Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: Anime fanatic    08/05/2012    4 recensioni
La storia di Vegeta, da quando è arrivato sulla Terra:) In modo personale ho immaginato come abbia trascorso il suo tempo, e come sia nato l'amore tra lui e Bulma... Spero vi piaccia:) Buona lettura
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Routine, ormai. Svegliarsi, lavarsi il viso, cambiarsi, prendere un boccone, e andare nella stanza della Gravity Room. Tornarci poi dopo un lauto pranzo, e calata la sera, tornare a casa, farsi una bella doccia, cenare, e riposare, per poi ricominciare tutto. Era questo il programma che Vegeta stava cominciando a seguire con sempre più assiduità e precisione, e se necessario, sgarrava solo qualche volta, per allenarsi anche di notte. Perché non faceva altro, si allenava e basta. Un vero Sayan non ha bisogno di altro, anzi, è abituato a sfide più pesanti e ardue, a situazioni di fronte alle quali qualsiasi altro abitante dell’universo indietreggerebbe. E per lui, che era addirittura il Principe dei Sayan, si trattava di una sfida che non faceva che incrementare la sua voglia di rivalsa, nei confronti di chi, in passato, lo aveva trattato come un qualsiasi servetto. C’è in gioco l’orgoglio.
Non si fermava a parlare con coloro che lo stavano ospitando, ne gli passava minimamente per la mente di ricambiare in qualche modo la cortesia che la famiglia Brief gli stava offrendo, dandogli vitto e alloggio. Aveva un obbiettivo, e dedicava mente e corpo a quello.
Una sera, non riuscendo a prendere sonno, decise di impiegare il suo tempo in modo costruttivo e si diresse nella Gravity Room. Li fece un ulteriore sessione di allenamenti sempre più disumani, fino a quando ritenne di essere troppo stanco per continuare. Così uscì, ormai a notte inoltrata, e si diresse verso l’entrata della casa, ma sulla porta vide una scena che lo scompose: Bulma e Yamcha stavano discutendo animatamente. Lei aveva un abitino strettissimo e corto abbastanza da far cadere gli occhi di Vegeta sulle candide e lunghe gambe di lei. Ma le loro parole attirarono la sua attenzione:
-Si può sapere che cosa ho fatto?? Perché sei così acida con me??-
-Perché non cambi mai, Yamcha. Mai! E io comincio ad averne abbastanza dei tuoi modi!-
-Ma che significa?? Guarda che sei tu che dai i numeri !-
-Ma come ti permetti a parlarmi con questo tono! –
-Senti Bulma, io sono stanco, non ce la faccio più a sopportarti! Perciò me ne vado a dormire! Tu…. Be’ spero che il sonno ti faccia passare l’acidità di stomaco, perché un'altra serata come questa non me la fai passare!- e se ne andò seccato come non mai. Alle sue spalle, Bulma gli rispondeva con una linguaccia e aspettò di vederlo lontano per poi rientrare. Vegeta, allora vide che la strada era sgombra, e si avviò a entrare in casa anche lui, ma si accorse che la ragazza si era bloccata davanti alla porta di casa sua, piena di rabbia. Stringeva i pugni, e la collera sembrava pervaderla per intero. Vegeta si sentiva stranamente fuori luogo, e non sapeva bene cosa fare. Ma il suo stupore crebbe ancora di più quando vide che Bulma stava singhiozzando. Quella ragazza, che con lui si comportava con naturale sfrontatezza, che lo rimproverava e lo sgridava per il disordine della sua stanza, che sminuiva la sua posizione, era di fronte a lui, in lacrime, che si stringeva in se. Vegeta, non capiva: in un'altra situazione, l’avrebbe sgridata dicendogli che le sue stupide lacrime lo infastidivano, ma… In quel momento si sentiva immobile, non sapeva bene come agire. Fino a quando lei non si accorse che dietro di lei c’era qualcuno. Si voltò di scatto, e lo vide: gli occhi di lei erano diventati rossi, e il trucco cominciava a colarle sul viso. Vegeta rimase sorpreso, non l’aveva mai vista così. Fragile. Lei lo guardava con sguardo iracondo, senza dire nulla. Lui però leggeva nei suoi occhi che si sentiva umiliata. Rimasero in silenzio, guardandosi negli occhi, come mai avevano fatto. Fino a quando lei si tolse le scarpe col tacco, si asciugò le lacrime, ed entrò in casa, lasciando il Sayan sempre più privo di parole.
 
Le bloccò un braccio.
 
Bulma si girò a guardarlo: - Ma che fai? Lasciami andare!-
-Che cosa è successo?-
-Non è affar tuo, lasciami ora!-
-Non lascio proprio niente, se non mi dici che cosa è successo! Per quale motivo stavate litigando voi due??-
-Tu… ci hai visti?-
-Si anche se non volevo! Ma ora voglio che tu mi dica cosa diavolo ti ha fatto quel tizio!-
Bulma non ci vide più – Lui non mi ha fatto proprio niente. E comunque non andrò certo a raccontare i miei fatti al primo bestione alieno che me lo chiede!- Riuscì così a liberarsi il braccio e si diresse verso la sua stanza, con passo veloce. Vegeta rimase impalato. Non sapeva davvero che fare. Se fosse stato qualcun altro, lo avrebbe rincorso e gliele avrebbe cantate a dovere, ma con Bulma non ci stava riuscendo. Ormai era rimasto solo. Non avendo più nulla da fare, tornò nella sua stanza.
 
