Dear mum
Cara mamma,
non cerco nemmeno di trattenere le lacrime. Neanche a provarci, loro sono già scese. Ti scrivo questa lettera con la speranza di riuscire a finirla, imbustarla e spedirtela. In un cassetto ne ho a centinaia, iniziate, ma non finite. Sono una codarda, proprio come mi avevi detto tu, mentre stavo scappando da casa mia, da te, da papà, da mio fratello, con il cuore infranto, con i sogni chiusi in una cassaforte e con un futuro che si stava mostrando a me sempre più bastardo.
O almeno così credevo allora.
Quello che più mi faceva arrabbiare era non potermi vivere la vita, non poter tornare a casa la sera tardi, magari mezza sbronza, non potermi alzare con il piatto già pronto a tavola.
Ora, a distanza di quasi sei anni, posso capirti, mammina.
Avrei voluto che ci fossi tu a tenermi la mano, mentre stavo partorendo. Avrei voluto che ci fossi tu a insegnarmi quale fosse la temperatura giusta del latte. Avrei voluto che ci fossi tu, da brava nonna, a preparare a Beatrice le prime pappine.
Hai visto, mamma? Hai visto che porta il tuo nome?
La prossima settimana Beba compirà sei anni e fra quindici giorni sarà il suo primo giorno di scuola. Mamma, vorrei che tu venissi qui. Vorrei che tu fossi presente a due dei più importanti giorni della crescita di mia figlia, la tua nipotina.
Ti voglio bene, anche se non sono mai stata capace di dimostrartelo.
Il tuo scricciolo.
Parole colorate è il "mio" gruppo su Facebook. Qui è stato indetto un contest "La Mamma. - Contest". Questa piccola flashfic non è proprio partecipante, in quanto l'autrice di essa è anche l'organizzatrice del contest. Diciamo che è solo una piccola cosa di inaugurazione, ecco.
Lia.