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Autore: Breatheunderwater    08/05/2012    1 recensioni
Inizi a respirare male: fiato corto ed accelerato.
Hai freddo poi hai caldo poi di nuovo freddo, andrà avanti così per un bel pò.
Tremi e ti agiti, gridi e ti disperi.
Sei stanca, terribilmente stanca ma, per favore... continua a camminare per la tua strada. Puoi fare anche delle soste ogni tanto, quando sarai troppo affatica, ma ti prego non ti fermare definitivamente, mai.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'hai visto di nuovo, Cristo, eccome se l'hai visto. Non avresti voluto vedere, è stato un caso, un puro, purissimo caso. L'avevi anche dimenticato per un momento. Ecco, esatto. L'avevi dimenticato, per questo l'hai rivisto. Non avresti, assolutamente, dovuto abbassare la guardia e da ora in poi dovrai starci più attenta. Cavolo. È un circolo vizioso e ogni volta ci caschi. L'ultima volta ti eri assicurata di non abbassare assolutamente la guardia ma, a quanto pare, l'hai abbassata. Però se l'hai fatto ci deve essere un motivo, certo! Ovvio! La distanza tra una visione e l'altra è stata maggiore per cui il cervello si è sentito al sicuro e ha abbassato le difese. Quindi questa volta, prima che tu abbia un'altra di queste cose che hai, passerà ancora più tempo di quanto non ne sia passato l'ultima volta, per cui l'unica soluzione adesso è pensare che nonostante passi molto tempo la guardia non deve essere abbassata. Il problema continua a sussistere però, quando sarà passato un certo tempo la guardia si abbasserà di nuovo da sola. Non credo sia il caso di pensarci adesso.

 

Hai visto di nuovo quella cosa e non avresti voluto vederla, è stato stancante. Come l'hai vista una strana sensazione al palato ti ha fatto visita, come un formicolio, come se il palato si stesse svegliando da un sonno profondo. La percezione della realtà si è fatta un po' distorta, era come se il pavimento, le pareti, i mobili e tutto quello che avevi intorno si distanziassero da te. Di conseguenza si impadroniva di tutto il corpo una sensazione di mancamento. Ti sentivi molle come se stessi per cadere da un momento all'altro e nel momento stesso in cui avessi poggiato le ginocchia a terra il pavimento ti avrebbe risucchiato e ti avrebbe portato direttamente da quella cosa. Non sei caduta però, per fortuna.
Per fortuna hai un buon autocontrollo.
Subito dopo aver recuperato un po' di equilibrio una nuova sensazione si espanse per tutto il corpo: prurito. Avevi la necessita quasi incontrollata e ossessiva di grattarti. Non hai il controllo di questa nuova sensazione e pochi secondi dopo ti ritrovi le tue mani sulla tua faccia in preda a movimenti frenetici, oppure immobili e rigide conficcate con le unghie nella tua pelle. Cosa fare allora? Puoi respirare, se riesci e spostare le mani in una zona meno delicata e meno visibile. Dal collo, alla petto scendi piano sino alle braccia e li gratti, gratti e gratti finché non ti senti meglio. Non sempre ma a volte può capita che degeneri. Il fiato si fa corto, troppo corto e troppo accelerato. Ti si forma un nodo in gola e ti sembra di non respirare, il petto inizia a far male, la disperazione sale e le lacrime scendono incontrollate. Piangi, urli e ti disperi. Sei dentro una spirale senza vie di uscita, non ce n'è perché non le vedi. Perdi completamente la percezione dello spazio e del tempo, non ti importa di dove sei o con chi sei. Non importa chi c'è vicino a te, non lo senti perché non lo vuoi sentire. È tutto iniziato da quella piccola e insignificante cose per molti ma non per te. Hai sempre l'immagine di quella cosa stampata nella tua mente, nitida come una foto. Non riesci a scacciarla via, sei debole e la debolezza aumenta assieme alla disperazione quando il pensiero della morte imminente si affianca all'immagine di quella cosa. Non importa se c'è o meno una correlazione, la morte, la tua più grande e inconscia paura salta fuori e li la spirale inizia a vorticare e i singhiozzi più forti accompagnati dalle urla di disperazione rimbombano nella tua testa. Senti caldo e ti rendi conto che hai una coperta sulle spalle, la togli. Senti freddo, tremi e ti muovi convulsamente, ti toccano per metterti di nuovo la coperta ma non vuoi essere toccata, hai paura. Proietti quella cosa e la morte all'esterno e poi hai capito l'antifona: tra poco avrai di nuovo caldo.
Di punto in bianco inizi a smettere di singhiozzare, piano l'aria inizia ad arrivare nei polmoni e ti senti meglio. Tutto all'improvviso sta svanendo. Sei stanca, tremendamente stanca e vorresti solo essere lasciata in pace, dormire e svegliarti di nuovo fresca e forte. Scambi due parole, assicuri di stare bene e scopri che è notte fonda e che sono passate quattro ore. Quattro ore. Non ci puoi credere ma sei così stanca che non ci pensi troppo e ti addormenti. Quando ti svegli non sei fresca e forte come sperato, sei stanca, turbata e impaurita. Hai una strana sensazione addosso, è come se un'ombra oscura gravasse sopra di te, io la chiamerei angoscia. Hai paura che non passi più, hai paura di rivedere quella cosa e di rivivere quei momenti. Però sei forte e in pochi giorni svanisce tutto, lentamente ma va via. Stai tranquilla però, basta che tieni alte le difese e la guardia. Anche se rincontrerai quella cosa avrai sviluppato una sorta di anticorpi che ti permetteranno di superarla di nuovo e in modo migliore. Non avere paura, vai avanti superando tutti gli ostacoli ogni volta con sempre più facilità. Ti avviso però... cadrai tante di quelle volte che tutto ti sembrerà perduto. È come vagare in un luogo buio e vuoto, non sai dove andare e come muoverti ed è probabile che tu decida di non muoverti più perché in fondo sai che è tutto vuoto e buio ma tu non arrenderti, non sederti aspettando che il sole sorga, continua a vagare anche se alla cieca. Se il sole non sorgerà sa solo è probabile che sia tu a trovare l'interruttore della luce. Se non trovi la luce può darsi che trovi una mano protesa solo per te che attende la tua stretta, forte più che mai.

  
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