 
 
 
Il sole era alto, e quando vide che si era svegliato più tardi del solito, accelerò il passo e si preparò velocemente all’allenamento. Dopo essersi vestito, andò in cucina, e lì vide Bulma e sua madre: la prima stava seduta con le gambe piegate sulla sedia, mentre faceva colazione e leggeva il giornale sul tavolo, la seconda preparava del caffè. Vegeta la vide serena e tranquilla, come sempre. Come se non fosse successo nulla. Parve perplesso, ma si era reso conto che la sera prima si era fatto prendere di sorpresa, e non si era mostrato burbero come suo solito, perciò era deciso a non interessarsi minimamente a Bulma e ai suoi problemi; anche se curioso, lo era davvero. Così, voltando lo sguardo da un'altra parte si avvicinò al tavolo, ma non si accorse di una rivista per terra, e inciampò su di essa, cadendo rovinosamente sulla faccia. Le due donne, vedendolo, non poterono che cominciare a ridere divertite, e a sghignazzare. Vegeta era furibondo: si alzò, e senza dire nulla, lanciò a entrambe un occhiataccia omicida, alche le due ammutolirono di colpo. Allora lui si servì silenziosamente e cominciò a fare colazione. La signora Brief gli si avvicinò con una tazza di caffè : - Tieni caro, la tua tazza! – accompagnò il gesto, tutta sorridente e spensierata come suo solito. Lui non disse nulla, semplicemente ne bevve un sorso. Da quando era arrivato sulla Terra, di una cosa si era innamorato: il caffè! Gli piaceva tantissimo, amaro ovviamente. E la dolce donnina glielo faceva trovare ogni mattina.
Mentre i due mangiavano silenziosamente, la signora si allontanò. I due non si dicevano nulla, ne si guardavano. L’unico suono udibile era quello delle posate.
-Mi dispiace per ieri-
Vegeta si ridestò. Non rispose, ne si volse verso lei. Ma Bulma non voleva la sua completa concentrazione, era come se stesse facendo un monologo, come se parlasse con se stessa. Senza aspettare un cenno del Sayan, lei continuò:
-Mi sono comportata irrispettosamente con te. Ero nervosa e non mi sono controllata. Ma non è un giustificazione al mio comportamento, soprattutto dopo che tu mi stavi solo chiedendo che avev…-
-Guarda che a me non importa proprio niente di quello che fai- la interruppe lui. –Per quanto mi riguarda puoi anche farti ammazzare da quel tipo, non mi interessa nulla-.
-E allora perché volevi sapere il motivo del nostro litigio?- chiese. Vegeta parve in difficoltà, ma non lasciò trasparire nulla.
-Perché… volevo sapere se ti aveva fatto violenza-
-Perché hai pensato una cosa del genere?-
-Non lo so, avevi il viso stravolto… e queste cose non le sopporto- bevve un sorso del suo caffè.
-…Intendi la violenza sulle donne?-
-Si-
Rimase a pensarci su.
-Credevo non facessi distinzione: come mai questo rispetto per le donne?-
-Mi hanno insegnato ad averne rispetto… E’ da vigliacchi approfittare dell’inferiorità di forza fisica di una donna, tutto qui-
-Strana concezione del rispetto, visto che a parlare è uno sterminatore alieno- sottolineò lei.
Vegeta non rispose. Ci fu una pausa. Poi:
-Non mi ha fatto nulla, abbiamo litigato solo verbalmente-.
-Ti ripeto, non è affar mio-
Ma lei non se ne curò,
-Anzi, col senno di poi mi rendo conto che il litigio l’ho provocato io…- stette un po’ per le sue. Vegeta la osservava giocherellare con la tazza di tè. “‘Che dita sottili ha..”
-Il fatto è che… comincio a credere che  Yamcha non può darmi ciò che voglio-.
Lui la osservò, e cercava di capire cosa le stesse dicendo, o cosa stesse dicendo a se stessa, ma non gli era chiaro. Stava per chiedere che cosa volesse lei, ma si trattenne. Lei allora volse gli occhi verso i suoi.
-Chissà poi cos’è che voglio!- e sorrise. Quei grandi occhi azzurri, che poche ore prime erano zuppi di lacrime, ora candidamente lo fissavano, senza riserve, senza bugie. Con semplicità e naturalezza, lo osservavano. E lui si sentì pervaso da uno strano calore. Rimase colpito, e si sentì strano. Mai aveva visto occhi come quelli, così lucidi e dolci. “Bella”.
Non disse nulla. Ma Bulma non si aspettava alcuna risposta. Così bevve il tè rimanente, si alzò, e concluse:
-Bene, e ora a lavoro!- Vegeta continuava a fissarla...- Embè? Che fai ancora li?? Sbrigati e vatti ad allenare, sennò non diventare mai un Super Sayan!!- e si allontanò.
- Come… Come osi??? Guarda che non ho certo bisogno delle tue inutili chiacchiere!! Non sei nessuno per darmi ordini!!- ma Bulma era già troppo lontana, per sentirlo.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Anime fanatic