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Autore: Red Fox    09/05/2012    1 recensioni
cit. / '' Non riusciva a capire chi fosse Harry Potter, e questo la rendeva inquieta. Era stato smistato nella Casa giusta? Appartenava ai grifoni o alle serpi? Harry James Potter, cos'era in realtà?''
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buondì caramelline farcite! :3
Allora, che dire? La seconda fic che scrivo su Harry Potter XD Mi sento molto fiera di me, già. Mi è piaciuto un sacco scrivere questo shot, nonostante fosse stile Grifondoro. (Sì, nel cuore sono decisamente una Slytherin, e allora? Dannati babbani XD) Quindi... spero piaccia anche a voi XD
Ah, giusto! Questa fic non ha senso. Non provate a cercarlo, perché non c'è! XD
Soon! :3

I personaggi non mi appartengono, sono frutto della fantasia di J. K. Rowling e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Gryffondor

  
''E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato e cavalleria,
fan di quel luogo uno splendore.''

 

Harry Potter. Era così strano, come grifone. Aveva coraggio da vendere -ancora aveva i brividi se ripensava a quando lo aveva visto fronteggiare il Signore Oscuro senza il benché minimo timore, la bacchetta di agrifoglio stretta tra le mani e la determinazione nello sguardo-, era leale, audace e nobile d'animo, proprio come un perfetto Grifondoro doveva essere. Eppure, nonostante tutto, Harry era anche furbo e intraprendente, doti molto conosciute dai verdi-argento. Ogni tanto, quando lo guardava, riusciva a scorgere nelle sue iridi verdi l'astuzia perfida dei Serpeverde. Non riusciva a capire chi fosse Harry Potter, e questo la rendeva inquieta. Era stato smistato nella Casa giusta? Appartenava ai grifoni o alle serpi? Harry James Potter, cos'era in realtà? Non voleva nemmeno immaginare quello che doveva provare Harry, schiacciato sotto tutti gli stereotipi e l'aspettiva della gente del Mondo Magico. A volte, quando si sporgeva un pò di più dal tavolo Corvonero per poterlo osservare meglio, vedeva che Harry lanciava brevi occhiate agli Slytherins, con noncuranza. Che si facesse anche lui le stesse domande?



-Herm, ti prego.- supplicò ancora Harry, facendole gli occhi dolci. A lui si unì immediatamente anche Ron, a supportarlo. -Sì, Mione, per favore.- implorò sorridendo. La ragazza sbuffò, concentrandosi sul libro davanti a lei e fingendo di non sentire i lamenti dei migliori amici. -Herm..- continuò il moro, guardandola con due occhioni da cucciolo che avrebbero fatto interire anche l'uomo col cuore più ghiacciato, -Mione..- gli diede man forte il rosso. Dean, seduto sul divanetto della Sala Comune, proprio accanto a dove i tre giovani si trovavano, rise. -Non funzionerà.- disse a Seamus, sicuro. Il ragazzo ghignando si sporse verso l'amico, e: -Scommettiamo?- chiese. Thomas si girò a guardarlo, compiaciuto. -Tre galeoni che Hermione non cederà.- Si strinsero la mano, in silenzio, guardandosi divertiti.
Ron, voltando appena la testa verso i due, assunse un'espressione offesa. -Begli amici.- barbottò tra sé e sé. Harry ridacchiò, ma non si arrese. -Herm, lo sai che io e Ron ti vogliamo tanto bene?-
La ragazza si morse l'interno guancia, stringendo i pugni. No, non doveva cedere. Era un argomento molto serio, i due ragazzi dovevano capire che la loro istruzione era importante. Quindi lei non poteva, non doveva, aiutarli. Ron tornò a guardare la ragazza, un adorabile sorriso ingenuo sul volto. -Sì, Mione! E' vero, ti vogliamo tanto bene!- confermò sincero. Hermione tentò di resistere -eccome se ci provò!-, solo che non era semplicemente in grado di dire di no ai suoi migliori amici. Sopratutto quando i due ragazzi in questione estrernavano il loro affetto per lei. Sbuffò, alzandosi in piedi. -Solo per questa volta!- chiarì serissima, puntando il dito contro i due. Harry e Ron si misero a sedere composti, felici come mai, e le sorrisero raggianti. Seamus ghignò, allungando la mano per riscuotere. -Non vale, hanno giocato la carta dell'affetto!- protestò Finnigan, brontolando ma estraendo dalla tasca del mantello i tre galeoni promessi. Dean li afferrò tutto contento, sdraiandosi sul divano davanti al caminetto e canticchiando allegro.
Nello stesso momento, Hermione afferrò i fogli d'appunti che aveva nascosto all'interno di Trasfigurazione per Maghi Incapaci e li passò ai ragazzi, un'aria corrucciata. Ron, dopo aver preso gli appunti che gli interessavano per poter finire il tema che la McGranitt gli aveva imposto di scrivere come punizione, si girò a guardare Harry. -Amico, te l'avevo detto che li aveva nascosti in un posto insospettabile.- barbottò. Harry scosse la testa, incredulo. -Ero convinto che gli avesse nascosti in un libro più da lei, ad esempio Storia Antica della Magia, o Come guadagnare punti con il tuo Direttore di Casa facendo il lecchino.- mormorò, usando la battuta che Ron era solito fare quando si parlava dell'amica. Lo dissee senza malizia però, come davvero incapace di comprendere il motivo che aveva spinto Hermione a nascondere lì i tanto desiderati appunti. Ron non fece nemmeno in tempo a fermarlo, o dirgli di stare zitto, che lo scalpellotto di Hermione aveva già colpito l'amico. -Chi sarebbe il lecchino, Harry?- sibilò, gli occhi ridotti a due fessure, -Ti ricordo cosa hai appena fatto per avere questi appunti? Herm, lo sai che ti voglio tanto bene, ipocrita!-
E, con la stessa velocità con cui Harry aveva ricevuto gli appunti dell'amica, con la medesima velocità gli vennero tolti dalle mani. -Arrangiati, Harry.- esclamò, afferrando anche i fogli dalle mani di Ronald, che con circospezione aveva tentato di nasconderli dietro la schiena. Si girò, e scomparì all'interno del dormitorio femminile.
Per qualche minuto i due ragazzi non parlarono -in sottofondo si potevano sentire le risate sguaiate di Dean e Seamus, che trovavano estremamente divertente quanto appena successo-, poi il rosso sbottò: -Maledizione, amico. E adesso?- chiese disperato. Harry si voltò spaventato, scuotendo la testa, rassegnato a ricevere l'ennesimo pessimo voto in Pozioni.
Il giorno successivo, Piton trovò piuttosto esilarante che né Potter né Weasley avessero risposto ad una sola domanda del suo compito.




