Pugnalata
L’auto
si ferma frenando bruscamente alla fermata, dopo il mio cenno.
Un
intruso vicino a te.
Pugnalata.
Salgo
e mi siedo dietro di voi.
E’
lui, vero? Quello di cui mi parli ogni secondo di ogni
momento.
Lo
immaginavo meglio. Si presenta. Sorridi.
Pugnalata.
Perlomeno
non mi hai ignorato. Ma tu non sei così, so che non l’avresti
mai fatto.
Forse
sei troppo, forse sei tutto o forse sei niente, di sicuro sei sua.
E lo sa, lui, che ti prende le mani, le accarezza, ti bacia e
gioca con i tuoi capelli.
Lo
sa perfettamente.
Pugnalata.
Ogni
tanto, per divertirti, lo respingi, ti tiri indietro.
Come sei bella quando ridi.Ma
tu sei bella sempre, col tuo baschetto rosso e gli occhi vispi e ridenti.
Quando ridi ti si illuminano,
e ti si forma una fossetta sulla guancia destra.
Queste
cose lui le vede? Ti Accarezza.
Pugnalata.
Una
signora anziana si siede vicino a me. Dove di solito ci sei tu. Ma non oggi. Oggi il tuo posto è lontano da me. E forse non
mi sei mai stata vicina. Ti giri e fai per chiedermi qualcosa. Ma non fai in tempo, perché lui, infastidito, ti riporta
verso di se.
Pugnalata.
Quando lo guardi sei più radiosa. E’ lui il tuo desiderio
che si realizza, ci sono la tua anima e il tuo cuore e
i tuoi sogni e le tue speranze tra le vostre dita intrecciate e tra gli sguardi
che vi scambiate. Ma il mio dov’è finito, dov’è il mio
desiderio? Sei tu, sei a pochi centimetri, ma sei lontana, un’immagine
riflessa, del mio inconscio. Eppure è concreto il
bacio che vi scambiate.
Pugnalata.
L’auto
si ferma, scendiamo. Ora magari lui se ne andrà, e noi come sempre andremo insieme a lavoro. Ma non è così. Lui ti porta via da me, prendendoti
per mano. Camminate tra le macchine come se la realtà non vi
riguardasse, come se volaste tra le nuvole.
Sprizzi
felicità, e sono felice per te.
Ma la mia ferita sanguina un pochino.