Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: timscrivello    08/05/2012    0 recensioni
Daniele Diaz è un poliziotto che ha sempre desiderato una vita facile, casi semplici e un percorso in cui il traguardo è una pensione presa facilmente. Ma arriva il caso della sua vita. Una corsa contro il tempo, una maledizione, e un serial killer.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aveva cominciato a tracannare la terza birra quando si rese conto che erano solo le quattro e trenta.
Prese il cellulare dalla tasca sinistra dei suoi pantaloni e con molta difficoltà tolse il blocco tasti.
Nessun messaggio.
Lo posò con noncuranza nel bancone del bar e osservò il ristretto panorama di colori vitrei al di là del barista, l'ambiente era scuro, fumoso e deprimente.
Alla sua destra aveva una ciotola impolverata con delle arachidi, ne prese una e la sgusciò con i denti, la mangiò e si accorse che stava masticando anche un pezzo piccolo e insignificante ma fastidioso di scorza. 
- Ehi! Ma io ti conosco!- Disse un ragazzotto alla sua sinistra che con un gioco di luci riusciva a stare nella penombra.
Non riuscì a distinguere quella voce da quella del barista, quindi non ci fece molto caso.
- Ma sì, sei quello che ieri era al TG! Sei quel poliziotto...-
Un brivido corse lungo la schiena e si trasformò in un gran mal di testa.
Si grattò la tempia destra e sorrise amaramente e istericamente nello stesso tempo.
Si girò per osservare il ragazzo e si accorse che se lo era immaginato diverso. Era di bell'aspetto, occhi azzurri e un sorriso che stonava con l'arredamento spento del locale. Aveva la faccia di uno che aveva appena fatto sesso, e poteva anche essere così.
- Sono Giovanni Sperino, piacere!- e dicendo questo il ragazzo porse la mano.
Il poliziotto la prese con noncuranza ma la strinse con forza.
- Daniele Diaz, il piacere è tutto mio... - disse cercando di non sembrare scortese.
In quei giorni aveva ripetuto il suo nome più e più volte, purtroppo tutte in situazioni spiacevoli o quasi.
Daniele Diaz aveva cinquantaquattro anni, viveva con sua moglie e  suo figlio ed era poliziotto da una vita.  Aveva affrontato casi più o meno gravi, dalle indagini su spaccio di droga a follia omicida, ma non si era mai trovato davanti ad un caso come quello attuale.
Il ragazzo farfugliava qualcosa accanto a lui riguardo al caso in corso e lui si limitava ad annuire senza ascoltare. Giovanni era visibilmente eccitato dalle sue stesse parole e il poliziotto trattenne una risata per non sembrare scortese.
Controllò il cellulare di nuovo e interruppe il giovane che sembrava stordito dalla voce di Diaz.
- Ehi, calma! Calma! Ho l'impressione che sappia più tu su questo caso che io!- Disse, condendo il tutto con una risata amara. Giovanni si limitò a sorridere, non sapeva che rispondere, era veramente emozionato da quell'incontro.
- Di cosa ti occupi tu, invece?- Esordì di nuovo Diaz.
- Beh, studio all'università qui vicino,- Si schiarì la voce, poi continuò – Chirurgia, ultimo anno!- e sorrise cercando di farsi dire buona fortuna dal poliziotto.
Ma la parola “Chirurgia” portò Diaz in un turbinio di immagini rivoltanti e disgustose, ma non riusciva a non sorridere a quel ragazzo.
- Avete già una pista su chi possa aver ucciso quelle quattro ragazze?- 
A Diaz sembrò che il il giovane leggesse nel pensiero.
- Tre...-
- Come scusi?-
- Le ragazze sono tre...- Diaz si aiutò con la mano per sottolineare il numero.
- Oh, sì, mi scusi.-
Ci fu qualche momento di silenzio. Pensava e ripensava a quei corpi al limite della strada, nascoste solo da qualche cespuglio. Avvelenate dolcemente, poi smembrate e ricucite.
Marta, Giulia e Chiara, tre ragazze graziose con un futuro davanti a loro. Nessuna violenza sessuale, nessuna violenza fisica, se non da morte.
Pensarle e rivederle nude dietro un cespuglio o una siepe faceva quasi vomitare, ma l'alcool attutiva le visioni, le faceva sembrare melliflue, senza realtà.
Il cervello stava cominciando a fluttuare.
- No. - Rispose Diaz, - Nessun Indiziato.-
Giovanni cominciò a giocherellare con il suo bicchiere che conteneva un liquido rossastro, quando il cellulare cominciò a suonare.
- Qui è Diaz.-
- Daniele, sono Francesco...- La voce dall'altra parte del telefono sembrava sconnessa dal mondo, preoccupata, quasi andata a male.
- Dimmi Francesco, novità?- 
- Ne abbiamo trovata un'altra...-
Diaz si sentì mancare, toccò lo sgabello per sentire al tatto qualcosa di concreto, ma la notizia lo fece traballare e non potette fare a meno di mettersi in piedi.
- Come si chiama?-
- Cristina Gerchi, ma...-
Diaz conosceva bene quel “Ma”, quel “Ma” che ha ucciso migliaia di persone, che gli dava quel senso di vuoto, che rivelava un macabro dettaglio nascosto nelle fondamenta della mente malata di un assassino.
- Di cosa si tratta?- Disse infine.
- Alla ragazza non è stato posto un esame autoptico dal suo assassino...-
Diaz si sentì sollevato, non si sentiva più tanto teso, si immaginò un viso e un corpo d'angelo non sfigurato e, anche se era venuto a sapere della morte di un'altra ragazzina, sapere che non gli erano stati inflitti tagli e cicatrici lo rincuorò. Ma tutto svanì in un secondo.
- Grazie a Dio il corpo non è stato martoriato..- 
- Aspetta a dirlo.-
- Perché?-
- E' stata vivisezionata.-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: timscrivello