-Ti dico che è così!- insistette Paciock, annuendo con vigore. Harry si strinse di più nella sua sciarpa rosso-oro, cercando calore. Scosse la testa. -Andiamo, Neville. E' impossibile che Draco Malfoy, tra tutti, sia venuto ad augurare un Buon Natale proprio a te.- disse, osservando la nuvoletta di vapore uscire dalle sue labbra. Il ragazzo davanti a lui annuì, consapevole. -Per questo ti dico che dobbiamo stare attenti! Sicuramente quelle serpi stanno architettando qualcosa, Harry!- continuò, lo sguardo spaventato. Il moro si morse l'interno guancia, confuso. -Magari aveva scommesso con qualcuno e quella era la punizione per aver perso.- tentò incerto, guardando l'amico che andava avanti e indietro sulla neve fresca nel cortile di Hogwarts. Paciock scosse la testa, per nulla convinto. -Harry, non ci credi nemmeno tu.- constatò afflitto, cercando di capire perché diavolo quella serpe fosse andata ad augurargli buone feste. Ginny si allungò appena, stringendo la mano di Harry come per riceverne forza. -Magari il suo piano è proprio questo.- commentò lentamente. I due ragazzi la guardono, aspettando che continuasse. La giovane, allora, dopo aver pronunciato un incantesimo riscaldante ed essersi messa comoda, cominciò a parlare. -Sì, insomma. Ora voi state giustamente pensando che i Serpeverde abbiano qualcosa in mente. E sanno che starete all'erta per tutto il periodo delle feste, qui ad Hogwarts. Quindi magari Malfoy ti ha augurato un Buon Natale, sperando proprio di vederti spaventato e sapendo che saresti stato tesissimo, aspettandoti un agguato, come tutti gli altri grifoni. Magari è proprio questo il piano: farci stare sulle spine, mentre loro non fanno assolutamente tutta che potrebbe nuocerci.- concluse, abbozzando un timido sorriso. Harry sgranò gli occhi, incredulo. -Ginny, questo è proprio un piano da Serpeverde.- commentò stupito, guardando la sua ragazza in modo persino ammirato. -Se mi diventi una Slytherin, sappi che ti mollo.- le disse divertito. La giovane lo guardò offesa, tirandogli un leggero pugno sul braccio. -Hey!- protestò ridendo. Neville li guardò confuso, sorpreso. -Ginny, non sei una spia in incognito nei Grifondoro, vero?- chiese. La giovane lo guardò male. -Neville, ti sembro una spia?-
-Beh, potresti esserlo. Sei perfino riuscita a accalappiarti Harry Potter, questo potrebbe essere un moto d'orgoglio, per una serpe. Potter che se la fa con una di loro inconsapevolmente. Chissà quante risate.-
Ginny e Harry lo guardarono scioccati, poi inorriditi. -Paciock, smetti di ragionare, ti fa male al cervello.- lo prese in giro Fred, arrivando dietro di loro. -Sì, pensare è nocivo all'intelletto.- continuò George, apparendo insieme al fratello. Neville sbuffò, contrariato. -Dovremmo prenderla seriamente 'sta cosa...- barbottò mettendo il broncio. Harry rise, voltandosi a salutare i due nuovi arrivati. -Com'è andata, ragazzi?- domandò divertito, osservando i due che cercavano di mandare via la neve dalla panchina con un incantesimo di fuoco. Poi George alzò la testa, sorridendo. -E' stato...-
