.
E allora si decise a risponderle -  Si …Amelia, non so come possa essere possibile…ma ne sono innamorato –
Sentite quella parole la sorvegliante  sorrise-Vieni con me-

 
 
 
- Sbrigati! Dobbiamo muoverci prima se ci scoprano! -  gli urlò lei, mentre ripercorrevano il lungo corridoio di corsa.
- Amelia ferma! Dove stai andando! – ed intanto continuarono a percorrere il lungo corridoio.  Kurt non si era mai spinto così in profondità, ma più andava avanti più si rendeva conto di una cosa…le porte diminuivano a vista d’occhio.
Fino ad arrivare al punto che in entrambi i lati non vi era altro che pareti.
Continuarono ad avanzare.
Per poi arrivare davanti ad una porta bianca.
- Devi andare Kurt -
- Ma questa porta …? –
- Ti condurrà nel mondo umano, verrai messo al mondo –
- Messo ..al mondo? –
Amelia prese un bel respiro, se avesse potuto si sarebbe dilungata in una spiegazione dettagliata su quello che stava per accadergli. Ma non si poteva. Per cui, fece con fare spiccio.
- Kurt ascoltami, l’unico modo per essere al fianco di Blaine è quello di diventare umano. Oltrepassa quella porta e nascerai, e verrai cresciuto da una famiglia, e potrai essere al fianco di Blaine -
Kurt non assimilò subito le quelle parole, ma poi gli sorrise – Grazie –
- Non ringraziarmi, non ti ho ancora detto tutto. Dovrai rinunciare per sempre alla tua natura e ai tuoi ricordi -
- Come farò ad andare da Blaine se non mi ricorderò più di lui? –
- Ci penserò io. Nascerai nella sua stessa linea temporale, farò in modo che tu lo incontra. Te lo prometto.  Devi fidarti di me Kurt. Devi andare. ORA!!!! -  e lui fece come Amelia gli aveva detto. Aprì la porta bianca e venne investito da un fascio di luce bianca, e mentre stava per fare il suo primo passo verso il mondo degli umani rivolse una preghiera silenziosa a quel umano che gli aveva stravolto l’esistenza.

 

“ Aspettami Blaine. Aspettami”

 

***

 
 

Kurt Elizabeth Hummel, sapeva che stava facendo una cavolata.
Una mega e colossale cavolata. Tutto per colpa di Puck.
Così eccolo lì a scendere la lussuosa scalinata della Dalton. Un’accademia rivale che trasudava ricchezza e lusso da ogni dove.
Kurt si sistemò meglio gli occhiali da sole, e nel mentre diede un’occhiata alla divisa degli studenti.
Aveva rovistato il suo intero guardaroba per trovare un abbigliamento che richiamasse la loro divisa, sperò con un sospiro di non essere troppo appariscente.
Era venuto a spiare gli Usignoli, i loro prossimi avversari.
Se solo avesse saputo dove fosse la loro aula prove. Non aveva altra scelta doveva assolutamente chiedere informazioni a qualcuno.
Si tolse gli occhiali, e nel medesimo istante un ragazzo sfrecciò accanto a lui scendendo.
- Scusami! …-provò ad attirare la sua attenzione, infatti il ragazzo si voltò. Due pozze verdi misti a qualche altra tonalità si posarono su di lui. Tanto che fu un po’ difficile continuare la parte della spia. -…Posso farti una domanda? Sono nuovo qui…-
- Piacere Blaine – il ragazzo, anzi Blaine gli offrì la mano sorridente.
- Kurt..cos’è tutta questa confusione? – chiese la spia indicando l’euforia generale.
- Gli Usignoli. Ogni tanto organizzano un’esibizione in aula magna. La scuola va in tilt per ascoltarli-
Kurt gli scoccò un’occhiata perplessa – Vuoi dire che il Glee Club è popolare qui? –
- Gli Usignoli sono come rock star! -  ma a l’alzata di sopracciglia di Kurt, volle dimostrarglielo – Seguimi, conosco una scorciatoia –
E Blaine trascinò per mano il misterioso sconosciuto come se fosse la cosa più semplice del mondo.

 
 
 

- Mi sento un pinguino a l’Equatore – borbottò Kurt sistemandosi meglio la tracolla in spalla.
- La prossima volta ricordati la giacca novellino, e sarai uno di noi – fece Blaine dopo avergli sistemato il colletto e aver adagiato la sua borsa – Ora se vuoi scusarmi ..-
E si diresse verso gli altri ragazzi al centro della sala .

 

Before you met me, I was a wreck but things
Were kinda heavy, you brought me to life
Now every February, you’ll be my 
valentine, valentine


 
 

Un senso di profonda nostalgia aveva fatto perdere un paio di battiti al cuore di Kurt, non solo per la canzone. Ma aveva la stranissima sensazione di famigliarità…come se avesse già vissuto quella situazione in un’altra vita.
 
 
Ma qualsiasi altra bizzarra considerazione scomparve dalla mente di Kurt, quando si accorse che Blaine non staccava gli occhi da lui durante tutta l’esibizione. Quegli occhi verdi che avevano fatto battere il cuore di Kurt come mai accaduto nella sua vita.
 
E finalmente la storia di Kurt e Blaine ebbe inizio.

   
 
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