-...emozionante!- concluse allegro Fred. Ormai nessuno faceva più caso allo strano modo di parlare dei due, era diventato una specie di marchio di fabbrica. -E Ron ed Hermione?- chiese Ginny, allungando il collo per vedere se li vedeva arrivare o no. Fred sospirò tragicamente, appoggiandosi al fratello. -Ronald è scivolato sul ghiaccio...- mormorò atteggiandosi a persona dispiaciuta. George annuì, e: -...ferendosi gravemente al braccio sinistro.-
-Oh, sì! Dovevate vedere, aveva uno squarcio di minimo venti centimetri...-
-...lungo tutta l'avambraccio! Terribile, davvero.-
Neville li guardò preoccupatissimo, Ginny ed Harry invece, conoscendoli decisamente troppo bene, aspettarono che arrivasse la battuta. O perlomeno speravano di cogliere un indizio per capire cos'era veramente successo. -Poi Hermione,- riattacca Fred, portandosi teatralmente una mano sul cuore, -è accorsa in suo aiuto...-
-...e ha portato Ron su alla torre Grifondoro per farlo coricare e riprendere dal terribile shock.- concluse George, l'aria terribilmente affranta. Ginny sbuffò, guardandoli con ironia. -Che è successo veramente?- domandò. Fred e George scoppiarono a ridere, buttandosi sulla panchina asciutta lì accanto. -Ron è caduto e si è fatto un graffio. Hermione lo ha insultato, ma poi entrambi hanno capito che quella era la scusa migliore...-
-...per rifugiarsi nel dormitorio maschile a fare porcate, probabilmente.- risero allegri. Neville li mandò al diavolo, tra un ''la prossima volta devo davvero ricordarmi con chi sto parlando...'', e un ''spero solo che il mio letto si sia salvato''; Harry e Ginny scossero la testa rasseganti.
-Comunque!- esclamò serio George, guardandoli curioso. -...perché prima insinuavate che la nostra sorellina sia una spia?- continuò indignato Fred. Paciok si grattò la testa imbarazzato, cominciando a balbettare parole sconnesse, e Harry alzò gli occhi al cielo. -Niente,- commentò sorridendo, -solo Ginny ci ha esposto una sua teoria su uno scherzo delle serpi, e solo ad un Serpeverde sarebbe potuta venire in mente una cosa così... perfida.- spiegò. I due fratelli si lanciarono un'occhiata, poi alzarono le spalle. -Ci preoccuperemo solo quando...-
-...vedremo Ginny tentare di uccidere il nemico!-
-Quindi, Harry....-
-...stai attento che potresti essere in pericolo!-
E scoppiarono a ridere, tutti e cinque.




La odiava, ecco cosa. Vedere quella stupida Grifondoro abbracciare Harry come se le appartenesse, la facenda andare su tutte le furie. Perché doveva finire a Corvonero? Se fosse stata un grifone, avrebbe avuto più possibilità. Lanciò uno sguardo ad Harry, e sospirò. -Non trovate che sia odiosa?- chiese ai suoi compagni di casa. Una ragazzina si voltò a guardarla, confusa. -Chi?- domandò. Lei fece una smorfia. -La Weasley.- sputò risentita. Il ragazzo seduto accanto a lei alzò gli occhi al cielo. -Arrentiti, tesoro. Potter non ti si fila.- la avvisò, riprendendo a mangiare. La giovane sbuffò, tornando ad osservare Harry. Era strano, ma da quando frequentava la Weasley era cambiato: quel suo sguardo scuro che aveva a volte era sparito, sembrava più allegro, come se i dubbi e le paure fossero sparite, e sopratutto non aveva mai più guardato in direzione degli Slytherin. Che avesse compreso chi era, finalmente? Se era così, ne era veramente felice. Doveva credere in lui, alla fine, no? E anche lei, allora, abbassò lo sguardo sulla sua zuppa e si portò il cucchiaio alle labbra.
  
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